- Monday, 27 January 2014
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Inquadramento clinico e follow-up di pazienti anziani con ipertensione arteriosa essenziale e secondaria
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monitoraggio pressorio nelle 24 ore
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inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione resistente
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inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione arteriosa ed ipotensione ortostatica e anziani affetti da malattie croniche quali Morbo di Parkinson e decadimento cognitivo, che rendono difficile e peculiare il trattamento dell’ipertensione arteriosa
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consulenze e collaborazione con altri reparti e con il DEA della AOU Careggi per pazienti ipertesi difficili e con crisi ipertensive
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Syncope Unit della stessa SOD per pazienti ipertesi anziani con sincope, caduta non spiegata o disautonomia
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unità Valutazione Alzheimer
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servizio di emodinamica interventistica geriatrica della SOD Geriatria-UTIG per diagnosi e terapia, compresa la terapia invasiva della denervazione renale nel paziente con ipertensione resistente
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servizio di Angiologia Medica della SOD Unità clinica di cariologia generale interventistica
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SOD Chirurgia Vascolare per diagnosi e terapia
Epidemiologia dell’ipertensione arteriosa
L’ipertensione arteriosa presenta, nell’anziano, un’elevata prevalenza; nello Studio di Framingham circa il 40% degli uomini e quasi il 50% delle donne ultrasessantacinquenni sono ipertesi; negli ultraottantenni la prevalenza dell’ipertensione arteriosa arriva al 79%. In particolare, mentre la pressione arteriosa diastolica raggiunge un plateau intorno alla quinta decade, la pressione arteriosa sistolica e la pressione differenziale (differenza tra la pressione sistolica e diastolica) aumentano progressivamente con l’età. Inoltre, nonostante l’ipertensione arteriosa nell’età intermedia abbia una maggiore prevalenza nei soggetti di sesso maschile, nell’età avanzata questa tendenza si inverte, essendo leggermente superiore nelle donne.
Nonostante tali presupposti, ancora oggi l’ipertensione arteriosa risulta essere spesso misconosciuta oppure, qualora venga posta la diagnosi, non adeguatamente trattata. Negli Stati Uniti d’America, nel periodo compreso tra il 1991 ed il 1994, la diagnosi di ipertensione arteriosa è stata posta nel 68,4% dei casi, ma solo nel 53,6 % di questi è stato intrapreso il trattamento, con raggiungimento di un adeguato controllo solo nel 27% degli ipertesi. Lo stesso andamento, in termini qualitativi, è stato rilevato da studi epidemiologici condotti in varie nazioni europee e in Canada.
In Italia non ci sono stime su scala nazionale della prevalenza dell’ipertensione arteriosa e del controllo dell’ipertensione arteriosa nella popolazione generale e nell’anziano in particolare. Uno studio del nostro gruppo condotto sulla popolazione generale di età geriatrica residente nel Comune di Dicomano (864 soggetti) ha fatto rilevare una prevalenza di ipertensione arteriosa pari al 72%.
L’ipertensione essenziale è la forma più frequente di ipertensione nell'anziano, in cui peraltro esiste una maggiore incidenza di ipertensione sistolica isolata, verosimilmente non come inevitabile conseguenza dell'invecchiamento quanto piuttosto di condizioni acquisite.
Forme secondarie di ipertensione arteriosa (aterosclerotica, nefrovascolare, aldosteronismo primario, ecc.) sono da sospettare e ricercare mediante una valutazione diagnostica più accurata anche nell’età avanzata, in particolare quando l'ipertensione arteriosa si manifesti per la prima volta dopo i 60 anni.