- Mercoledì, 24 Settembre 2014
- Ultima modifica: Martedì, 16 Ottobre 2018 08:04
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Informazioni a cura dei medici della SOD Pneumologia e Fisiopatologia toraco-polmonare, dedicate ai pazienti con tosse cronica; hanno carattere divulgativo e non sostituiscono il parere diretto del medico, che deve essere consultato quando necessario.
Cause di tosse cronica
Le cause di tosse cronica o persistente possono essere molteplici, talvolta concomitanti, e non sempre sono di facile individuazione; queste le principali:
- patologie rinosinusali, specialmente se accompagnate da gocciolamento retronasale di muco
- asma bronchiale e sindromi asmatiche
- reflusso gastroesofageo
- uso di farmaci che possono talvolta facilitare la comparsa di tosse, quali gli ACE-inibitori
Asma bronchiale
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree. Si manifesta clinicamente con difficoltà respiratoria, soprattutto sotto sforzo, respiro sibilante, senso di oppressione toracica e tosse secca, stizzosa. È presente iperreattività bronchiale.
Comunemente si riconoscono tre tipi di asma bronchiale:
- asma tipico dei soggetti allergici, caratterizzato da andamento stagionale e/o perenne
- asma non allergico
- asma professionale, causato dall’esposizione a particolari sostanze presenti in ambiente lavorativo (ad esempio solventi). In questi soggetti si ha spesso regressione dell’asma con l’allontanamento dalla sostanza scatenante.
L’asma può essere distinta in:
- episodica od intermittente, caratterizzata da insorgenza di sintomi in determinati periodi dell’anno
- persistente, intercalata da periodi di benessere
- persistente
- grave o difficile, non facilmente controllabile con la terapia
- steroido-dipendente, che necessita di terapia corticosteroidea per via sistemica oltre a quella inalatoria
- steroido-resistente
La terapia dell’asma consiste solitamente nella somministrazione di corticosteroidi e broncodilatatori per via inalatoria in associazione o separati.
Tosse come variante asmatica
È una forma di asma bronchiale che si manifesta con tosse persistente come unico sintomo. È presente iperreattività bronchiale. La terapia è identica a quella dell’asma classico.
È frequente il riscontro di forme asmatiche nelle quali la tosse è il sintomo prevalente ma non l’unico, potendosi manifestare anche broncospasmo. Talora la tosse è produttiva, con piccole quantità di escreato. In genere, la tosse come variante asmatica migliora con l’assunzione di corticosteroidi inalatori.
Bronchite eosinofila
Il termine bronchite eosinofila è riservato a sindromi caratterizzate da tosse persistente che rispondono positivamente al trattamento con corticosteroidi. L’iperreattività bronchiale è assente.
Per reflusso gastroesofageo si intende il flusso retrogrado di contenuto gastrico in esofago. Tale fenomeno avviene principalmente a causa di episodi di rilassamento dello sfintere esofageo inferiore o per inadeguato adattamento del tono dello sfintere alle modificazioni delle pressioni addominali. È un processo fisiologico nei bambini, nei lattanti e anche negli adulti sani; tuttavia, quando i fenomeni di reflusso sono eccessivamente frequenti o provocano danni all’esofago, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
I pazienti affetti da MRGE possono essere identificati attraverso la storia clinica perché riferiscono sintomi quali pirosi (bruciore) e dolore retrosternale, talvolta irradiato posteriormente allo spazio interscapolare. Possono riferire inoltre sensazione di acidità in bocca, frequenti sbuffi e/o eruttazioni, dolore epigastrico evocato dalla palpazione profonda. Talvolta i sintomi del reflusso possono essere extra-esofagei: in molti pazienti la tosse cronica è proprio un segno extraesofageo di reflusso gastro-esofageo. Una caratteristica dei sintomi di reflusso è la loro esacerbazione in seguito all’assunzione di alcuni cibi: il cioccolato, i cibi piccanti e i cibi secchi come i biscotti sono quelli che vengono menzionati più frequentemente. È inoltre dimostrata una relazione tra la comparsa dei sintomi di reflusso e l’assunzione di cibi che ritardano lo svuotamento gastrico, come gli alimenti ricchi di grasso ed alcuni frutti quali la banana. Per la diagnosi strumentale, qualora la clinica non fosse sufficiente, possiamo utilizzare la manometria e la pH-metria esofagea, l’esofagogastroduodenoscopia e l’impedenziometria. Un criterio aggiuntivo può essere considerato la risposta alla terapia medica anti-reflusso. In casi selezionati può essere opportuno ricorrere alla terapia chirurgica.
Patologie rino-sinusali
Le patologie rinosinusali sono molteplici e di diversa natura:
- raffreddore, solitamente causato da virus
- rinite allergica, stagionale, causata da determinati agenti quali i pollini, e perenne che è dovuta più spesso a muffe e acari
- rinite non allergica, solitamente di origine sconosciuta, si presenta con sintomi persistenti
- rinite vasomotoria, caratterizzata da episodi di secrezione nasale (rinorrea) acquosa molto abbondante che insorge in modo improvviso; presenta una buona risposta ai farmaci
- rinite postinfettiva, che si presenta dopo un’infezione delle vie aeree superiori
- rinite iatrogena, causata dall’uso prolungato di farmaci vasocostrittori o di cocaina
- rinite causata da esposizione a sostanze irritanti (prevalentemente professionale), come la formaldeide, il nickel, il cromo
- rinite in gravidanza, che si risolve a distanza di pochi giorni dal parto
- sinusiti croniche, cioè quando i sintomi caratteristici perdurano nonostante la terapia
Tosse da farmaci ACE-inibitori
I farmaci ACE inibitori sono una classe di farmaci di comune utilizzo nei pazienti con pressione alta e/o nei pazienti con scompenso cardiaco.
La tosse da ACE-inibitori colpisce circa il 15% dei pazienti. Si può manifestare all’inizio del trattamento, anche per dosaggi bassi, come anche dopo anni di terapia ben tollerata. La tosse da ACE-inibitori è riscontrata più frequentemente nelle donne.
Nella maggior parte dei casi la diagnosi di tosse da ACE-inibitori può essere confermata dalla scomparsa della tosse dopo cessazione da almeno 4 mesi della terapia con ACE inibitori. Tuttavia alcuni pazienti continuano a tossire per periodi prolungati dopo l’interruzione dell’assunzione di questi farmaci.