- Venerdì, 15 Gennaio 2021
- Ultima modifica: Venerdì, 15 Gennaio 2021 11:59
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Ovociti
La crioconservazione ovocitaria consente di superare numerosi problemi etici e morali, legati principalmente alla crioconservazione degli embrioni.
L’ambito applicativo primario del congelamento ovocitario riguarda la preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche (vedi Preservazione della Fertilità), in terapia con immunosoppressori, nelle pazienti affette da endometriosi e ridotta riserva ovarica. Trova utilizzo anche nelle pazienti che vogliono procrastinare per motivi sociali la loro gravidanza, quindi nei casi di social freezing (crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale) e nei pochi casi di egg sharing in cui la donna si sottopone al trattamento per sostenere una fecondazione in vitro di cui lei stessa beneficerà, donando esclusivamente gli ovociti in sovrannumero rispetto a quelli che utilizzerà per se stessa.
Esistono due modalità di crioconservazione ovocitaria che differiscono per la concentrazione di crioprotettori utilizzati e per la durata del tempo di congelamento. Queste due procedure prendono il nome di congelamento lento (tradizionale) e congelamento rapido (o vitrificazione).
Il congelamento degli ovociti mediante vitrificazione è ad oggi la tecnica più efficace, ed è quindi quella adottata nel nostro Centro dal 2015 con ottimi risultati in termini di sopravvivenza (95%) e sviluppo embrionale (alla pari degli ovociti freschi). Nel caso di utilizzo di ovociti scongelati, la metodica da considerare è la ICSI.
Tessuto ovarico
Tra le diverse tecniche per la preservazione della fertilità femminile, il congelamento (crioconservazione) del tessuto ovarico e il successivo reimpianto rappresenta una strategia molto promettente, applicabile anche per pazienti in età pediatrica/adolescenziale. A seguito di reimpianto, la funzione ovarica – ovvero la produzione di ovociti e di ormoni – viene ripristinata nel 70-90% dei casi (secondo i dati ripostati nella letteratura scientifica). Ad oggi sono nati centinaia di bambini dopo reimpianto di tessuto ovarico criopreservato. Questa tecnica non è più considerata “sperimentale”, anche se i dati riportati nella letteratura scientifica non sono molti e solo pochi centri sono in grado di offrirla nella routine clinica. Presso il nostro Centro è stato attivato il Programma di preservazione della fertilità approvato dalla Delibera della Regione Toscana (n. 809, del 4 agosto 2015), che prevede di offrire la crioconservazione del tessuto ovarico ai fini della preservazione della fertilità in pazienti selezionate.