- Lunedì, 07 Agosto 2023
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CRR
- Lunedì, 07 Agosto 2023
- Ultima modifica: Mercoledì, 09 Agosto 2023
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Fig.1
TABELLA 1 DISTRIBUZIONE (DELLE CHIAMATE PER CLASSI DI ETA') |
|
CLASSI DI ETA' (ANNI) | % |
< 1 | 13,1 |
1 - 4 | 23,8 |
5 - 9 | 2,7 |
10 - 19 | 4,4 |
20 - 49 | 30,4 |
50 - 69 | 11,9 |
> 70 | 7 |
N.R | 6,6 |
TABELLA 2 DISTRIBUZIONE DELLE CHIAMATE PER AGENTI EZIOLOGICI |
|
CLASSI DI AGENTI | % |
FARMACI | 43 |
DOMESTICI | 31 |
TOSSINE VEGETALI | 5,5 |
SOSTANZE D'ABUSO | 4,1 |
ANTIPARASSITARI | 3,7 |
MISCELLANEA | 3,6 |
PRODOTTI INDUSTRIALI | 2,9 |
TOSSINE ANIMALI | 2,6 |
COSMETICI | 2,5 |
IGNOTI | 0,8 |
CO/ALTRI GAS | 0,5 |
TABELLA 3 |
|
INDICAZIONI FORNITE | % |
VALUTAZIONE MEDICA | 61 |
INVIO AL PRONTO SOCCORSO | |
RICOVERO IN OSPEDALE | |
OSSERVAZIONE DOMICILIARE | 39* |
*NEL PERIODO 2015-21 IL VALORE È SALITO A 57,7% |
TABELLA 4 |
|
VALUTAZIONE STIMA DEL RISCHIO DI INTOSSICAZIONE | % |
ASSENTE | 39 |
PROBABILE | 23 |
POSSIBILE | 20 |
CONFERMATA | 16 |
SINTOMI NON CORRELATI AD INTOSSICAZIONE | 2 |
TABELLA 5 |
|
TERAPIA SUGGERITA | % |
NESSUNA | 54,6 |
SINTOMATICA | 28,3 |
ELIMINAZIONE DEL TOSSICO | 12,9 |
ANTIDOTALE | 3,7 |
TABELLA 6 DISTRIBUZIONE DEI DECESSI PER AGENTI EZIOLOGICI |
||
CLASSI DI AGENTI | n. | % |
FARMACI | 20 | 37,3 |
CAUSTICI | 13 | 24,5 |
FUNGHI | 10 | 18,9 |
DROGHE | 4 | 7.5 |
ANTIPARASSITARI | 3 | 5,7 |
ASFISSIANTI SISTEMICI | 2 | 3,8 |
PRODOTTI INDUSTRIALI | 1 | 1,9 |
TABELLA 6b ETOLOGIA DEI DECESSI PER INTOSSICAZIONE DA FARMACI |
||
CLASSI TERAPEUTICHE | MOLECOLE | N |
ANTIDIABETICI ORALI | Metformina (3), fenformina (1) | 4 |
ANTIEPILETTICI | Fenobarbital (2), carbamazepina (1), valproato (1) | 4 |
ANTIDEPRESSIVI | Amitriptilina (2), citalopram (1) | 3 |
GLICOSIDI CARDIACI | Digossina | 2 |
ANTIGOTTOSI | Colchicina | 2 |
ANTISETTICI | Acido borico | 1 |
ANTIPSICOTICI | Olanzaprina | 1 |
ANTIBIOTICI | Levofloxacina | 1 |
ANALGESICI OPPIOIDI | Morfina | 1 |
SOSTANZE D'ABUSO | Metadone e metanfetamina | 1 |
- Martedì, 28 Marzo 2023
- Ultima modifica: Martedì, 28 Marzo 2023
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Responsabile Dr Giancarlo Castaman
La Struttura Organizzativa Dipartimentale (SOD) Malattie Emorragiche e della Coagulazione è Centro di Riferimento Regionale per le Coagulopatie congenite ed è Centro di Riferimento Regionale per la malattia di Gaucher.
Informazioni sulla malattia di Gaucher
La malattia di Gaucher (MDG) è una malattia ereditaria causata da un difetto dell’enzima glucocerebrosidasi responsabile della degradazione di glucocerebroside e glucosilsfingosina in glucosio e rispettivamente ceramide e sfingosina. Poiché la glucocerebrosidasi è presente nei lisosomi di tutti i tessuti, il coinvolgimento della MDG è multisistemico e risulta in un accumulo nei lisosomi delle cellule del sistema reticolo-endoteliale di glucocerebroside e glucosilsfingosina. Tale accumulo dà luogo alla formazione delle cosiddette “cellule di Gaucher”, visibili anche al microscopio ottico. Questo progressivo accumulo provoca epatosplenomegalia, infiltrazione del midollo osseo e dell’osso, con un danno non solo da sostituzione del tessuto sano, ma anche provocato dalla liberazione di citochine capaci di sostenere uno stato infiammatorio cronico.
La prevalenza della MDG nella popolazione generale italiana è compresa tra 1:40.000 e 1:86.000 abitanti, rappresentando la più frequente malattia da accumulo lisosomiale. Tale prevalenza può essere più elevata nelle popolazioni di origine ebraica.
La MDG si trasmette con modalità autosomica recessiva, la mutazione genetica è situata nel cromosoma 1 (1q21).
La malattia si può manifestare a qualunque età, dall'epoca neonatale fino a quella adulta, i sintomi sono molto variabili e dipendono dal progressivo accumulo nei vari tessuti coinvolti dalla malattia. A seconda della gravità e dell'interessamento del sistema nervoso centrale si distinguono tre forme di MDG:
- La forma di tipo 1: presente sia nei bambini sia negli adulti, con interessamento esclusivo degli organi viscerali e scarso coinvolgimento neurologico
- La forma di tipo 2: tipica della prima infanzia e molto grave, in essa predomina la sintomatologia neurologica precoce e rapidamente evolutiva
- La forma di tipo 3: in cui i sintomi neurologici (strabismo, epilessia, atassia, sordità) hanno un decorso più lento e possono comparire in varie epoche della vita in associazione a interessamento degli organi viscerali
I segni clinici più comuni sono l'aumento di volume della milza (splenomegalia), con o senza aumento delle dimensioni del fegato (epatomegalia), la riduzione del numero delle piastrine (piastrinopenia) e dei globuli rossi (anemia). Può esserci tendenza al sanguinamento mucoso o cutaneo e in occasione di interventi chirurgici o manovre invasive. L'interessamento dello scheletro è variabile e può esprimersi con scarso accrescimento/ bassa statura, osteoporosi, facilità a incorrere in fratture, dolore osseo, deformità ossea. Il coinvolgimento del polmone è raro e comporta insufficienza respiratoria
La diagnosi si basa sulla dimostrazione del difetto dell’attività dell’enzima glucocerebrosidasi nei leucociti circolanti su campione di sangue fresco o su goccia di sangue essiccata su carta bibula (Dried Blood Spot, DBS). Un dosaggio ridotto su DBS richiede una conferma diagnostica su sangue fresco e la successiva analisi genetica. Recentemente è stato individuato un biomarcatore specifico misurabile nel sangue, noto come glucosilsfingosina (lyso-GB1), molto utile sia nella diagnosi che durante il monitoraggio della malattia.
Da ormai oltre 20 anni è disponibile la terapia enzimatica sostituiva, che consiste nella somministrazione per via endovenosa dell’enzima mancante per tutta la vita. L’enzima di sintesi riesce ad essere catturato dalle cellule andando a svolgere la funzione dell’enzima carente. L’inizio precoce della terapia è in grado di modificare radicalmente l’evoluzione della malattia. Purtroppo, tale terapia non è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e per tale motivo non ha alcuna efficacia sul sistema nervoso. La terapia viene somministrata per via endovenosa ogni 2 settimane. Per i pazienti adulti, affetti da MDG tipo 1 e con particolari caratteristiche genetiche, è disponibile anche una terapia orale in grado inibire la sintesi della glucosilcerebroside impedendo che il processo di accumulo nei lisosomi. Per i sintomi neurologici non esiste a tutt’oggi una terapia.
Nella MDG di tipo 1, il trattamento precoce consente una normalizzazione di tutti i parametri ed una normale aspettativa e qualità di vita. La MDG di tipo 2 è a prognosi infausta già nella prima infanzia. Nella MDG di tipo 3 la prognosi è legata al grado di coinvolgimento neurologico.
- Giovedì, 09 Febbraio 2023
- Ultima modifica: Giovedì, 09 Febbraio 2023
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Valentina Petrini (assistente sanitario)
Costanza Fiorelli (medico)
Antonia Mantella (biologa)
Michele Spinicci (medico)
Lorenzo Zammarchi (medico)
Il Centro di Riferimento Regionale della Toscana per lo Studio e la Cura delle Malattie Tropicali nasce dall’esigenza di fornire un servizio a coloro che viaggiano all’estero e rientrano con sospetta patologia d’importazione e alle persone provenienti dalle aree più povere del pianeta, affetti da patologie la cui diagnosi e terapia richiedono mezzi e competenze mirate.
Il Centro è stato istituito con delibera della Giunta Regionale n. 216 del 2002 ed afferisce alla Struttura Organizzativa Dipartimentale Malattie Infettive e Tropicali dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria areggi. Il Centro è costituito da un complesso integrato di laboratorio di ricerca, ambulatorio specializzato, Day Hospital e degenza ordinaria.
Il personale del Centro, afferente all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e all’Università degli Studi di Firenze, mette a disposizione dei cittadini l’esperienza clinica e diagnostica, maturata in molti anni di attività clinica e di ricerca realizzate in Paesi Tropicali.
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Consulenza clinica-diagnostica ai medici di base e colleghi specialisti per l’approccio diagnostico, clinico e terapeutico al paziente con sospetta patologia tropicale
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Assistenza diretta a persone con presunta patologia tropicale
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Attività nell’ambito della Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni, in particolare, assistenza ai viaggiatori di ritorno da paesi tropicale e agli immigrati regolari e irregolari
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Attuazione di programmi di sorveglianza epidemiologica di malattie tropicali e di importazione in collaborazione con la Regione Toscana e con le strutture sanitarie locali
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Partecipazione a TropNet, rete europea di sorveglianza delle patologie tropicali e d’importazione
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Informazione, formazione e aggiornamento di studenti e del personale sanitario sui temi della Medicina Tropicale
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Organizzazione di seminari e congressi relativi all’approfondimento di temi specifici
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Organizzazione del Corso di perfezionamento in Medicina Tropicale e Cooperazione Sanitaria
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Organizzazione del Corso di perfezionamento in Ecografia e Malattie Infettive nei Paesi a Risorse Limitate
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Organizzazione del Master interuniversitario di I livello Medicina Tropicale e Salute Globale
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Attività di ricerca scientifica e cooperazione sanitaria da oltre venticinque anni in Paesi dell’America Latina su temi nel campo batteriologico, virale e parassitario
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Coordinamento di progetti di ricerca internazionali realizzati con il contributo dell’Unione Europea, ONG italiane (MLAL, UCODEP, CMSR), Ministero Affari Esteri, Regione Toscana, Cassa di Risparmio di Firenze, 8x1000 Chiesa Valdese etc.
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Pubblicazione dei risultati ottenuti sulle principali riviste scientifiche del settore
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - Largo Brambilla n. 3, 50134 Firenze
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Richiesta del medico curante per visita infettivologica
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Prenotazione telefonica dal lunedì al venerdì ore 10:00 - 14:00 tel. 055 794 94 25
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tel 055 794 94 31
-
fax 055 794 77 10
-
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
an AIDS patient. Clin Microbiol Infect. 2022 Jan;28(1):64-65. doi: 10.1016/j.cmi.2021.03.017. Epub 2021 Apr 2. PMID: 33813123
Med Microbiol Immunol. 2019 Dec;208(6):727-730. doi: 10.1007/s00430-019-00611-y. Epub 2019 Apr 11. PMID: 30976912
doi: 10.1007/s15010-019-01279-5. Epub 2019 Feb 15. PMID: 30771194
Am J Trop Med Hyg. 2019 Mar;100(3):617-621. doi: 10.4269/ajtmh.18-0758. PMID: 30693857; PMCID: PMC6402919
PMCID: PMC5590585
10.1371/journal.pone.0069537. Erratum in: PLoS One. 2013;8(12). doi:10.1371/annotation/1bcc3e5b-1159-412b-be86-b18d94515cc2. PMID: 23922733; PMCID: PMC3726635
- Martedì, 12 Luglio 2022
- Ultima modifica: Lunedì, 02 Gennaio 2023
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La valutazione delle gestanti comprende un counseling riguardante la patologia infettiva per cui viene richiesta la consulenza e i relativi rischi per il feto che questa comporta, vengono fornite indicazioni sul prosieguo della gestazione relative ad accertamenti diagnostici e trattamenti farmacologici, volti al preservare la salute materna e quella fetale durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.
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accertamenti sierologici e microbiologici, al fine di diagnosticare o escludere una patologia infettiva in gravidanza, permettendo, così di ridurre il numero di accessi delle gestanti in ambulatorio anche in considerazione dell’eventuale distanza delle assistite
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trattamenti volti alla prevenzione di malattie infettive come la varicella e il morbillo
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somministrazione di antibiotici per via iniettiva/infusionale (come previsto per la sifilide, le infezioni delle vie urinarie etc.).
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trattamento antibiotico, desensibilizzazione ad antibiotici valutati indispensabili.
Il CRR MIG, in considerazione della multidisciplinarietà delle problematiche delle gestanti che si rivolgono ad esso, si avvale di collaborazioni all’interno della AOUC e di quelle dei Centri, delle Aziende Ospedaliere e delle USL della Regione Toscana.
Accesso
Contatti
dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 telefonando allo 055 7949425
urgenze dal lunedì al venerdì dalle ore 7.00 alle ore 18.30 telefonando allo 055 7949426
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il CRR MIG offre un servizio di consulenza telefonica (colloquio telefonico e televisita) mirato a ridurre ulteriormente le valutazioni ambulatoriali per problematiche meno complesse che possono essere risolte a distanza.
- Medicina Prenatale
- Microbiologia e virologia
- Neonatologia e terapia intensiva neonatale
- Ostetricia e ginecologia
- Ambulatorio Fisioparologia della riproduzione
- Ambulatorio Medicina Fetale e Diagnosi Prenatale
- CRR Tossicologia Perinatale
- CRR per lo Studio e la Cura delle Malattie Tropicali
- Programma Regionale "Chagas in gravidanza" della Regione Toscana
- Consultori USL Toscana Centro
- Neonatologie USL Toscana Centro
- Malattie Infettive AOU-Meyer
- Martedì, 26 Marzo 2019
- Ultima modifica: Lunedì, 21 Agosto 2023
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- la AL dovuta alla deposizione di catene leggere libere monoclonali
- l’amiloidosi ereditaria correlata alla deposizione transtiretina mutata (ATTRm)
- l’amiloidosi sistemica senile( TTR wt o SSA) correlata alla deposizione transtiretina wild type (wt)
- l’Amiloidosi AA, una forma più rara legata alla deposizione di una proteina di origine epatica (SAA serumAmyloid A protein).
- gestisce il percorso di diagnosi e cura dei pazienti affetti da Amiloidosi sistemica in contesto multidisciplinare e multiprofessionale, in rete interdipartimentale all’interno della AOU Careggi ed inter-ospedaliera intra e extraregionale.
- promuove la ricerca scientifica
- applica e sviluppa protocolli e Linee guida
- sviluppo di progetti specifici nell'ambito della didattica per studenti del corso di laurea, per medici in formazione specialistica
- inquadramento diagnostico del pazienti
- valutazione eventuale esame bioptico sul grasso periombelicale
- prescrizione di pacchetti di indagini strumentali e di laboratorio dedicati
- valutazione del percorso terapeutico
- impostazione dei successivi Follow Up
- Cardiomiopatie Unit
- Neurologia 2 - Dr. Alessandro Barilaro
- Nefrologia e Dialisi - Dr. Marco Allinovi
- Ematologia - Dott.ssa Elisabetta Antonioli
- Terapia cellulari e Medicina Trasfusionale - Dr.ssa Chiara Nozzoli
- Medicina Nucleare -
- Laboratorio generale Proteine e Immunometria - Dr.ssa Anna Lucia Caldini , Dr Alessandro Terreni
- Diagnostica Genetica Dr.ssa Luisa Candita
- Istologia patologica e diagnosi molecolari - Prof.ssa Daniela Massi, Dr. Luca Novelli, Dr.ssa Raffaella Santi, Dr.ssa Federica Vergoni
- Medicina interna ed epatologia Laboratorio - Dr.ssa Stefania Madiai, Tecnico di laboratorio Nadia Navari
Collaborazioni esterne
- Centro per lo studio e la cura della amiloidosi di Pavia
- Ospedale Sant’Orsola Malpighi Bologna
- CNR Fondazione Monasterio, Pisa
- Mercoledì, 03 Maggio 2017
- Ultima modifica: Giovedì, 09 Novembre 2023
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tel. (+39) 055 794 5345 fax (+39) 055 794 7450
Nel follow up:
Gabriele Viviani
Il Centro afferisce alla SOD Medicina e chirurgia di urgenza e accettazione e si occupa della diagnosi e della terapia in emergenza-urgenza della tromboembolia polmonare acuta.
Sedi di attività
-
Altre strutture del Dipartimento di Emergenza Accettazione
-
Altre strutture specialistiche, in particolare: Radiologie, Cardiologie, Cardiochirurgia, Rianimazioni, Malattie Aterotrombotiche
Collaborazioni Nazionali ed Internazionali
- Prof. Giancarlo Agnelli e Prof.ssa Cecilia Becattini Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Perugia
- Prof. Andrea Maria D’Armini, Dipartimento Cardiotoracovascolare, Università degli studi di Perugia
- Dr. Giovanni Volpicelli, Dipartimento di Emergenza, Ospedale Universitario San Luigi Gonzaga, Torino
- Dr. Fulvio Morello, Dipartimento di Emergenza, AOU- Città della Salute e della Scienza, Torino
- David Jiménez: Chief of the Respiratory Department and Medicine Department, Ramón y Cajal Hospital and Alcalá de Henares University, Madrid, Spain
- Jonathan A. Edlow, MD FACEP, Professor of Medicine and Emergency Medicine - Harvard Medical School, Vice-chair, Department of Emergency Medicine – BIDMC, Boston MA
- Christian Mueller: Chief of the Cardiovascular Research Unit, University Hospital of Basel, Switzerland
Studi clinici in corso:
-
Centro coordinatore dello studio: Studio prospettico, randomizzato e controllato di efficacia e sicurezza della terapia farmacologica accelerata con trombolitico in dose ridotta (attivatore tissutale del plasminogeno, tPA endovena) in pazienti con embolia polmonare a rischio intermedio HAEMO-LYSE Trial. Supportato da un grant Università degli studi di Firenze.
-
Centro coordinatore dello studio multicentrico: Prognostic Value of Plasma Lactate Levels Among Patients With Acute Pulmonary Embolism (TELOS), NCT01908231.
-
Centro coordinatore dello studio multicentrico: Accuracy of Multi-organ Ultrasound for the Diagnosis of Pulmonary Embolism (SPES), NCT01635257
-
Centro coordinatore dello studio Pulmonary Embolism Diagnosis: Ultrasound Wells Score vs Traditional Wells Score. NCT02190110.
- Nazerian P, Volpicelli G, Gigli C, Becattini C, Sferrazza Papa GF, Grifoni S, Vanni S; Ultrasound Wells study group. Diagnostic performance of Wells score combined with point-of-care lung and venous ultrasound in suspected pulmonary embolism. Acad Emerg Med. 2016 Nov 12. doi: 10.1111/acem.13130. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27859891.
-
Becattini C, Franco L, Beyer-Westendorf J, Masotti L, Nitti C, Vanni S, Manina G, Cattinelli S, Cappelli R, Sbrojavacca R, Pomero F, Marten S, Agnelli G. Major bleeding with vitamin K antagonists or direct oral anticoagulants in real-life. Int J Cardiol. 2016 Nov 9. pii: S0167-5273(16)33576-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.11.117. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27843050.
-
Vanni S, Nazerian P, Bova C, Bondi E, Morello F, Pepe G, Paladini B, Liedl G, Cangioli E, Grifoni S, Jiménez D. Comparison of clinical scores foridentification of patients with pulmonary embolism at intermediate-high risk ofadverse clinical outcome: the prognostic role of plasma lactate. Intern Emerg Med. 2016 Jun 28. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27350628.
-
Becattini C, Agnelli G, Lankeit M, Masotti L, Pruszczyk P, Casazza F, Vanni S,Nitti C, Kamphuisen P, Vedovati MC, De Natale MG, Konstantinides S. Acute pulmonary embolism: mortality prediction by the 2014 European Society of Cardiology risk stratification model. Eur Respir J. 2016 May 12. pii:ERJ-00024-2016. doi: 10.1183/13993003.00024-2016. [Epub ahead of print] PubMedPMID: 27174887.
-
Vanni S, Jiménez D, Nazerian P, Morello F, Parisi M, Daghini E, PratesiM,Lòpez R, Bedate P, Lobo JL, Jara-Palomares L, Portillo AK, Grifoni S. Short-termclinical outcome of normotensive patients with acute PE and high plasma lactate. Thorax 2015; 70:333-338.
-
Fernàndez C, Bova C, Sanchez O, Prandoni P, Lankeit M, Konstantinides S, Vanni S, Fernàndez-Golf C, Yusen RD, Jiménez D. Validation of a model for the identification of patients at intermediate to high risk for complications associated with symptomatic pulmonary embolism. Chest 2015; 148:211-218.
-
Nazerian P, Vanni S, Volpicelli G, Gigli C, Zanobetti M, Bartolucci M, Ciavattone A, Lamorte A, Veltri A, Fabbri A, Grifoni S. Accuracy of point-of-care multiorganultrasonography for the diagnosis of pulmonaryembolism. Chest. 2013 Oct 3. doi: 10.1378/chest.13-1087.
-
Vanni S, Viviani G, Baioni M, Pepe G, Nazerian P, Socci F, Bartolucci M, Bartolini M, Grifoni S. Prognostic Value of Plasma Lactate Levels Among Patients With Acute Pulmonary Embolism: The Thrombo-Embolism Lactate Outcome Study. Ann Emerg Med. 2013. S0196-0644(12)01645-9.
-
Vedovati MC, Becattini C, Agnelli G, Kamphuisen PW, Masotti L, Pruszczyk P,Casazza F, Salvi A, Grifoni S, Carugati A, Konstantinides S, Schreuder M,Golebiowski M, Duranti M. Multidetector CT scan for acute pulmonary embolism:embolic burden and clinical outcome. Chest. 2012 Dec;142(6):1417-24.
-
Becattini C, Agnelli G, Schenone A, Eichinger S, Bucherini E, Silingardi M, Bianchi M, Moia M, Ageno W, Vandelli MR, Grandone E, Prandoni P; WARFASA Investigators. Aspirin for preventing the recurrence of venous thromboembolism. NEngl J Med. 2012 May 24;366(21):1959-67.
-
Vanni S, Socci F, Pepe G, Nazerian P, Viviani G, Baioni M, Conti A, Grifoni S. High Plasma Lactate Levels Are Associated With Increased Risk of In-hospital Mortality in Patients With Pulmonary Embolism. AcadEmerg Med. 2011.18(8):830-5.
-
Vanni S, Nazerian P, Pepe G, Baioni M, Michele R, Grifoni G, Viviani G, Grifoni S. Comparison of two Prognostic Models for Acute Pulmonary Embolism: clinical vs right Ventricular Dysfunction Guided Approach. J ThrombHaemost. 2011
-
Becattini C, Agnelli G, Vedovati MC, Pruszczyk P, Casazza F, Grifoni S, Salvi A, Bianchi M, Douma R, Konstantinides S, Lankeit M, Duranti M. Multidetectorcomputed tomography for acute pulmonary embolism: diagnosis and riskstratification in a single test. Eur Heart J. 2011 Jul;32(13):1657-63.
-
Nazerian P, Vanni S, Zanobetti M, Polidori G, Pepe G, Federico R, Cangioli E, Grifoni S. Diagnostic accuracy of emergency Doppler echocardiography for identification of acute left ventricular heart failure in patients with acute dyspnea: comparison with Boston criteria and N-terminal prohormone brain natriuretic peptide. AcadEmergMed. 2010 Jan;17(1):18-26.
-
Becattini C, Agnelli G, Salvi A, Grifoni S, Pancaldi LG, Enea I, Balsemin F, Campanini M, Ghirarduzzi A, Casazza F; TIPES Study Group. Bolus tenecteplase for right ventricle dysfunction in hemodynamically stable patients with pulmonaryembolism. Thromb Res. 2010 Mar;125(3):e82-6.
-
Vanni S, Polidori G, Vergara R, Pepe G, Nazerian P, Moroni F, Garbelli E, Daviddi F, Grifoni S. Prognostic value of ECG among patients with acute pulmonary embolism and normal blood pressure. Am J Med 2009; 122(3):257-64.
-
Magazzini S, Vanni S, Toccafondi S, Paladini B, Zanobetti M, Giannazzo G, Federico R, Grifoni S. Duplex Ultrasound in the Emergency Department for the Diagnostic Management of Clinically Suspected Deep Vein Thrombosis. AcadEmerg Med 2007; 14:216-20.
-
Grifoni S, Vanni S, Magazzini S, Olivotto I, Conti A, Zanobetti M, Polidori G, Pieralli F, Peiman N, Becattini C, Agnelli G. Association of persistent right ventricular dysfunction at hospital discharge after acute pulmonary embolism with recurrent thromboembolic events. Arch Intern Med. 2006;166:2151-6.
-
Pieralli F, Olivotto I, Vanni S, Conti A, Camaiti A, Targioni G, Grifoni S, Berni G. Usefulness Of Bedside Testing For Brain Natriuretic Peptide To Identify Right Ventricular Dysfunction And Outcome In Normotensive Patients With Acute Pulmonary Embolism. Am J Cardiol, 2006, 97:1386 –1390.
-
Grifoni S, Olivotto I, Cecchini P, Pieralli F, Camaiti A, Santoro G, Conti A, Agnelli G, Berni G. Short-term clinical outcome of patients with acute pulmonary embolism, normal blood pressure, and echocardiographic right ventriculardysfunction. Circulation. 2000 Jun 20;101(24):2817-22.
-
Grifoni S, Olivotto I, Cecchini P, Pieralli F, Camaiti A, Santoro G, Pieri A, Toccafondi S, Magazzini S, Berni G, Agnelli G. Utility of an integrated clinical,echocardiographic, and venous ultrasonographic approach for triage of patientswith suspected pulmonary embolism. Am J Cardiol. 1998 Nov 15;82(10):1230-5.
- Martedì, 28 Febbraio 2017
- Ultima modifica: Martedì, 28 Febbraio 2017
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Queste le pubblicazioni scientifiche del Centro Antiveleni.
Magazine articles
Reports to congress
Books
- Giovedì, 27 Agosto 2015
- Ultima modifica: Martedì, 15 Novembre 2016
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Le informazioni sulle intossicazioni sono a cura dei medici del Centro Antiveleni di Firenze, hanno carattere divulgativo e non sostituiscono il parere diretto del medico tossicologo. In caso di sospetta o reale intossicazione contattare immediatamente il Centro Antiveleni.
La flora italiana conta più di 4000 specie diverse di piante. Fra queste, quelle definibili in qualche modo pericolose, secondo le conoscenze attuali, sono un centinaio circa.
Non si è sempre consapevoli dell’effettiva pericolosità di alcune piante, anche perché tra quelle incriminate se ne possono scoprire alcune molto comuni, reperibili ovunque e con un aspetto decisamente innocuo. È il caso del ciclamino (che oltre al sottobosco abita il terrazzo di casa nostra), dei coloratissimi anemoni, dei gialli ranuncoli che tappezzano tutta Italia nei campi primaverili, del rosso Anagallis, delle profumatissime caprifoglio e ginestra, degli aromatici germogli di vitalba.
Le dimensioni, la bellezza, il profumo o il piacevole aroma di una pianta non sono criteri sicuri per decidere se la stessa possa essere o meno pericolosa. Un criterio ancora meno sicuro è quello di affidarsi al fatto che la pianta sia comunemente consumata a scopo alimentare da animali a sangue caldo o da insetti. Infatti piante notoriamente tossiche per l’uomo possono essere invece innocue per alcune specie animali. I maiali, ad esempio, mangiano comunente e senza alcun problema i bulbi di ciclamino che sono invece tossici per l’uomo, così come gli uccelli beccano le bacche di vischio o di tasso che possono portare alla morte un bimbo in poche ore. Non sempre, inoltre, conviene prendere per buone le conoscenze tramandate per tradizione orale da parte di anziani che potrebbero non ricordarsi esattamente piante e dosi prescritte.
Non vogliamo certamente sostenere che dovremmo privarci del gusto di raccogliere, nelle dosi consentite dalle leggi vigenti, piante conosciute da sempre come la camomilla o il timo, di provare il piacere antico di confezionare una marmellata di ribes o mirtilli con frutti pazientemente cercati, di far conoscere ai nostri figli il sapore delle more appena colte. Dobbiamo però diffondere con forza il concetto che la natura non è solamente una sorta di “dispensa” da cui l’uomo può attingere continuamente senza rispettare alcuna regola.
L’urbanizzazione della popolazione lascia oggi meno spazio alla trasmissione di esperienze generazionali, e d’altra parte, l’ambiente cittadino non è certo quello migliore per imparare a distinguere le piante “buone” da quelle “cattive”, come un tempo avveniva nella cultura contadina. Una volta però proiettati, come spesso accade durante le vacanze, in ambienti naturali, l’incontro con frutti all’apparenza gradevoli, può indurre a comportamenti del tipo “cogli e mangia” talvolta solo credendo di conoscere la pianta. Purtroppo molte piante sono simili tra loro e soprattutto molti frutti sono assolutamente identici gli uni agli altri, così come certe bacche di ribes (eduli) sono simili alle bacche di Daphne mezereum (pericolose), e come le bacche di mirtillo (eduli) sono simili a quelle di Daphne oleoides.
La prevenzione in questo caso coincide esattamente con una conoscenza meno superficiale dell’ambiente e con un conseguente rispetto verso tutte le forme di vita, animali e vegetali. Un tale compito educativo deve rivolgersi principalmente verso i giovani, anche se le scelte più pesanti dal punto di vista della politica ambientale sono prese spesso non tenendo conto del rispetto degli equilibri ecologici.
Un immenso patrimonio di esperienze è tuttora conservato e ancora quotidianamente utilizzato in civiltà molto lontane da noi come quelle Indiana, Cinese, e molte Africane. Un patrimonio non trascurabile era proprio anche delle nostre tradizioni popolari, costituendo notoriamente una fitoterapia “pratica” che traeva le proprie origini da culture mediche antiche, come quelle greca e romana, a loro volta condizionate dalla medicina etrusca e araba. Proprio in Italia nacquero nel XVI secolo i primi “Giardini dei semplici” del mondo e già nel XIV secolo operava in Firenze la Scuola medico-chirurgica di Santa Maria Nuova, la più antica e importante del mondo occidentale fino al XVIII secolo. Certamente, nel tempo, le tradizioni locali hanno perso la loro importanza, ma resta il lavoro encomiabile di tutti quei ricercatori che, in questi ultimi anni, hanno cercato di riscoprire e documentare ciò che ancora resta di quel patrimonio di conoscenze, indubbiamente tuttora di importanza fondamentale per la ricerca medica.
Molte conoscenze sono tuttora da acquisire. Un numero ancora indefinibile, ma sicuramente elevato, di piante tropicali è in grado di fornire principi attivi indispensabili alla cura di antiche e nuove patologie. Per poter sfruttare in pieno questa ricchezza naturale occorre però che si arresti il processo di degrado dell’ambiente, soprattutto in quei paesi tropicali dove la biodiversità è più alta, e dove è quindi maggiori sono le probalità di riscontrare specie botaniche da cui poter estrarre principi attivi utilizzabili a scopo terapeutico. Una sfida questa, assieme a quella altrettanto importante per l’alimentazione, che andrà non solo combattuta ma inevitabilmente vinta se l’uomo vorrà ancora “abitare” per tempi lunghi questa pianeta.
Una pianta si può definire velenosa se contiene, in una qualsiasi parte, principi attivi in grado di arrecare un danno alla salute di chi ne viene, in qualsiasi modo, a contatto.
Esistono piante che contengono tossine sistemiche in grado di provocare intossicazioni molto pericolose e potenzialmente mortali come il Veratro, l’Oleandro, la Belladonna, la Cicuta; altre piante invece contengono principi attivi che inducono reazioni di tipo flogistico-irritativo solo a livello locale, mentre altre ancora possono risultare dannose solo in soggetti particolarmente sensibili come coloro in cui si possono scatenare fenomeni allergici più o meno gravi.
Molto spesso sentiamo parlare di piante “medicinali” e piante “velenose”, piante buone o cattive, secondo un vezzo, del tutto umano, di distinguere ciò che ci circonda in soggetti utili o meno a noi stessi. In realtà quando dividiamo le piante secondo queste categorie commettiamo un grosso errore di superficialità e di presunzione, fondati sull’assunzione di superiorità della nostra specie rispetto a tutto il resto dell’ambiente naturale che, al contrario, si è evoluto in genere molto prima di noi.
È evidente che non esistono in natura piante utili o piante dannose, ma è l’uso più o meno corretto che ne viene fatto da parte dell’uomo che determina il grado di pericolosità o di utilità di una pianta. La camomilla comune (Matricaria camomilla) è sicuramente una pianta innocua che consumiamo, adulti e bambini, regolarmente. Ha un’azione blandamente sedativa, calmante, favorisce sonni tranquilli. Ma un uso smodato, come l’assunzione di 5-6 tazze di infuso al giorno per lunghi periodi o a dosi particolarmente concentrate, può portare a disturbi cardiaci, seppur di grado lieve, ansia ed insonnia. Piante come il tasso (Taxus baccata) o la belladonna (Atropa belladonna) sono piante che, nel caso di ingestione, anche accidentale, possono potenzialmente portare alla morte. Eppure, non molti anni fa, dalle foglie e dalla corteccia del tasso si è estratto un principio attivo dimostratosi un efficace rimedio nel trattamento di alcuni tumori; l’atropina, estratta dalla belladonna, è un principio non solo diffusamente impiegato per lo studio della fisiopatologia oculare, ma soprattutto è farmaco di importanza fondamentale in medicina di urgenza ed antidoto in alcune pericolose intossicazioni. Gli alcaloidi presenti nelle foglie di Erythroxylon coca sono stati per secoli utilizzati nelle cerimonie religiose dalle popolazioni del Sud America. La cocaina, il più noto degli alcaloidi farmacologicamente attivi della pianta, è stata diffusamente impiegata nella prima parte del secolo scorso, in Occidente come anestetico locale e vasocostrittore nella chirurgia oculare ed otoiatrica; d’altra parte la diffusione dell’abuso della cocaina come stimolante ha portato ai noti problemi sanitari, sociali e politici legati al commercio e spaccio della droga. Tali concetti sono ben noti a chi tratta o si cura con metodi fitoterapici ed omeopatici, in quanto consapevole che alcuni rimedi comunemente usati in questi tipi di medicina, ormai non più “alternative”, sono farmaci potenzialmente mortali se usati scorrettamente, come ad esempio la stricnina. Anche alcune piante ornamentali, come la pervinca, possono rappresentare, al di là del loro valore estetico, un patrimonio importante per la medicina, nel caso specifico come fonte di farmaci per la lotta contro le leucemie.
I frutti rappresentano l’elemento vegetativo sicuramente più appariscente e soprattutto “invitante” della pianta. L’uomo, da sempre, ha utilizzato i frutti delle piante per la propria alimentazione cercando di coltivare le varietà migliori dal punto di vista organolettico o produttivo. E’ riuscito, in molti casi, a trasformare frutti velenosi in frutti non solo eduli ma ricchi di vitamine e sali minerali; l’esempio più famoso è dato da piante della famiglia delle Rosaceae e soprattutto del genere Prunus, che annoverano alberi da frutto come il pesco, l’albicocco, il susino, il mandorlo. Tutte queste piante, così come il melo ed il pero, erano un tempo velenose e traccia della loro primitiva pericolosità è rimasta, ancora oggi, nei semi che liberano acido cianidrico, fortunatamente in piccole quantità. I semi hanno in genere colorazioni vivaci, rosse e nere, che servono da richiamo per quegli animali che hanno l’incarico, dopo averli ingeniti, di disperderli nell’ambiente, assicurando così la sopravvivenza della specie. Ma, oltre a questi animali, anche i bambini e qualche volta gli adulti (!) sono attratti dai colori e dalle appetibilità dei frutti, specialmente quelli carnosi e più grandi; sfortunatamente le loro aspettative non sono sempre soddisfatte ed in molti casi sia l’aspetto che la colorazione accattivanti nascondono insidie pericolose.
Le fonti principali di notizie relative all’epidemiologia delle intossicazioni, vere o presunte, da tossine vegetali sono i dati pubblicati dai Centri Antiveleni, che però fatalmente non registrano il non trascurabile numero dei casi trattati direttamente dai medici di famiglia e dai farmacisti.
Le intossicazioni da piante costituiscono il 4,8 – 6,6 % del numero totale delle richieste d’informazioni relative ad avvelenamenti, nelle casistiche armonizzate dei Centri Antiveleni Italiani relative all’ultimo decennio.
Dati simili sono estrapolabili sia dall’analisi dei dettagliati Annual Reports dell’ AAPCC (American Association of Poison Control Centers), da cui emerge che nel 2002 il numero di chiamate giunte è risultato circa il 3.6 % del totale (84.578 su 2.380.028), sia dalle statistiche fornite annualmente dai Centri Antiveleni Europei.
Dati altrettanto omogenei sono quelli indicativi sia dell’età dei pazienti intossicati, in quanto in circa l’80% dei casi trattasi di bambini al di sotto dei 5 anni, sia di come le piante di appartamento rappresentino la maggiore fonte di esposizione. Fortunatamente la maggior parte di questi incidenti (80%) rimane asintomatica, mentre nel 15% risultano soltanto effetti minori da irritazione delle mucose orofaringee e gastrointestinali.
Nel 7% dei casi è necessario ricorrere ad un approccio medico, ma in meno dell’1% sono osservabili segni di transitori (ipertermia, ipotensione, disorientamento) di intossicazione sistemica. In realtà poche specie botaniche (Nerium oleander, Digitalis purpurea, Ricinus communis, Cicuta maculata, Solanum pseudocapsicum, Nicotiana glauca, Datura stramonium, Veratrum spp, Senecio longilobus, Colchicum autumnale etc.) sono in grado di indurre una intossicazione grave (0.02% dei casi) e rari (0.001%) sono i casi fatali riportati annualmente nelle casistiche internazionali.
Il relativo impatto clinico delle intossicazioni da piante emerge dal confronto con i dati relativi al totale generale delle intossicazioni, che indicano un’incidenza di quadri clinici minori nel 22.3% dei casi, moderati nel 2.3%, gravi nel 0.3%, mortali nel 0.04%.
La modalità dell’esposizione dipende molto dall’età dei pazienti. L’elevata incidenza in età pediatrica, ovviamente per lo più accidentale, può essere facilmente spiegata considerando che i bambini più piccoli portano alla bocca e spesso masticano tutto ciò che sono in grado di raggiungere, come appunto le foglie, i fiori ed i frutti delle piante da appartamento, e dopo aver raggiunto un maggior grado di autonomia, di quelle presenti nell’habitat naturale. Dai 4 ai 7 anni è invece il gioco, parodia delle attività dei genitori (ad esempio la cucina), l’attività che gli espone al rischio.
Per quanto riguarda gli adulti, i rischi da esposizione sono, ancora una volta, nella maggioranza dei casi, di tipo accidentale sia per contatto che ingestione. Per contatto, tipicamente durante attività di giardinaggio o di orticoltura, si possono verificare segni e sintomi da irritazione locale di tipo fisico (penetrazione cutanea di spine, aculei) o chimica (diterpeni, lattoni, ossalati), fotodermatiti, dermatiti allergiche. L’ingestione di parti di piante tossiche è invece quasi sempre deliberata. Nella maggioranza dei casi si tratta di errori nel consumo di specie ritenute eduli, in altri casi di impiego a scopo suicidario, più raramente a scopo doloso. Talvolta si rilevano casi di intossicazione dovuti all’abuso di piante conteneti principi psicoattivi, come avviene per la Datura stramonium, (effetti allucinogeni ed anticolinergici), la Chata edulis, che contiene lo stimolante catinone, la Cannabis indica che contiene i cannabinoidi.
Un’ultima considerazione è necessaria relativamente agli effetti avversi dell’uso di preparati erboristici impiegati a scopo terapeutico, materia oggetto di frequenti revisioni, con emanazione periodica di “position statements” da parte delle associazioni scientifiche di riferimento. L’uso di rimedi erboristici e di cibi naturali ha avuto recentemente un’enorme diffusione in Occidente e si ritiene che circa il 25% della Farmacopea sia basata su rimedi “naturali”.
Un problema emergente, ormai noto ai tossicologici clinici, è quello legato all’impiego di rimedi terapeutici di derivazione vegetale spesso sconosciuta da parte di etnie di recente immigrazione che importano la loro “medicina tradizionale”, basata talora su piante o erbe esotiche. Altro problema nuovo è quello dell’abuso, crescente in certe fasce giovanili di popolazione, di prodotti vegetali non autoctoni (cosiddette ecodroghe o smart drugs) contenenti principi psicoattivi generalmente eccitanti.
Un numero sempre maggiore di prodotti è quindi disponibile per la libera scelta dei consumatori. Il commercio di queste preparazioni non sempre è regolato da normative puntuali, ed i rischi relativi al loro uso non sono segnalati sistematicamente. Il rischio appare relativo, seppur difficile da determinare. La maggioranza dei casi noti possono essere attribuiti non alla tossicità intrinseca della pianta stessa, ma alla sua sostituzione nel preparato con un'altra simile, alla contaminazione, deliberata o no, del preparato con sostanze chimiche, metalli, microrganismi patogeni. In qualche caso è in effetti la pianta stessa presente nel prodotto l’origine dei disturbi. Talvolta si tratta di piante la cui tossicità è nota, ma il preparato viene usato senza che i pazienti abbiano ricevuto una adeguata informazione sui potenziali effetti collaterali, o che gli stessi non siano riportati nel foglietto illustrativo. Tali informazioni, così come le garanzie sulla qualità, identità, purezza e sicurezza del preparato possono essere certe solo se il prodotto viene distribuito nei circuiti ufficialmente deputati. Come avviene per i farmaci di uso comune, gli incidenti possono essere dovuti al non rispetto delle dosi indicate, alle interazioni con i farmaci tradizionali o con gli alimenti.
Riassumendo, possiamo comunque concludere che le esposizioni a piante tossiche non sono rare, che colpiscono soprattutto i bambini sotto i 5 anni, che generalmente sono senza conseguente, ma in qualche caso possono causare gravi ripercussioni sulla salute degli individui colpiti.
Gli operatori sanitari dovrebbero quindi essere capaci di distinguere, nella moltitudine delle esposizioni, quelle banali da quelle in grado di provocare un serio pericolo. Tale compito può comunque risultare improbo dal momento che la pianta coinvolta resta molto spesso ignota. In molti casi, anche ad identificazione avvenuta, resta lo stesso difficile formulare una prognosi, a causa della variabilità da un caso all’altro, della quantità di tossine assunte.
Numerosi fattori condizionano la portata clinica della singola esposizione ad una pianta tossica:
- geografici (qualità chimiche del terreno)
- stagionali e metereologici (clima, variabilità delle precipitazioni)
- parte della pianta assunta (vairiabilità della concentrazione delle tossine nei frutti, foglie, fusto, radici)
- assorbibilità e biodisponibilità delle tossine
- fattori individuali (età, patologie concomitanti)
La tossicità delle piante è di solito legata al genere a cui esse appartengono, sebbene possano esistere notevoli variazioni fra le diverse specie; proprio per questo ne è fondamentale l’esatto riconoscimento. Il compito è spesso difficile come ad esempio può avvenire nel caso di una consulenza telefonica con una madre agitata perché il suo bambino ha ingerito un numero imprecisato di “piccole bacche rosse”, praticamente ubiquitarie, o perché dipende dall’assoluta ignoranza, a livello dell’utente come del professionista, sia del nome gergale che di quello botanico della pianta. Per questo, in caso di un’intossicazione da veleni vegetali, è raccomandabile che una porzione della pianta, comprendente anche le parti riproduttive, debba essere a disposizione dei sanitari o dei botanici per un tentativo di riconoscimento. A questo proposito esistono supporti consistenti in atlanti illustrati, databases impostati su chiavi di interpretazione, e da qualche anno innumerevoli siti web, di cui spesso non è possibile controllare né l’appropiatezza delle fonti, nè i criteri con cui vengono attinte le informazioni. Da rilevare, inoltre, che il management clinico dei casi è complicato sia dalla esigua presenza in letteratura di “case reports”, sia di linee guida di trattamento di queste particolari intossicazioni, sia dalla mancanza di antidoti verso la maggior parte delle tossine vegetali.
Sulla base di queste premesse è nata quindi l’idea di un progetto di collaborazione tra l’Orto Botanico di Firenze ed il Centro Antiveleni (CAV) della Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze per la creazione di un supporto multimediale, di agile consultazione, ad uso non solo del pubblico ma anche di quegli operatori sanitari, specialmente quelli appartenenti ai Dipartimenti di Emergenza Urgenza e dei Pronto Soccorso, che possano frequentemente trovarsi a contatto con casi di avvelenamenti più o meno seri prodotti da ingestione e/o contatto con materiale vegetale.
Lo scopo che ci siamo prefissi, fondendo da una parte il patrimonio di conoscenze dell’Orto Botanico con quelle del CAV, è stato quello di tentare di fornire un elenco il più completo possibile delle piante coinvolte in casi di avvelenamento in Italia, del quadro clinico che ne consegue, degli interventi appropriati da mettere in atto nei casi specifici.
L’entità dei danni, nel caso di un incontro occasionale fra una pianta contenente sostanze tossiche e l’uomo, è molto variabile.
Seguendo un criterio basato su una scala di gravità potremmo parlare di piante “innocue”, di piante “pericolose” in grado di provocare, soprattutto per ingestione, intossicazioni più o meno gravi, di piante “mortali” come la Belladonna, il Veratro, l’Aconito, l’Oleandro. È opportuno però specificare che non esiste un criterio rigido per definire la pericolosità di una pianta, perché la quantità del principio tossicologicamente attivo presente dipende da una somma enorme di variabili, fisiche e biologiche, quali l’andamento climatico e la variabilità delle precipitazioni stagionali, le qualità chimiche del terreno, l’intensità dell’esposizione della pianta al sole.
La gravità dell’intossicazione è inoltre strettamente correlata alla quantità di materiale vegetale ingerito, all’età dell’intossicato e al suo stato precedente di salute; questa mole di variabili, quindi, ne rende spesso la prognosi molto difficile.
Le tossine presenti nelle piante sono associate ad una varietà di manifestazioni cliniche molto ampia, potendo indurre effetti clinici dose-dipendenti (predicibili), idiosincrasici (non predicibili), a lungo termine (da assunzione cronica), ritardati (carcinogenetici, teratogenetici). Quasi sempre una specie botanica contiene più di una tossina ed inoltre una tossina produce spesso più di un effetto biologico, complicando notevolmente la proposizione di una classificazione sistematica dei loro effetti nocivi.
Secondo molti Autori è comunque possibile tentare una classificazione degli effetti tossici che le piante esercitano sull’organismo umano in base all’area fisiologica principalmente coinvolta:
1-Effetti tossici sul sistema cardiovascolare
Le tossine presenti nelle specie cardiotossiche (Aconitum napellus: aconitina; Nerium oleander: glucosidi; Digitalis purpurea: glucosidi; Rhododendron spp: graianotossine) interessano direttamente il miocardio in senso meccanico (diminuzione o aumento della portata) e/o elettrofisiologico (aumento / diminuzione della frequenza, dell’eccitabilità, della conduzione in grado di generare ogni tipo di artmie), od il sistema vascolare periferico (vasodilatazione / vasocostrizione locale o sistemica).
2-Effetti tossici sul sistema nervoso centrale e periferico di tipo nicotinico (Conium maculatum: coniina; Nicotina glauca: nicotina), anticolinergico (Atropa belladonna, Datura stramonium: atropina ed alcaloidi atropino-simili), eccitatorio/proconvulsivante (Cicuta spp: cicutotossina; Oenanthe: oenantotossina; Strychnos nux-vomica: stricnina), psicoattivo/allucinogeno (Myristica fragrans: miristicina), in grado di determinare:
- disturbi delle funzioni degli organi di senso (particolarmente occhio ed orecchio)
- alterazioni neurologiche e psichiatrico/comportamentali (midriasi, tremori, ipertermia, eccitazione, ansia, allucinazioni, convulsioni)
- compromissione dello stato di coscienza fino al coma
- effetti indiretti sul sistema muscolare, mediati dal sistemi simpatico e parasimpatico, che possono portare a blocchi parziali o totali dei muscoli legati alla meccanica respiratoria
3-Effetti tossici sull’apparato gastroenterico da toxoalbumine (Ricinus communis; Robinia pseudoacacia), saponine (Aesculus hippocastanum; Helleborus spp; Ilex acquifolium), ossalati insolubili (Philodendron spp; Diffenbachia spp; Colocasia spp) inducenti gastroenteriti accompagnate da dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, con rischio nei casi più gravi di complicanze sistemiche da disidratazione e disordini elettrolitici.
4-Effetti tossici metabolici, come quelli provocati da semi di piante contenenti glucosidi cianogenici (Prunus laurocerasus, Prunus spp). Tali glucosidi, specialmente l’amigdalina, sottoposte ad idrolisi a livello gastrointestinale, liberano acido cianidrico che notoriamente si lega ai citocromi mitocondriali, bloccando l’utilizzazione cellulare dell’ossigeno (anossia istotossica), con possibili gravi complicazioni come coma ed acidosi metabolica, a rischio di mortalità. Fortunatamente le usuali ingestioni di pochi semi non sono da considerare pericolose data la piccola quantità di glucosidi presenti.
5-Effetti tossici renali
- acuti da ipovolemia, rabdomiolisi o da necrosi tubulare acuta secondaria a shock o (insufficienza renale acuta)
- cronici come quelli determinati dall’acido aristolochico (Aristolochia) che induce fibrosi dell’organo o da ossalati solubili, che si depositano a livello del nefrone come sali di calcio (insufficienza renale cronica)
6-Effetti tossici epatici da uso cronico (te, infusi) di piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici (Senecio, Crotolaria, Heliotropium). La tossicità di tali alcaloidi è subordinata alla loro trasformazione metabolica in pirrolati, agenti alchilanti, in grado di determinare occlusione delle vene sovraepatiche, epatomegalia, cirrosi, epatocarcinoma.
7-Reazioni cutanee localizzate di tipo flogistico e da sensibilizzazione.
- Meccaniche dovute a penetrazione di spine, aculei, etc. (Diffenbachia, Philodendron, Euphorbia etc.) a rischio di contaminazione batterica e fungina.
- Chimiche-irritative da ossalati, enzimi proteolitici, di terpeni (Euphorbia, Toxicodendron, Spathiphyllum, Urtica) inducenti eritema, prurito, vescicole, ustioni
- Dermatiti da contatto da sensibilizzazione ad allergeni (urusciolo) contenuti nelle piante (Amaryllidaceae, Anacardiaceae, Asteraceae, Brassicaceae, Euphorbiaceae, Liliaceae, Primulaceae, Rutaceae) caratterizzate da eritema, vescicole, prurito, bruciore, vescicole
- Fitofotodermatiti da furanocumarine (psoraleni) fotosensibilizzanti (Apiaceae, Brassicaceae, Fabaceae, Moraceae, Ranunculaceae, Rosaceae, Rutaceae) caratterizzate da eritema, papule evolventi in bolle, residua iperpigmentazione indotti dall’esposizione cutanea alla luce solare (raggi UVA) dopo l’avvenuto contatto con le piante
8-Allergie sistemiche di gravità e trofismo variabile (orticaria, edema di Quinck, asma, shock anafilattico).
Quanto segue è di interesse esclusivo dei sanitari; non sostituisce il parere diretto del medico tossicologo. In caso di sospetta o reale intossicazione contattare immediatamente il Centro Antiveleni.
L’approccio terapeutico nei confronti delle intossicazioni vere o presunte da piante non si discosta da quello codificato per tutte le altre noxae tossicologiche. Fortunatamente, anche nella maggior parte delle esposizioni a piante sono sufficienti, una volta che queste sono state identificate, solo informazioni sulla eventuale comparsa di sintomi ed eventuali comportamenti da mettere in atto, e rassicurazioni sull’evoluzione dell’evento. Negli altri casi, in cui esiste un reale rischio tossicologico, possiamo ricorrere alle manovre di decontaminazione, depurazione, agli antidoti, senza ovviamente dimenticare l’importanza fondamentale del trattamento base-supportivo.
Decontaminazione
Nei casi di ingestione la decisione di svuotare lo stomaco dipende dalla potenziale tossicità della pianta, dalla sintomatologia in atto, dal tempo trascorso dall’evento. In realtà è difficile rimuovere dal tratto gastro intestinale foglie, bacche, ramoscelli, perfino usando sonde oro-gastriche di diametro maggiore. Non secondario è il rischio dell’induzione di emesi nelle situazioni di ingestione di notevole quantità di materiale vegetale che potrebbe provocare ostruzione delle vie aeree. L’uso del Carbone Attivato è invece raccomandato.
Le ferite da penetrazione di spine, aculei, ecc., inducono reazioni flogistiche locali di natura chimica o microbiologica. La rimozione accurata dei corpi penetranti, la profilassi antitetanica sono raccomandate, la terapia antibiotica può essere indicata.
Depurazione
Il tentativo di aumentare l’eliminazione delle tossine vegetali assorbite, ricorrendo a tecniche di depurazione non invasive (diuresi forzata) ed invasive (emoperfusione, emodialisi), non è generalmente fruttuoso a causa dell’alto Volume di Distribuzione di molte di queste molecole. L’uso del Carbone Attivato in Dosi Multiple rappresenta un’alternativa valida, presentando inoltre un rischio limitato.
Antidotismo
Pochi antidoti (farmaci specificamente capaci di ridurre o annullare l’azione tossica di un dato veleno) sono realmente disponibili per il trattamento delle intossicazioni da veleni vegetali; tuttavia ne deve essere sottolineata l’indicazione in alcune particolari e potenzialmente letali intossicazioni, quali quelle da piante contenti glucosidi cardioattivi (Digitalis purpurea, Nerium oleandrum: Fab antigitale), alcaloidi anticolinergici (Atropa belladonna, datura stramonium: fisostigmina), glucosidi cianogeni (Hydrangea macrophylla DC, Prunus laurocerasus L, Prunus sp.pl.: sodio nitrito, nitrito d’amile, sodio tiosolfato, idrossicobalamina)
Base supportivo
In ogni intossicazione sono essenziali: la protezione delle vie aeree, l’adeguata ventilazione, il sostegno della funzione cardiovascolare, il controllo delle convulsioni e dell’ipertermia, la previsione ed il trattamento dei danni d’organo o interessamento sistemico e delle eventuali complicanze .
- Ellenhorn MJ, Barceloux DG. Medical Toxicology. Diagnosis and Treatment of Human Poisoning. Elsevier, New York, Amsterdam, London, 1988.
- Bruneton J. Toxic Plants Dangerous to Humans and Animals. Lavoiser Publishing, Paris, 1999.
- Haddad LM, Shannon MW, Winchester JF. Clinical Management of Poisoning and Drug Overdose. WB Saunders Company, Philadelphia, London, Toronto, Third Edition, 1998.
- Goldfrank LR, Flomenbaum NE, Lewin NA, Weisman RS, Howland MA, Hoffman RS. Goldfrank’s Toxicological Emergencies., McGraw Hill, New York, Sixth Edition 1998.
- Thomson Healthcare Series Vol. 129/2006 Micromedex, Poisindex
- Primo Botti
- Bassam Dannaoui
- Francesco Gambassi
- Paolo Luzzi
- Sabatino Varriale
- Lunedì, 17 Febbraio 2014
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Equipe
Betti Giusti
Elena Sticchi
Il Centro afferisce alla SOD Malattie Aterotrombotiche e si occupa principalmente del trattamento delle seguenti patologie:
- sindrome di Marfan
- sindromi di Ehlers-Danlos
- osteogenesi imperfetta
- sindrome di Stickler
- ectopia della lente
- aneurisma aortico toracico
- aneurisma aortico addominale
- sindrome di Loeys Dietz
- sindrome della tortuosità dei vasi
- sindrome MASS
- sindrome del prolasso della valvola mitrale
- valvola aortica bicuspide
- cutis laxa
-
omocistinuria
- Diagnosi clinica e differenziale della sindrome di Marfan e patologie correlate e follow-up
- terapia farmacologica delle manifestazioni cardiovascolari e osteoarticolari
- counseling genetico della sindrome di Marfan e patologie correlate
- valutazioni, misurazioni e consigli fisioterapici
- rilascio di attestazione per il riconoscimento della patologia rara
- consulenza telefonica per rispondere a quesiti o dubbi dei pazienti affetti da sindrome di Marfan e patologie correlate
- consulenza per diagnosi clinica e differenziale della sindrome di Marfan e patologie correlare in pazienti ricoverati in altre SOD
• Aritmologia
• Unità clinica di cardiologia generale interventistica
• Cardiochirurgia
• Chirurgia Vascolare
• Riabilitazione
• Genetica Medica
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• Ortopedia
• Dipartimento dei servizi - area diagnostica per immagini
Attività di laboratorio
- caratterizzazione di mutazioni nei geni coinvolti (e.g. FBN1, TGFBR1, TGFBR2)" con "• caratterizzazione di mutazioni nei geni associati (da singoli geni e.g. FBN1, TGFBR1, TGFBR2 a panneli più ampi di geni mediante sequenziamento ad elevata produttività)
- ricerca di mutazioni note nelle famiglie
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- Mercoledì, 05 Febbraio 2014
- Ultima modifica: Venerdì, 14 Agosto 2020
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Responsabile Prof. Luca Massacesi
Anna Maria Repice (coordinatore)
Claudia Mechi
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Ilenia Zilio (psicologo)
Il Centro si avvale inoltre della collaborazione di ricercatori e medici specialisti in formazione.
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Il Centro di Riferimento Regionale per Il trattamento della Sclerosi Multipla afferisce alla SOD Neurologia 2 di cui condivide posti letto in regime di Degenza Ordinaria e Day Hospital. Il Centro è costituito da un'equipe di medici neurologi particolarmente esperti nella diagnosi e nel trattamento della Sclerosi Multipla e in generale delle malattie infiammatorie autoimmuni del Sistema Nervoso Centrale. Il Centro si avvale della collaborazione di una psicologa, di ricercatori medici specialisti neurologi in formazione e, dove è necessario, di medici afferenti alla AOUC per una presa in carico multidisciplinare. Collabora attivamente con la SOD della Neuroradiologia con posti letto di Risonanza Magnetica dedicati. Il centro collabora con la SOD Terapie Cellulari e Medicina Trasfusionale per il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche in Sclerosi Multipla.
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visita neurologica con raccolta dell'anamnesi in pazienti con sospetto di malattia infiammatoria - demielinizzante del sistema nervoso
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- rachicentesi diagnostiche
- terapia riabilitativa
- ricovero per eventi acuti anche provenienti dal DEAS Pronto Soccorso, o per complicanze di particolare gravità e complessità in riferimento a diagnosi e terapie
Sedi di attività
Poliambulatorio CTO Padiglione 25, piano terra
- Lunedì, 27 Gennaio 2014
- Ultima modifica: Giovedì, 21 Settembre 2023
- Visite: 100242
Il Centro si avvale inoltre della collaborazione di ricercatori e medici in formazione e di altri specialisti della Struttura Organizzativa Dipartimentale Geriatria-UTIG.
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Inquadramento clinico e follow-up di pazienti anziani con ipertensione arteriosa essenziale e secondaria
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monitoraggio pressorio nelle 24 ore
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inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione resistente
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inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione arteriosa ed ipotensione ortostatica e anziani affetti da malattie croniche quali Morbo di Parkinson e decadimento cognitivo, che rendono difficile e peculiare il trattamento dell’ipertensione arteriosa
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consulenze e collaborazione con altri reparti e con il Dipartimento Emergenza Accettazione della AOU Careggi per pazienti ipertesi difficili e con crisi ipertensive
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Syncope Unit della stessa SOD per pazienti ipertesi anziani con sincope, caduta non spiegata o disautonomia
- Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) della stessa SOD per i pazienti con decadimento cognitivo, sospetto o accertato• Altri ambulatori di ecocardiografia ed ecocolorDoppler della stessa SOD per l’inquadramento del danno d’organo ipertensione-correlato
- Ambulatori della SOD di Endocrinologia, per i pazienti con sospetta ipertensione secondaria di origine endocrina
- Ambulatori della SOD Pneumologia e Fisiopatologia Toracopolmonare per i pazienti con sospetta sindrome delle apnee ostruttive del sonno, compreso il Centro Antifumo per i pazienti con problematiche correlate all’abitudine tabagica
- Ambulatori della SOD di Nefrologia, Dialisi e Trapianto per i pazienti con insufficienza renale cronica avanzata
- SOD di Interventistica Cardiologica Strutturale e di Cardiologia Generale per i pazienti con indicazione a procedure angiografiche diagnostiche o terapeutiche, compresa la denervazione renale
- Mercoledì, 08 Gennaio 2014
- Ultima modifica: Giovedì, 15 Settembre 2022
- Visite: 62704
- supporto diagnostico e clinico per pazienti con patologie vascolari complesse in collaborazione con altre discipline mediche e chirurgiche
- attività didattica a favore dei medici in formazione
- promozione e collaborazione a progetti di ricerca nell’ambito delle malattie vascolari
- diagnostica vascolare del trapianto renale
- diagnostica vascolare nelle trombosi dell’arto superiore, nell’ambito della sindrome dell’egresso toracico
- diagnostica vascolare nelle arteriopatie periferiche complesse , nelle nefrovasculopatie, nel follow-up dopo angioplastica percutanea
- supporto diagnostico e clinico per il trattamento delle ulcere degli arti inferiori (Ambulatorio Ulcere Vascolari)
- Nefrologia, dialisi e trapianto
- Urologia oncologica mininvasiva robotica ed andrologica
- Chirurgia urologica robotica, mininvasiva e dei trapianti renali
- Chirurgia Vascolare
- Ortopedia Oncologica e ricostruttiva
- Chirurgia plastica ricostruttiva e microchirurgia
- Chirurgia e microchirurgia ricostruttiva della Mano
- Chirurgia Maxillo-Facciale
- Otorinolaringoiatria
- Chirurgia della mammella
- Malattie Aterotrombotiche
- Medicina interna interdisciplinare
- Radiodiagnostica 5
- Riabilitazione
- Giovedì, 19 Dicembre 2013
- Ultima modifica: Lunedì, 19 Gennaio 2015
- Visite: 56587
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elaborazione e sperimentazione di percorsi di cura innovativi multi e interdisciplinari, per il trattamento di pazienti con sindrome coronarica acuta a evoluzione complicata o a elevato rischio di disabilità
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esiti di rivascolarizzazione coronarica complessa o incompleta
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scompenso cardiaco cronico
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portatori di dispositivo di assistenza ventricolare.
- Venerdì, 07 Giugno 2013
- Ultima modifica: Giovedì, 01 Giugno 2023
- Visite: 87374
Patologie trattate
- Crioglobulinemia mista
- Sindrome di Behçet
- Porpora di Henoch-Schonlein
- Sindrome di Cogan
- Poliangioite microscopica
- Panarterite Nodosa
- Sindrome di Kawasaky
- Sindrome di Churg Strauss
- Granulomatosi di Wegener
- Arterite gigantocellulare
- Arterite di Takayasu
Attività
Attività clinica in regime ambulatoriale
- Valutazione di screening iniziale (prenota prima visita a CUP)
- follow-up periodico dopo la diagnosi delle principali patologie di competenza
- Controlli periodici dei pazienti in terapia immunosoppressiva
Attività clinica in regime di Day Hospital e ambulatorio terapeutico
- Programmi terapeutici con farmaci immunosoppressori tradizionali e/o immunoglobuline
- Terapie innovative con farmaci biologici e protocolli terapeutici mirati sulle singole patologie di competenza
Principali collaborazioni con Associazioni di pazienti
- Lunedì, 02 Luglio 2012
- Ultima modifica: Mercoledì, 23 Settembre 2020
- Visite: 132136
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- sviluppa progetti di integrazione con le altre attività di fitoterapia del SSR coordinandone i 9 ambulatori
- definisce protocolli terapeutici sull’uso dei fitoterapici valutando i vantaggi e gli svantaggi dell’ uso degli stessi e le possibili interazioni con la farmacopea ufficiale, in particolare nel settore oncologico
- realizza studi di valutazione di efficacia, anche di tipo multicentrico, sull’uso della fitoterapia in collaborazione con le strutture pubbliche toscane
- fornisce consulenza specialistica per problemi clinici e normativi sia a enti pubblici (Regioni, Aziende sanitarie, Istituti di ricerca) che a privati cittadini
- partecipa ai processi di accreditamento degli eventi formativi specifici
- collabora alla definizione dei percorsi di formazione sul rischio clinico e miglioramento degli standard di sicurezza dei pazienti in ambito di Medicine complementari (MC) e Medicine non convenzionali (MnC)
- realizza progetti di formazione e aggiornamento per operatori del SSR e privati
- collabora con le scuole di formazione sia pubbliche che private di MC con sede regionale, di comprovata esperienza, per consentire la formazione pratica degli studenti
- contribuisce alla messa in rete delle informazioni per l’Osservatorio regionale, che ha sede presso la Struttura di riferimento regionale
- effettua un servizio di informazione telefonica su fitoterapici e farmacovigilanza
- realizza iniziative culturali regionali e nazionali per l’utenza e gli operatori in ambito fitoterapico
- realizza il registro degli erboristi toscani e attività di consulenza e formazione
- conduce attività di studio nell’ambito dell’etnomedicina
- collabora con le Strutture di riferimento (Medicina integrata (MI) Unit) alla realizzazione di servizi di MC aziendali e le Aziende USL/AOU, le strutture della Cooperazione internazionale regionali, progetti di cooperazione sanitaria internazionale nell’ambito delle MC e MnC
- contribuisce alla individuazione di modelli di ricerca che tengano conto delle peculiarità delle MC in un’ottica di medicina basata sull’evidenza
- partecipa alle attività della Struttura di riferimento regionale per le medicine complementari.
Attività
- Attività assistenziale di fitoterapia clinica. La Fitoterapia consiste nell’uso di medicinali vegetali a scopo preventivo e curativo in numerose malattie, anche come terapia complementare a quella convenzionale: malattie infiammatorie croniche dell’apparato osteoarticolare, digerente e genito-urinario; disturbi funzionali dell’apparato digerente, disturbi dell’umore, malattie circolatorie e metaboliche, terapia di supporto nel paziente oncologico, ecc.
- Fitovigilanza (raccolta e analisi delle reazioni avverse ai prodotti naturali)
- Attività di ricerca
- Attività di formazione (Coordinamento scientifico del Master in Fitoterapia generale e clinica Università degli Studi di Firenze)
Collaborazioni
- la rilevazione delle dimensioni e della tipologia dell’utenza e dei professionisti che utilizzano la fitoterapia
- il monitoraggio dell’applicazione della Legge Regionale n° 9/2007
- la definizione dei percorsi formativi e di accreditamento dei professionisti e delle scuole di formazione in ambito fitoterapico
- l’informazione in fitoterapia degli operatori sanitari: i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i medici veterinari e i farmacisti per una educazione continua in
medicina - lo sviluppo dei programmi di sorveglianza sanitaria regionale sugli effetti avversi dovuti all’uso di MC
- l’elaborazione di specifici progetti con gli Organismi del governo clinico (quali l’Istituto Toscano dei Tumori, il Centro Gestione Rischio Clinico, ecc.) e le altre strutture regionali
- la definizione di linee guida diagnostico-terapeutiche in ambito fitoterapico, in collaborazione con il Consiglio Sanitario Regionale.
Sedi di attività
- Attività ambulatoriale presso Ambulatori algologici, AOU Careggi, padiglione 13 - Clinica Medica, piano 3
- Attività di ricerca e formazione, presso Università di Firenze, Dipartimento di Farmacologia
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Attività di fitovigilanza, presso Università di Firenze, Dipartimento di Farmacologia
- Mercoledì, 15 Febbraio 2012
- Ultima modifica: Mercoledì, 22 Febbraio 2017
- Visite: 66555
Queste le pubblicazioni scientifiche degli ultimi anni a cui hanno partecipato i medici dell'equipe della Cardiomiopatie Unit
- Quarta G, Papadakis M, Donna PD, Maurizi N, Iacovoni A, Gavazzi A, Senni M, Olivotto I. Grey zones in cardiomyopathies: defining boundaries between genetic and iatrogenic disease. Nat Rev Cardiol. 2017 Feb;14(2):102-112. doi: 10.1038/nrcardio.2016.175. Review. PubMed PMID: 27830773.
- Picano E, Ciampi Q, Citro R, D'Andrea A, Scali MC, Cortigiani L, Olivotto I, Mori F, Galderisi M, Costantino MF, Pratali L, Di Salvo G, Bossone E, Ferrara F, Gargani L, Rigo F, Gaibazzi N, Limongelli G, Pacileo G, Andreassi MG, Pinamonti B, Massa L, Torres MA, Miglioranza MH, Daros CB, de Castro E Silva Pretto JL, Beleslin B, Djordjevic-Dikic A, Varga A, Palinkas A, Agoston G, Gregori D, Trambaiolo P, Severino S, Arystan A, Paterni M, Carpeggiani C, Colonna P. Stress echo 2020: the international stress echo study in ischemic and non-ischemic heart disease. Cardiovasc Ultrasound. 2017 Jan 18;15(1):3. doi: 10.1186/s12947-016-0092-1. PubMed PMID: 28100277; PubMed Central PMCID: PMC5242057.
- Maurizi N, Tanini I, Olivotto I, Amendola E, Limongelli G, Losi MA, Allocca G, Perego GB, Pieragnoli P, Ricciardi G, De Filippo P, Ferrari P, Quarta G, Viani S, Rapacciuolo A, Bongiorni MG, Cecchi F. Effectiveness of subcutaneous implantable cardioverter-defibrillator testing in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Int J Cardiol. 2017 Jan 4. pii: S0167 5273(16)33706-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.12.187. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 28073660.
- Sciagrà R, Calabretta R, Cipollini F, Passeri A, Castello A, Cecchi F, Olivotto I, Pupi A. Myocardial blood flow and left ventricular functional reserve in hypertrophic cardiomyopathy: a (13)NH(3) gated PET study. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2017 Jan 3. doi: 10.1007/s00259-016-3603-2. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 28050630.
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Re F, Zachara E, Avella A, Baratta P, di Mauro M, Uguccioni M, Olivotto I. Dissecting functional impairment in hypertrophic cardiomyopathy by dynamic assessment of diastolic reserve and outflow obstruction: A combined cardiopulmonary-echocardiographic study. Int J Cardiol. 2017 Jan 15;227:743-750. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.10.067. PubMed PMID: 27839814.
- Tomberli B, Cappelli F, Perfetto F, Olivotto I. Abrupt Onset of Refractory Heart Failure Associated With Light-Chain Amyloidosis in Hypertrophic Cardiomyopathy. JAMA Cardiol. 2017 Jan 1;2(1):94-97. doi: 10.1001/jamacardio.2016.3894. PubMed PMID: 27806176.
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Castagnoli H, Ferrantini C, Coppini R, Passeri A, Baldini K, Berti V, Cecchi F, Olivotto I, Sciagrà R. Role of quantitative myocardial positron emission tomography for risk stratification in patients with hypertrophic cardiomyopathy: a 2016 reappraisal. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2016 Dec;43(13):2413-2422. PubMed PMID: 27527796.
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Barlocco F, Olivotto I. Can anthropology improve our care of inherited cardiac arrhythmias? A modest proposal. Heart Rhythm. 2016 Dec;13(12):2395-2398. doi: 10.1016/j.hrthm.2016.08.042. PubMed PMID: 27590433.
- Hughes DA, Nicholls K, Shankar SP, Sunder-Plassmann G, Koeller D, Nedd K, Vockley G, Hamazaki T, Lachmann R, Ohashi T, Olivotto I, Sakai N, Deegan P, Dimmock D, Eyskens F, Germain DP, Goker-Alpan O, Hachulla E, Jovanovic A, Lourenco CM, Narita I, Thomas M, Wilcox WR, Bichet DG, Schiffmann R, Ludington E,Viereck C, Kirk J, Yu J, Johnson F, Boudes P, Benjamin ER, Lockhart DJ, Barlow C, Skuban N, Castelli JP, Barth J, Feldt-Rasmussen U. Oral pharmacological chaperone migalastat compared with enzyme replacement therapy in Fabry disease: 18-month results from the randomised phase III ATTRACT study. J Med Genet. 2016 Nov 10. pii: jmedgenet-2016-104178. doi: 10.1136/jmedgenet-2016-104178. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27834756.
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Galati G, Leone O, Pasquale F, Olivotto I, Biagini E, Grigioni F, Pilato E, Lorenzini M, Corti B, Foà A, Agostini V, Cecchi F, Rapezzi C. Histological and Histometric Characterization of Myocardial Fibrosis in End-Stage Hypertrophic Cardiomyopathy: A Clinical-Pathological Study of 30 Explanted Hearts. Circ Heart Fail. 2016 Sep;9(9). pii: e003090. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.116.003090. PubMed PMID: 27618852.
- Giovannelli F, Simoni D, Gavazzi G, Giganti F, Olivotto I, Cincotta M, Pratesi A, Baldasseroni S, Viggiano MP. Electrophysiological correlates of word recognition memory process in patients with ischemic left ventricular dysfunction. Clin Neurophysiol. 2016 Sep;127(9):3007-13. doi: 10.1016/j.clinph.2016.06.022. PubMed PMID: 27469528.
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Ciampi Q, Olivotto I, Gardini C, Mori F, Peteiro J, Monserrat L, Fernandez X, Cortigiani L, Rigo F, Lopes LR, Cruz I, Cotrim C, Losi M, Betocchi S, Beleslin B, Tesic M, Dikic AD, Lazzeroni E, Lazzeroni D, Sicari R, Picano E. Prognostic role of stress echocardiography in hypertrophic cardiomyopathy: The International Stress Echo Registry. Int J Cardiol. 2016 Sep 15;219:331-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.06.044. PubMed PMID: 27348413.
- Ammirati E, Contri R, Coppini R, Cecchi F, Frigerio M, Olivotto I. Pharmacological treatment of hypertrophic cardiomyopathy: current practice and novel perspectives. Eur J Heart Fail. 2016 Sep;18(9):1106-18. doi: 10.1002/ejhf.541. Review. PubMed PMID: 27109894.
- Biagini E, Pazzi C, Olivotto I, Musumeci B, Limongelli G, Boriani G, Pacileo G, Mastromarino V, Bacchi Reggiani ML, Lorenzini M, Lai F, Berardini A, Mingardi F, Rosmini S, Resciniti E, Borghi C, Autore C, Cecchi F, Rapezzi C. Usefulness of Electrocardiographic Patterns at Presentation to Predict Long-term Risk of Cardiac Death in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2016 Aug 1;118(3):432-9. doi: 10.1016/j.amjcard.2016.05.023. PubMed PMID: 27289293.
- Krishnamoorthy N, Gajendrarao P, Olivotto I, Yacoub M. Impact of disease-causing mutations on inter-domain interactions in cMyBP-C: a steered molecular dynamics study. J Biomol Struct Dyn. 2016 Jun 30:1-7. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27267291.
- Homburger JR, Green EM, Caleshu C, Sunitha MS, Taylor RE, Ruppel KM, Metpally RP, Colan SD, Michels M, Day SM, Olivotto I, Bustamante CD, Dewey FE, Ho CY, Spudich JA, Ashley EA. Multidimensional structure-function relationships in human β-cardiac myosin from population-scale genetic variation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2016 Jun 14;113(24):6701-6. doi: 10.1073/pnas.1606950113. PubMed PMID: 27247418; PubMed Central PMCID: PMC4914177.
- Maron MS, Hellawell JL, Lucove JC, Farzaneh-Far R, Olivotto I. Occurrence of Clinically Diagnosed Hypertrophic Cardiomyopathy in the United States. Am J Cardiol. 2016 May 15;117(10):1651-4. doi: 10.1016/j.amjcard.2016.02.044. PubMed PMID: 27006153.
- Bongini C, Ferrantini C, Girolami F, Coppini R, Arretini A, Targetti M, Bardi S, Castelli G, Torricelli F, Cecchi F, Ackerman MJ, Padeletti L, Poggesi C, Olivotto I. Impact of Genotype on the Occurrence of Atrial Fibrillation in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2016 Apr 1;117(7):1151-9. doi: 10.1016/j.amjcard.2015.12.058. PubMed PMID: 26869393.
- Ballo P, Nistri S, Galderisi M, Mele D, Rossi A, Dini FL, Olivotto I, Losi MA, D'Andrea A, Zuppiroli A, Santoro GM, Mondillo S, Gentile F; Working Group on Echocardiography of the Italian Society of Cardiology.. Determinants of discrepancies between two-dimensional echocardiographic methods for assessment of maximal left atrial volume. Eur Heart J Cardiovasc Imaging. 2016 Apr 20. pii: jew067. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27099273.
- Olivotto I, Hellawell JL, Farzaneh-Far R, Blair C, Coppini R, Myers J, Belardinelli L, Maron MS. Novel Approach Targeting the Complex Pathophysiology of Hypertrophic Cardiomyopathy: The Impact of Late Sodium Current Inhibition on Exercise Capacity in Subjects with Symptomatic Hypertrophic Cardiomyopathy (LIBERTY-HCM) Trial. Circ Heart Fail. 2016 Mar;9(3):e002764. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.115.002764. PubMed PMID: 26915375.
- Coppini R, Ferrantini C, Poggesi C, Mugelli A, Olivotto I. [Molecular targets and novel pharmacological options to prevent myocardial hypertrophic remodeling]. G Ital Cardiol (Rome). 2016 Mar;17(3):189-96. doi: 10.1714/2190.23660. Review. Italian. PubMed PMID: 27029877.
- Maron MS, Rowin EJ, Olivotto I, Casey SA, Arretini A, Tomberli B, Garberich RF, Link MS, Chan RH, Lesser JR, Maron BJ. Contemporary Natural History and Management of Nonobstructive Hypertrophic Cardiomyopathy. J Am Coll Cardiol. 2016 Mar 29;67(12):1399-409. doi: 10.1016/j.jacc.2016.01.023. PubMed PMID: 27012399.
- Maurizi N, Olivotto I, Olde Nordkamp LR, Baldini K, Fumagalli C, Brouwer TF, Knops RE, Cecchi F. Prevalence of subcutaneous implantable cardioverter-defibrillator candidacy based on template ECG screening in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Heart Rhythm. 2016 Feb;13(2):457-63. doi: 10.1016/j.hrthm.2015.09.007. PubMed PMID: 26362577.
- Jaafar N, Girolami F, Zairi I, Kraiem S, Hammami M, Olivotto I. Genetic profile of hypertrophic cardiomyopathy in Tunisia: Is it different? Glob Cardiol Sci Pract. 2015 Apr 7;2015:16. doi: 10.5339/gcsp.2015.16. PubMed PMID: 26779504; PubMed Central PMCID: PMC4448072.
- Pasqualucci D, Fornaro A, Castelli G, Rossi A, Arretini A, Chiriatti C, Targetti M, Girolami F, Corda M, Orrù P, Matta G, Stefàno P, Cecchi F, Porcu M, Olivotto I. Clinical Spectrum, Therapeutic Options, and Outcome of Advanced Heart Failure in Hypertrophic Cardiomyopathy. Circ Heart Fail. 2015 Nov;8(6):1014-21. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.114.001843. PubMed PMID: 26446673.
- Parato VM, Olivotto I, Maron MS, Nanda NC, Pandian NG. Left Ventricular Apex Involvement in Hypertrophic Cardiomyopathy. Echocardiography. 2015 Oct;32(10):1575-80. doi: 10.1111/echo.12986. PubMed PMID: 26174694.
- Sciagrà R, Passeri A, Cipollini F, Castagnoli H, Olivotto I, Burger C, Cecchi F, Pupi A. Validation of pixel-wise parametric mapping of myocardial blood flow with ¹³NH₃ PET in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2015 Sep;42(10):1581-8. doi: 10.1007/s00259-015-3101-y. PubMed PMID: 26121929.
- Chan RH, Maron BJ, Olivotto I, Assenza GE, Haas TS, Lesser JR, Gruner C, Crean AM, Rakowski H, Rowin E, Udelson J, Lombardi M, Tomberli B, Spirito P, Formisano F, Marra MP, Biagini E, Autore C, Manning WJ, Appelbaum E, Roberts WC, Basso C, Maron MS. Significance of Late Gadolinium Enhancement at Right Ventricular Attachment to Ventricular Septum in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2015 Aug 1;116(3):436-41. doi: 10.1016/j.amjcard.2015.04.060. PubMed PMID: 26026863.
- Gajendrarao P, Krishnamoorthy N, Selvaraj S, Girolami F, Cecchi F, Olivotto I, Yacoub M. An Investigation of the Molecular Mechanism of Double cMyBP-C Mutation in a Patient with End-Stage Hypertrophic Cardiomyopathy. J Cardiovasc Transl Res. 2015 Jun;8(4):232-43. doi: 10.1007/s12265-015-9624-6. PubMed PMID: 25971843.
- Olivotto I, Rossi A, Stefano P. [Assessment of left ventricular outflow tract obstruction according to the latest European guidelines on hypertrophic cardiomyopathy]. G Ital Cardiol (Rome). 2015 Mar;16(3):134-7. doi: 10.1714/1820.19816. Italian. PubMed PMID: 25837455.
- Olivotto I, Ashley EA. INHERIT (INHibition of the renin angiotensin system in hypertrophic cardiomyopathy and the Effect on hypertrophy-a Randomised Intervention Trial with losartan). Glob Cardiol Sci Pract. 2015 Jan 26;2015:7. doi: 10.5339/gcsp.2015.7. PubMed PMID: 25830151; PubMed Central PMCID: PMC4374100.
- Olivotto I, d'Amati G, Basso C, Van Rossum A, Patten M, Emdin M, Pinto Y, Tomberli B, Camici PG, Michels M. Defining phenotypes and disease progression in sarcomeric cardiomyopathies: contemporary role of clinical investigations. Cardiovasc Res. 2015 Apr 1;105(4):409-23. doi: 10.1093/cvr/cvv024. Review. PubMed PMID: 25631583.
- van der Velden J, Ho CY, Tardiff JC, Olivotto I, Knollmann BC, Carrier L. Research priorities in sarcomeric cardiomyopathies. Cardiovasc Res. 2015 Apr 1;105(4):449-56. doi: 10.1093/cvr/cvv019. Review. PubMed PMID: 25631582; PubMed Central PMCID: PMC4375392.
- Vannucchi V, Tomberli B, Zammarchi L, Fornaro A, Castelli G, Pieralli F, Berni A, Yacoub S, Bartoloni A, Olivotto I. Chagas disease as a cause of heart failure and ventricular arrhythmias in patients long removed from endemic areas: an emerging problem in Europe. J Cardiovasc Med (Hagerstown). 2015 Dec;16(12):817-23. doi: 10.2459/JCM.0000000000000045. Review. PubMed PMID: 25022923.
- Maron BJ, Ommen SR, Semsarian C, Spirito P, Olivotto I, Maron MS. Hypertrophic Cardiomyopathy: Present and Future, With Translation Into Contemporary
Cardiovascular Medicine. J Am Coll Cardiol. 2014 Jul 8;64(1):83-99. doi:10.1016/j.jacc.2014.05.003. Review. PubMed PMID: 24998133. - Maron BJ, Haas TS, Maron MS, Lesser JR, Browning JA, Chan RH, Olivotto I, Garberich RF, Schwartz RS. Left atrial remodeling in hypertrophic cardiomyopathy
and susceptibility markers for atrial fibrillation identified by cardiovascular magnetic resonance. Am J Cardiol. 2014 Apr 15;113(8):1394-400. doi: 10.1016/j.amjcard.2013.12.045. Epub 2014 Jan 31. PubMed PMID: 24589281. - Maron BJ, Ommen SR, Semsarian C, Spirito P, Olivotto I, Maron MS. Reply: Obstructive sleep apnea and hypertrophic cardiomyopathy: obiter dictum or more? J Am Coll Cardiol. 2014 Dec 16;64(23):2562. doi: 10.1016/j.jacc.2014.10.001. PubMed PMID: 25500247.
- Coppini R, Ho CY, Ashley E, Day S, Ferrantini C, Girolami F, Tomberli B, Bardi S, Torricelli F, Cecchi F, Mugelli A, Poggesi C, Tardiff J, Olivotto I. Clinical phenotype and outcome of hypertrophic cardiomyopathy associated with thin-filament gene mutations. J Am Coll Cardiol. 2014 Dec 23;64(24):2589-600. doi: 10.1016/j.jacc.2014.09.059. PubMed PMID: 25524337; PubMed Central PMCID: PMC4270453.
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- Girolami F, Iascone M, Tomberli B, Bardi S, Benelli M, Marseglia G, Pescucci C, Pezzoli L, Sana ME, Basso C, Marziliano N, Merlini PA, Fornaro A, Cecchi F, Torricelli F, Olivotto I. Novel α-actinin 2 variant associated with familial hypertrophic cardiomyopathy and juvenile atrial arrhythmias: a massively parallel sequencing study. Circ Cardiovasc Genet. 2014 Dec;7(6):741-50. doi: 10.1161/CIRCGENETICS.113.000486. PubMed PMID: 25173926.
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Camici PG, Olivotto I, Rimoldi OE. The coronary circulation and blood flow in left ventricular hypertrophy. J Mol Cell Cardiol. 2012 Apr;52(4):857-64. doi: 10.1016/j.yjmcc.2011.08.028. Review. PubMed PMID: 21924273.
- Lunedì, 22 Agosto 2011
- Ultima modifica: Martedì, 19 Maggio 2015
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Gli incontri sono organizzati dal Dipartimento Materno-Infantile e con l’Associazione Il Mondo dei Gemelli, per facilitare il contatto diretto con genitori che hanno avuto o che hanno lo stesso tipo di esperienza.
Sono previsti tre incontri:
- con il medico ginecologo, sulle delle diverse tipologie di gravidanza gemellare e le diverse possibili complicanze materne e fetali associate
- con il medico neonatologo e l’ostetrica per affrontare i problemi della eventuale prematurità e dell’allattamento
- con lo psicologo per discutere i problemi specifici sotto questo profilo.
- Giovedì, 18 Agosto 2011
- Ultima modifica: Martedì, 19 Maggio 2015
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Siti di società scientifiche e istituzioni (per professionisti)
- SIEOG - Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica
- AGOI - Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
- Medicina dell'età Prenatale di Bologna
- Fetal Medicine Foundation
- Royal College of Obstetricians and Gynaecologists
- International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology
- Thefetus discussione di casi didattici di ecografia ostetrica
Siti di informazione sulla salute femminile e sulla gravidanza (per le donne)
- Progetto Donna del Comune di Firenze, numerose informazioni sui servizi disponibili per la salute, lavoro e famiglia
- Donnamed salute femminile e fertilità, si parla anche di poliabortività e infezioni genitali
- Vita di donna contiene numerose informazioni utili per la salute femminile, dalla gravidanza alla menopausa, con una sezione anche sui diritti ed il lavoro
- Portale sulla gravidanza: tutto su gestazione, esami in gravidanza, parto e altro ancora
- Novemesi tutto sulla gravidanza online: presentazione di libri sulla gravidanza e selezione di links dalla rete su gestazione, corsi in gravidanza e prodotti per mamma e bebè
- Cercasalute portale dedicato alle risorse disponibili sul web, relative a salute, medicina e benessere
- Genetics made easy sito informativo su argomenti di genetica, in inglese, spagnolo e cinese.
Siti di Associazioni
- Il Mondo dei Gemelli, informazioni sulla gravidanza gemellare e forum di discussione
- CiaoLapo, si occupa di ricerca e sostegno psicologico dopo aborto o morte perinatale. Vengono organizzati incontri e gruppi di autoaiuto, sul sito è presente un forum di discussione
- Associazione Italiana Persone Down, informazioni utili non solo sulla sindrome di Down, ma anche sulla legislazione che tutela le persone con handicap ed i loro familiari. L'associazione in Toscana ha una sede a Pisa. Esiste poi un servizio, chiamato "Telefono D" (06-3720891), dove gli operatori rispondono dal lunedì al giovedi (ore 8:30-18:30) su argomenti riguardanti la sindrome di Down.
- Mercoledì, 27 Luglio 2011
- Ultima modifica: Martedì, 19 Maggio 2015
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1) malformazione sospetta o ecorilevata in altra sede (ventricolomegalia ³10mm, pielectasia ³10mm)
2) oligoidramnios (AFI ≤50mm o tasca massima ≤2cm) e polidramnios (AFI ≥250 mm o tasca massima ≥8 cm) riduzione o eccesso di liquido amniotico
3) patologia del cordone ombelicale
4) patologia della placenta
5) ritardo di crescita (circonferenza addominale £10° centile, circonferenza addominale £2DS, decremento di 40 centili della circonferenza addominale rispetto al precedente controllo)
6) gravidanza multipla
7) soft markers: femore corto, omero corto, intestino iperecogeno, plica nucale aumentata ³6mm, osso nasale assente/ipoplasico
8) test di Coombs positivo (titolo anticorpale >1/16)
9) translucenza nucale aumentata ( ³3,5mm)
10) farmaci in gravidanza dopo consulenza tossicologica (appuntamento a 20 settimane)
11) abuso di sostanze tossiche dopo consulenza tossicologica (appuntamento a 20 settimane)
12) radiografie in gravidanza dopo consulenza tossicologica (appuntamento a 20 settimane)
13) infezioni in gravidanza dopo consulenza a malattie infettive (appuntamento a 20 settimane)
14) aumento dell’alfa-fetoproteina su liquido amniotico o sangue materno (³2.5MoM)
15) precedente gravidanza con malformazione o sindrome genetica dopo consulenza genetica (appuntamento a 20 settimane)
16) genitore affetto da malformazione o sindrome genetica dopo consulenza genetica (appuntamento a 20 settimane)
17) diabete tipo I (non diabete gestazionale)