Università degli Studi di Firenze SST Regione Toscana

CRR

 

 

Il Centro Anti Veleni (CAV) della SOD Tossicologia Medica e centro antiveleni è uno dei dieci centri accreditati in Italia presso il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con i quali collabora dal 1990 nell’ambito della risoluzione CEE 90/C 309/03 (Linee Guida per il “Miglioramento della Prevenzione e del Trattamento delle Intossicazioni Acute nell’Uomo”) ed è presente nell’elenco dei CAV comunicato dagli Stati Membri all’UE.
Con l’adozione dei regolamenti REACH (Registration, Evaluation, Authorization and restriction of Chemicals, 2006) e CLP (Classification, Labeling, Packaging, 2008) sulle miscele pericolose, l’UE ha conferito ai CAV un ruolo strategico nella prevenzione e gestione clinica degli incidenti da sostanze chimiche.
Il CAV fa inoltre parte della rete dei centri collaborativi dell’European Monitoring Centre for Drug and Drug Addiction (EMCDDA) per la lotta alla diffusione delle sostanze di abuso.
La Regione Toscana ha comunicato all’ISS la funzione di CAV afferente alla UO di Tossicologia Medica nel 1993, attribuendone nel 1999 la funzione di Centro Regionale di Riferimento, ed ha recepito l'atto n. 56 del 28/02/2008 della Conferenza Stato Regioni concernente la definizione di attività e dei requisiti basilari di funzionamento dei CAV. Nel 2017, in collaborazione con l’Agenzia Regionale di Sanità, i Pronto Soccorso, le Farmacie Ospedaliere del Dipartimento Interaziendale.
Il CAV della Tossicologia Medica AOUC ha costruito la Rete Antidoti di Area Vasta Centro Toscana, allo scopo di una collocazione razionale ed efficace degli antidoti di pronto impiego nei Pronto Soccorso. Il CAV ha inoltre partecipato al Piano Regionale per la Prevenzione 2014-2019 della Regione Toscana. Recentemente, il DPCM 12/01/2017 ha inserito l’attività dei CAV nei Livelli Essenziali di Assistenza relativi alle Aree di Attività dell’Assistenza Ospedaliera.
In 30 anni di attività (1990-2021) (Fig.1) il Centro Antiveleni (CAV) ha gestito 91.369 chiamate (89.6% intossicazioni accertate, 10.4% informazioni), di cui il 64% provenienti da operatori del SSR/SSN (Pronto Soccirso, 118, continuità assistenziale, medici di base) ed il 36% da privati cittadini, con un costante incremento dei contatti negli anni.
Nell’89.7% dei casi l’esposizione si è verificata a domicilio e nell’84% è risultata di natura accidentale. Il 90% delle chiamate è pervenuto dalla Toscana, naturale bacino di utenza, il 10% dal resto della penisola.Da un punto di vista demografico i dati mostrano una lieve prevalenza del sesso femminile (F/M 1.1). Le fasce di età maggiormente coinvolte sono quelle 0-4 anni (36.9%) e 20-49 anni (30.4%) (Tab.1). Nel primo anno di vita (13.1%) la causa degli incidenti è dovuta ad errori dei genitori, mentre fra 1-4 anni è determinata sia dalla naturale tendenza dei bambini ad esplorare l’ambiente che da un controllo allentato da parte dei caregivers.
 
23 Grafico chiamate CAV

Fig.1 

TABELLA 1
DISTRIBUZIONE (DELLE CHIAMATE PER CLASSI DI ETA')
CLASSI DI ETA' (ANNI)  %
< 1 13,1
1 - 4 23,8
5 - 9 2,7
10 - 19 4,4
20 - 49 30,4
50 - 69 11,9
> 70 7
N.R 6,6
                       
Gli agenti eziologici (Tab. 2) più rilevanti dal punto di vista epidemiologico sono i farmaci (43%), prevalenti nell’età adulta, ed i prodotti domestici soprattutto in età pediatrica (0-4 anni) dove determinano il 43% delle esposizioni, evidenziando come l’abitazione possa essere un ambiente a rischio per i bambini. Da sottolineare come alcuni prodotti presenti in casa sono dotati di elevata tossicità quali i caustici, le candeggine, gli smacchiatori a base di solventi o di acido fluoridrico, i vapori irritanti (cloro, ammoniaca) che si originano dalla miscelazione incongrua di prodotti usati a scopo igienizzanti, le pile a bottone.
 
TABELLA 2
DISTRIBUZIONE DELLE CHIAMATE PER AGENTI EZIOLOGICI
CLASSI DI AGENTI  %
FARMACI 43
DOMESTICI 31
TOSSINE VEGETALI 5,5
SOSTANZE D'ABUSO 4,1
ANTIPARASSITARI 3,7
MISCELLANEA 3,6
PRODOTTI INDUSTRIALI 2,9
TOSSINE ANIMALI 2,6
COSMETICI 2,5
IGNOTI 0,8
CO/ALTRI GAS 0,5
 
 
Le indicazioni fornite (Tab. 3) dai medici del CAV agli interlocutori, sulla base dei dati anamnestici, eziologici e clinici, sono state la valutazione medica, l’invio al Pronto Soccorso, il ricovero in Ospedale nel 61.2%, l’osservazione domiciliare nel 38.8%. Relativamente a quest’ultimo aspetto va sottolineato che nel periodo 2010-2019 l’indicazione all’osservazione domiciliare è aumentata al 47%, e considerando gli ultimi 5 anni al 52.7%, ottemperando ad uno degli aspetti della mission del CAV che è quella della riduzione degli accessi impropri in PS. 
Ciò è dovuto non tanto a causa di significative variazioni di eziologiche o circostanziali, quanto all’aggiornamento continuo all’esperienza degli operatori, tradotti da una parte nella produzione di linee guida operative, dall’altra al monitoraggio dell’evoluzione clinica dei casi a maggior rischio attraverso un incremento dell’attività di follow up. 
 
TABELLA 3

 INDICAZIONI FORNITE %
VALUTAZIONE MEDICA
61                 

INVIO AL PRONTO SOCCORSO
RICOVERO IN OSPEDALE 
OSSERVAZIONE DOMICILIARE 39*

*NEL PERIODO 2015-21 IL VALORE È SALITO A 57,7%

 
Per quanto riguarda la valutazione del rischio nel 39% dei casi è stato stimato assente, probabile nel 23%, possibile nel 20%, confermato nel 16% (somma non fa 100%). Le indicazioni fornite dai medici del CAV agli interlocutori, sulla base dei dati anamnestici, eziologici e clinici, sono state la valutazione medica, l’invio al Pronto Soccorso, il ricovero in Ospedale nel 61.2%, l’osservazione domiciliare nel 38.8%. (Tab.4)
 
    

TABELLA 4

VALUTAZIONE STIMA DEL RISCHIO DI INTOSSICAZIONE %
ASSENTE 39   
PROBABILE 23
POSSIBILE 20
CONFERMATA 16
SINTOMI NON CORRELATI AD INTOSSICAZIONE 2      
 
 
TABELLA 5

 TERAPIA SUGGERITA %                                 
NESSUNA 54,6  
SINTOMATICA 28,3
ELIMINAZIONE DEL TOSSICO 12,9
ANTIDOTALE 3,7
 
Nell’uomo gli agenti prevalenti di mortalità (Tab. 6 e 6b) sono stati i farmaci (37.3%), i caustici (24.5%), i funghi della specie Amanita phalloides (18.9%). Le circostanze dei decessi sono risultate accidentali nel 50.9% dei casi, volontarie nel 49.1%. Da sottolineare il dato che nel 33.3% dei casi da esposizione involontaria le morti sono correlate ad effetti avversi da farmaci; i restanti casi sono dovuti nel 33.3% ad avvelenamento da funghi della specie Amanita phalloides, nel 14.8% ad abuso di droghe, nel 7.4% da caustici, nel 7.4% da asfissianti sistemici (monossido di carbonio, cianuro). Nelle intossicazioni volontarie a scopo autolesivo, gli agenti scelti sono stati nel 44% i caustici, nel 41% i farmaci, nell’11 i pesticidi, nel 4 % veleni industriali.
 
TABELLA 6
DISTRIBUZIONE DEI DECESSI PER AGENTI EZIOLOGICI
CLASSI DI AGENTI  n. %
FARMACI 20 37,3
CAUSTICI 13 24,5
FUNGHI 10 18,9
DROGHE 4 7.5
ANTIPARASSITARI 3 5,7
ASFISSIANTI SISTEMICI 2 3,8
PRODOTTI INDUSTRIALI 1 1,9
TABELLA 6b
ETOLOGIA DEI DECESSI PER INTOSSICAZIONE DA FARMACI
CLASSI TERAPEUTICHE MOLECOLE N         
ANTIDIABETICI ORALI Metformina (3), fenformina (1) 4
ANTIEPILETTICI Fenobarbital (2), carbamazepina (1), valproato (1) 4
ANTIDEPRESSIVI Amitriptilina (2), citalopram (1) 3
GLICOSIDI CARDIACI Digossina 2
ANTIGOTTOSI Colchicina 2
ANTISETTICI Acido borico 1
ANTIPSICOTICI Olanzaprina 1
ANTIBIOTICI Levofloxacina 1
ANALGESICI OPPIOIDI Morfina 1
SOSTANZE D'ABUSO Metadone e metanfetamina 1

Responsabile Dr Giancarlo Castaman

La Struttura Organizzativa Dipartimentale (SOD) Malattie Emorragiche e della Coagulazione è Centro di Riferimento Regionale per le Coagulopatie congenite ed è Centro di Riferimento Regionale per la malattia di Gaucher.

Informazioni sulla malattia di Gaucher 
La malattia di Gaucher (MDG) è una malattia ereditaria causata da un difetto dell’enzima glucocerebrosidasi responsabile della degradazione di glucocerebroside e glucosilsfingosina in glucosio e rispettivamente ceramide e sfingosina. Poiché la glucocerebrosidasi è presente nei lisosomi di tutti i tessuti, il coinvolgimento della MDG è multisistemico e risulta in un accumulo nei lisosomi delle cellule del sistema reticolo-endoteliale di glucocerebroside e glucosilsfingosina. Tale accumulo dà luogo alla formazione delle cosiddette “cellule di Gaucher”, visibili anche al microscopio ottico. Questo progressivo accumulo provoca epatosplenomegalia, infiltrazione del midollo osseo e dell’osso, con un danno non solo da sostituzione del tessuto sano, ma anche provocato dalla liberazione di citochine capaci di sostenere uno stato infiammatorio cronico.
La prevalenza della MDG nella popolazione generale italiana è compresa tra 1:40.000 e 1:86.000 abitanti, rappresentando la più frequente malattia da accumulo lisosomiale. Tale prevalenza può essere più elevata nelle popolazioni di origine ebraica.
La MDG si trasmette con modalità autosomica recessiva, la mutazione genetica è situata nel cromosoma 1 (1q21). 
La malattia si può manifestare a qualunque età, dall'epoca neonatale fino a quella adulta, i sintomi sono molto variabili e dipendono dal progressivo accumulo nei vari tessuti coinvolti dalla malattia. A seconda della gravità e dell'interessamento del sistema nervoso centrale si distinguono tre forme di MDG:

  • La forma di tipo 1: presente sia nei bambini sia negli adulti, con interessamento esclusivo degli organi viscerali e scarso coinvolgimento neurologico
  • La forma di tipo 2: tipica della prima infanzia e molto grave, in essa predomina la sintomatologia neurologica precoce e rapidamente evolutiva 
  • La forma di tipo 3: in cui i sintomi neurologici (strabismo, epilessia, atassia, sordità) hanno un decorso più lento e possono comparire in varie epoche della vita in associazione a interessamento degli organi viscerali

I segni clinici più comuni sono l'aumento di volume della milza (splenomegalia), con o senza aumento delle dimensioni del fegato (epatomegalia), la riduzione del numero delle piastrine (piastrinopenia) e dei globuli rossi (anemia). Può esserci tendenza al sanguinamento mucoso o cutaneo e in occasione di interventi chirurgici o manovre invasive. L'interessamento dello scheletro è variabile e può esprimersi con scarso accrescimento/ bassa statura, osteoporosi, facilità a incorrere in fratture, dolore osseo, deformità ossea. Il coinvolgimento del polmone è raro e comporta insufficienza respiratoria
La diagnosi si basa sulla dimostrazione del difetto dell’attività dell’enzima glucocerebrosidasi nei leucociti circolanti su campione di sangue fresco o su goccia di sangue essiccata su carta bibula (Dried Blood Spot, DBS). Un dosaggio ridotto su DBS richiede una conferma diagnostica su sangue fresco e la successiva analisi genetica. Recentemente è stato individuato un biomarcatore specifico misurabile nel sangue, noto come glucosilsfingosina (lyso-GB1), molto utile sia nella diagnosi che durante il monitoraggio della malattia.
Da ormai oltre 20 anni è disponibile la terapia enzimatica sostituiva, che consiste nella somministrazione per via endovenosa dell’enzima mancante per tutta la vita. L’enzima di sintesi riesce ad essere catturato dalle cellule andando a svolgere la funzione dell’enzima carente. L’inizio precoce della terapia è in grado di modificare radicalmente l’evoluzione della malattia. Purtroppo, tale terapia non è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e per tale motivo non ha alcuna efficacia sul sistema nervoso. La terapia viene somministrata per via endovenosa ogni 2 settimane. Per i pazienti adulti, affetti da MDG tipo 1 e con particolari caratteristiche genetiche, è disponibile anche una terapia orale in grado inibire la sintesi della glucosilcerebroside impedendo che il processo di accumulo nei lisosomi. Per i sintomi neurologici non esiste a tutt’oggi una terapia.
Nella MDG di tipo 1, il trattamento precoce consente una normalizzazione di tutti i parametri ed una normale aspettativa e qualità di vita. La MDG di tipo 2 è a prognosi infausta già nella prima infanzia. Nella MDG di tipo 3 la prognosi è legata al grado di coinvolgimento neurologico.

Responsabile Prof. Alessandro Bartoloni
 
Equipe
Valentina Petrini (assistente sanitario)
Costanza Fiorelli (medico)
Antonia Mantella (biologa)
Michele Spinicci (medico)
Lorenzo Zammarchi (medico)
Medici in formazione specialistica della Scuola di Specializzazione Malattie Infettive e Tropicali Dell’Università degli Studi di Firenze.
 
Il sempre più intenso movimento di persone che, per turismo o per motivi professionali, si recano in Paesi stranieri e i flussi migratori in costante aumento hanno determinato nell’ultimo ventennio la comparsa di patologie estranee alle nostre latitudini e la riscoperta di malattie ormai dimenticate.
Il Centro di Riferimento Regionale della Toscana per lo Studio e la Cura delle Malattie Tropicali nasce dall’esigenza di fornire un servizio a coloro che viaggiano all’estero e rientrano con sospetta patologia d’importazione e alle persone provenienti dalle aree più povere del pianeta, affetti da patologie la cui diagnosi e terapia richiedono mezzi e competenze mirate.
Il Centro è stato istituito con delibera della Giunta Regionale n. 216 del 2002 ed afferisce alla Struttura Organizzativa Dipartimentale Malattie Infettive e Tropicali dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria areggi. Il Centro è costituito da un complesso integrato di laboratorio di ricerca, ambulatorio specializzato, Day Hospital e degenza ordinaria.
Il personale del Centro, afferente all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e all’Università degli Studi di Firenze, mette a disposizione dei cittadini l’esperienza clinica e diagnostica, maturata in molti anni di attività clinica e di ricerca realizzate in Paesi Tropicali.

Attività assistenziale
  • Consulenza clinica-diagnostica ai medici di base e colleghi specialisti per l’approccio diagnostico, clinico e terapeutico al paziente con sospetta patologia tropicale
  • Assistenza diretta a persone con presunta patologia tropicale
  • Attività nell’ambito della Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni, in particolare, assistenza ai viaggiatori di ritorno da paesi tropicale e agli immigrati regolari e irregolari
  • Attuazione di programmi di sorveglianza epidemiologica di malattie tropicali e di importazione in collaborazione con la Regione Toscana e con le strutture sanitarie locali
  • Partecipazione a TropNet, rete europea di sorveglianza delle patologie tropicali e d’importazione 
Attività didattica 
  • Informazione, formazione e aggiornamento di studenti e del personale sanitario sui temi della Medicina Tropicale
  • Organizzazione di seminari e congressi relativi all’approfondimento di temi specifici
  • Organizzazione del Corso di perfezionamento in Medicina Tropicale e Cooperazione Sanitaria
  • Organizzazione del Corso di perfezionamento in Ecografia e Malattie Infettive nei Paesi a Risorse Limitate
  • Organizzazione del Master interuniversitario di I livello Medicina Tropicale e Salute Globale
Attività scientifica
  • Attività di ricerca scientifica e cooperazione sanitaria da oltre venticinque anni in Paesi dell’America Latina su temi nel campo batteriologico, virale e parassitario
  • Coordinamento di progetti di ricerca internazionali realizzati con il contributo dell’Unione Europea, ONG italiane (MLAL, UCODEP, CMSR), Ministero Affari Esteri, Regione Toscana, Cassa di Risparmio di Firenze, 8x1000 Chiesa Valdese etc.
  • Pubblicazione dei risultati ottenuti sulle principali riviste scientifiche del settore

Padiglione 15 (Piastra dei Servizi)
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - Largo Brambilla n. 3, 50134 Firenze

Per prenotare visite ambulatoriali:
  • Richiesta del medico curante per visita infettivologica
  • Prenotazione telefonica dal lunedì al venerdì ore 10:00 - 14:00 tel. 055 794 94 25
Per contattare i medici del Centro:
  • tel 055 794 94 31
  • fax 055 794 77 10
  • E-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

All’interno dell’AOU Careggi con le SOD:
Esterne

1: Palterer B, Salvati L, Capone M, Mecheri V, Maggi L, Mazzoni A, Cosmi L, Volpi N, Tiberi L, Provenzano A, Giglio S, Parronchi P, Maggiore G, Gallo O, Bartoloni A, Annunziato F, Zammarchi L, Liotta F. Variants Disrupting CD40L Transmembrane Domain and Atypical X-Linked Hyper-IgM Syndrome: A Case Report
With Leishmaniasis and Review of the Literature. Front Immunol. 2022 Apr 28;13:840767. doi: 10.3389/fimmu.2022.840767. PMID: 35572607; PMCID: PMC9096836
 
2: Botta A, Comelli A, Vellere I, Chechi F, Bianchi L, Giulia G, Tomasoni LR, Spinicci M, Galli L, Castelli F, Bartoloni A, Zammarchi L. Artesunate monotherapy versus artesunate plus quinine combination therapy for treatment of imported severe malaria: a TropNet retrospective cohort study. Infection. 2022 Feb 27. doi: 10.1007/s15010-022-01771-5. Epub ahead of print. PMID: 35220555
 
3: Barbarisi G, Piccica M, Zavagli M, Bandini G, Di Lauria N, Antonelli A, Spinicci M, Rossolini GM, Bartoloni A, Moggi Pignone A, Zammarchi L. Hookworm infection presenting as recurrent severe anaemia requiring blood transfusion in a Pakistani migrant to Italy. J Travel Med. 2022 Jan 17;29(1):taab184. doi: 10.1093/jtm/taab184. PMID: 34865110
 
4: Chechi F, Corsi P, Bartolozzi D, Gaiera G, Bartoloni A, Zammarchi L. Case Report: Intravenous Pentamidine Rescue Treatment for Active Chronic Visceral Leishmaniasis in an HIV-1 Infected Patient. Am J Trop Med Hyg. 2021 Nov 15;106(2):639-642. doi: 10.4269/ajtmh.21-0600. PMID: 34781255; PMCID: PMC8832899
 
5: Venturini E, Fusani L, Mantella A, Bianchi L, Antonelli A, Montagnani C, Chiappini E, Spinicci M, Bartoloni A, Rossolini GM, Zammarchi L, Galli L. Strongyloidiasis in Children Outside the Tropics: Do We Need to Increase Awareness? Microorganisms. 2021 Sep 8;9(9):1905. doi: 10.3390/microorganisms9091905. PMID: 34576800; PMCID: PMC8465658
 
6: Buonfrate D, Zammarchi L, Bisoffi Z, Montresor A, Boccalini S. Control programs for strongyloidiasis in areas of high endemicity: an economic analysis of different approaches. Infect Dis Poverty. 2021 May 25;10(1):76. doi: 10.1186/s40249-021-00858-9. PMID: 34030741; PMCID: PMC8147038
 
7: Vellere I, Graziani L, Tilli M, Mantella A, Campolmi I, Mencarini J, Borchi B, Spinicci M, Antonelli A, Rossolini GM, Bartoloni A, Zammarchi L. Strongyloidiasis in the COVID era: a warning for an implementation of the screening protocol. Infection. 2021 Oct;49(5):1065-1067. doi: 10.1007/s15010-021-01621-w. Epub 2021 May 10. PMID: 33970429; PMCID: PMC8107200.
 
8: Vellere I, Di Lauria N, Mantella A, Cavallo A, Bresci S, Bartoloni A, Zammarchi L. Atypical imported severe primary dengue presenting with neutrophilic leukocytosis and cardiac tamponade in a young female traveler. J Travel Med. 2021 Jul 7;28(5):taab074. doi: 10.1093/jtm/taab074. PMID: 33987662
 
9: Piccica M, Lagi F, Bartoloni A, Zammarchi L. Efficacy and safety of pentamidine isethionate for tegumentary and visceral human leishmaniasis: a systematic review. J Travel Med. 2021 Aug 27;28(6):taab065. doi: 10.1093/jtm/taab065. PMID: 33890115
 
10: Basile G, Piccica M, Vellere I, Meli M, Mazzetti M, Massi D, Maio V, Cecconi D, Rossolini GM, Bartoloni A, Zammarchi L. Disseminated Talaromyces infection in
an AIDS patient. Clin Microbiol Infect. 2022 Jan;28(1):64-65. doi: 10.1016/j.cmi.2021.03.017. Epub 2021 Apr 2. PMID: 33813123
 
11: Sforza S, Tuccio A, Zammarchi L, Verrienti P, Rinaldi F, Tilli M, Di Maida F, Mari A, Masieri L, Carini M, Bartoloni A, Minervini A. Urological management and surgical procedures in migrants from Sub-Saharan Africa with urogenital schistosomiasis. Actas Urol Esp (Engl Ed). 2021 May;45(4):309-319. English, Spanish. doi: 10.1016/j.acuro.2020.03.016. Epub 2021 Mar 5. PMID: 33685664
 
12: Tilli M, Botta A, Mantella A, Nuti B, Bartoloni A, Boccalini S, Zammarchi L. Community-based seroprevalence survey of schistosomiasis and strongyloidiasis by means of Dried Blood Spot testing on Sub-Saharan migrants resettled in Italy. New Microbiol. 2021 Jan;44(1):62-65. Epub 2020 Dec 16. PMID: 33453705
 
13: Modi G, Borchi B, Giaché S, Campolmi I, Trotta M, Di Tommaso M, Strambi N, Bartoloni A, Zammarchi L. Emerging Infectious Diseases in Pregnant Women in a Non-Endemic Area: Almost One Out of Four Is at Risk. Pathogens. 2021 Jan 10;10(1):56. doi: 10.3390/pathogens10010056. PMID: 33435140; PMCID: PMC7827164
 
14: Giaché S, Modi G, Borchi B, Campolmi I, Trotta M, Di Tommaso M, Seravalli V, Bartoloni A, Zammarchi L. Should obstetricians working in non-endemic countries care about emerging tropical diseases? Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2021 Feb;257:25-34. doi: 10.1016/j.ejogrb.2020.11.066. Epub 2020 Dec 9. PMID: 33359921
 
15: Zammarchi L, Viligiardi R, Modi G, Spinicci M, Bartoloni A. A calcified intestinal worm or Salgari's syndrome? J Travel Med. 2021 Jan 6;28(1):taaa208. doi: 10.1093/jtm/taaa208. PMID: 33244608
 
16: Vellere I, Lagi F, Spinicci M, Mantella A, Mantengoli E, Corti G, Colao MG, Gobbi F, Rossolini GM, Bartoloni A, Zammarchi L. Arbo-Score: A Rapid Score for Early Identification of Patients with Imported Arbovirosis Caused by Dengue, Chikungunya and Zika Virus. Microorganisms. 2020 Nov 4;8(11):1731. doi: 10.3390/microorganisms8111731. PMID: 33158274; PMCID: PMC7716211 
 
17: Zammarchi L, Angheben A, Galli L, Dani C, Di Tommaso M, Petraglia F, Aliani FB, Trotta M, Spinicci M, Albajar Viñas P, Bartoloni A. Ongoing mother-to-child transmission of Chagas disease in Italy: 2014-18 estimates. J Travel Med. 2021 Jan 6;28(1):taaa201. doi: 10.1093/jtm/taaa201. PMID: 33094338 
 
18: Tilli M, Olliaro P, Gobbi F, Bisoffi Z, Bartoloni A, Zammarchi L. Neglected tropical diseases in non-endemic countries in the era of COVID-19 pandemic: the great forgotten. J Travel Med. 2021 Jan 6;28(1):taaa179. doi: 10.1093/jtm/taaa179. PMID: 32970143; PMCID: PMC7543559
 
19: Spinicci M, Zammarchi L, Gramiccia M, Di Muccio T, Bartolozzi D, Corsi P, Trotta M, Bartoloni A. Effective meglumine antimoniate intralesional therapy for Chiclero's ulcer refractory to systemic liposomal amphotericin B. J Travel Med. 2021 Aug 27;28(6):taaa169. doi: 10.1093/jtm/taaa169. PMID: 32918547
 
20: Spinicci M, Bartoloni A, Mantella A, Zammarchi L, Rossolini GM, Antonelli A. Low risk of serological cross-reactivity between dengue and COVID-19. Mem Inst Oswaldo Cruz. 2020;115:e200225. doi: 10.1590/0074-02760200225. Epub 2020 Aug 14. PMID: 32813814; PMCID: PMC7427313
 
21: Venturini E, Zammarchi L, Bianchi L, Montagnani C, Tersigni C, Bortone B, Chiappini E, Galli L. Efficacy and Safety of Intravenous Artesunate in Children With Severe Imported Malaria. Pediatr Infect Dis J. 2020 Aug;39(8):e220. doi: 10.1097/INF.0000000000002694. PMID: 32677815
 
22: Ursini T, Di Giacomo R, Caldrer S, Angheben A, Zammarchi L, Filipponi S, Pizio NR, Bisoffi Z, Buonfrate D. Neurocysticercosis-related seizures in the post-partum period: two cases and a review of the literature. Lancet Infect Dis. 2020 Aug;20(8):e204-e214. doi: 10.1016/S1473-3099(20)30240-1. Epub 2020 Jun 19. PMID: 32569624
 
23: Campolmi I, Angheben A, Aliani FB, Spinicci M, Bartoloni A, Zammarchi L. Chagas disease in Italy: updated estimates. Intern Emerg Med. 2020 Oct;15(7):1339-1343. doi: 10.1007/s11739-020-02387-z. Epub 2020 Jun 9. PMID: 32519135
 
24: Basile G, Cristofaro G, Locatello LG, Vellere I, Piccica M, Bresci S, Maggiore G, Gallo O, Novelli A, Di Muccio T, Gramiccia M, Gradoni L, Gaiera G, Bartoloni A, Zammarchi L. Refractory mucocutaneous leishmaniasis resolved with combination treatment based on intravenous pentamidine, oral azole, aerosolized liposomal amphotericin B, and intralesional meglumine antimoniate. Int J Infect Dis. 2020 Aug;97:204-207. doi: 10.1016/j.ijid.2020.06.003. Epub 2020 Jun 4. PMID: 32505874
 
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71: Zammarchi L, Tappe D, Fortuna C, Remoli ME, Günther S, Venturi G, Bartoloni A, Schmidt-Chanasit J. Zika virus infection in a traveller returning to Europe from Brazil, March 2015. Euro Surveill. 2015 Jun 11;20(23):21153. doi: 10.2807/1560-7917.es2015.20.23.21153. PMID: 26084316
 
72: Magurano F, Zammarchi L, Baggieri M, Fortuna C, Farese A, Benedetti E, Fiorentini C, Rezza G, Nicoletti L, Bartoloni A. Chikungunya from the Caribbean: the importance of appropriate laboratory tests to confirm the diagnosis. Vector Borne Zoonotic Dis. 2015 Apr;15(4):258-60. doi: 10.1089/vbz.2014.1724. PMID: 25897812
 
73: Zammarchi L, Montagnani F, Tordini G, Gotuzzo E, Bisoffi Z, Bartoloni A, De Luca A. Persistent strongyloidiasis complicated by recurrent meningitis in an HTLV seropositive Peruvian migrant resettled in Italy. Am J Trop Med Hyg. 2015 Jun;92(6):1257-1260. doi: 10.4269/ajtmh.14-0716. Epub 2015 Apr 6. PMID: 25846292; PMCID: PMC4458834
 
74: Zammarchi L, Stella G, Mantella A, Bartolozzi D, Tappe D, Günther S, Oestereich L, Cadar D, Muñoz-Fontela C, Bartoloni A, Schmidt-Chanasit J. Zika virus infections imported to Italy: clinical, immunological and virological findings, and public health implications. J Clin Virol. 2015 Feb;63:32-5. doi: 10.1016/j.jcv.2014.12.005. Epub 2014 Dec 12. PMID: 25600600
 
75: Zammarchi L, Tortoli E, Borroni E, Bartalesi F, Strohmeyer M, Baretti S, Simonetti MT, Liendo C, Santini MG, Rossolini GM, Gotuzzo E, Bartoloni A; COHEMI project study group. High prevalence of clustered tuberculosis cases in peruvian migrants in florence, Italy. Infect Dis Rep. 2014 Dec 11;6(4):5646. doi: 10.4081/idr.2014.5646. PMID: 25568758; PMCID: PMC4274404
 
76: Zammarchi L, Farese A, Trotta M, Amantini A, Raoult D, Bartoloni A. Rickettsia africae infection complicated with painful sacral syndrome in an Italian traveller returning from Zimbabwe. Int J Infect Dis. 2014 Dec;29:194-6. doi: 10.1016/j.ijid.2014.10.017. Epub 2014 Nov 5. PMID: 25447725
 
77: Zammarchi L, Viligiardi R, Strohmeyer M, Bartoloni A. Dermatobia hominis: Small Migrants Hidden in Your Skin. Ann Dermatol. 2014 Oct;26(5):632-5. doi: 10.5021/ad.2014.26.5.632. Epub 2014 Sep 26. PMID: 25324659; PMCID: PMC4198594
 
78: Lagi F, Zammarchi L, Strohmeyer M, Bartalesi F, Mantella A, Meli M, Blanc P, Tacconi D, Farese A, Zanelli G, Pippi F, Aquilini D, Tonziello A, Nencioni C, Benvenuti M, Moneta S, Furnari F, Ciufolini MG, Nicoletti L, Bartoloni A. Imported dengue fever in Tuscany, Italy, in the period 2006 to 2012. J Travel Med. 2014 Sep- ct;21(5):340-3. doi: 10.1111/jtm.12144. PMID: 25155927; PMCID: PMC4309477
 
79: Vannucchi V, Tomberli B, Zammarchi L, Fornaro A, Castelli G, Pieralli F, Berni A, Yacoub S, Bartoloni A, Olivotto I. Chagas disease as a cause of heart failure and ventricular arrhythmias in patients long removed from endemic areas: an emerging problem in Europe. J Cardiovasc Med (Hagerstown). 2015 Dec;16(12):817-23. doi: 10.2459/JCM.0000000000000045. PMID: 25022923
 
80: Buonfrate D, Mena MA, Angheben A, Requena-Mendez A, Muñoz J, Gobbi F, Albonico M, Gotuzzo E, Bisoffi Z; COHEMI Project Study Group. Prevalence of strongyloidiasis in Latin America: a systematic review of the literature. Epidemiol Infect. 2015 Feb;143(3):452-60. doi: 10.1017/S0950268814001563. Epub 2014 Jul 3. PMID: 24990510
 
81: Zammarchi L, Bartalesi F, Bartoloni A. Tuberculosis in tropical areas and immigrants. Mediterr J Hematol Infect Dis. 2014 Jun 1;6(1):e2014043. doi: 10.4084/MJHID.2014.043. PMID: 24959340; PMCID: PMC4063601
  
82: Zammarchi L, Giorni A, Gabrielli S, Strohmeyer M, Cancrini G, Bartoloni A. Human oestriasis acquired in Florence and review on human myiasis in Italy. Parasitol Res. 2014 Jun;113(6):2379-85. doi: 10.1007/s00436-014-3906-9. Epub 2014 May 7. PMID: 24802867; PMCID: PMC4031384
 
83: Zammarchi L, Bartoloni A, Munoz J. Chagas disease is a consideration in Latino patients. Am Fam Physician. 2013 Nov 1;88(9):566. PMID: 24364628
 
84: Bruno E, Bartoloni A, Zammarchi L, Strohmeyer M, Bartalesi F, Bustos JA, Santivañez S, García HH, Nicoletti A; COHEMI Project Study Group. Epilepsy and neurocysticercosis in Latin America: a systematic review and meta-analysis. PLoS Negl Trop Dis. 2013 Oct 31;7(10):e2480. doi: 10.1371/journal.pntd.0002480. PMID: 24205415; PMCID: PMC3814340
 
85: Zammarchi L, Strohmeyer M, Bartalesi F, Bruno E, Muñoz J, Buonfrate D, Nicoletti A, García HH, Pozio E, Bartoloni A; COHEMI Project Study Group. Epidemiology and management of cysticercosis and Taenia solium taeniasis in Europe, systematic review 1990-2011. PLoS One. 2013 Jul 29;8(7):e69537. doi:
10.1371/journal.pone.0069537. Erratum in: PLoS One. 2013;8(12). doi:10.1371/annotation/1bcc3e5b-1159-412b-be86-b18d94515cc2. PMID: 23922733; PMCID: PMC3726635
 
86: Bartoloni A, Zammarchi L. Clinical aspects of uncomplicated and severe malaria. Mediterr J Hematol Infect Dis. 2012;4(1):e2012026. doi: 10.4084/MJHID.2012.026. Epub 2012 May 4. PMID: 22708041; PMCID: PMC3375727
 
87: Bartoloni A, Tomasoni L, Bartalesi F, Galli L, Sani S, Veloci S, Zammarchi L, Pini A, Castelli F. Combined intravenous treatment with artesunate and quinine for severe malaria in Italy. Am J Trop Med Hyg. 2010 Aug;83(2):274-6. doi: 10.4269/ajtmh.2010.10-0128. PMID: 20682867; PMCID: PMC2911170
Responsabile dr. Michele Trotta
 
Equipe
Beatrice Borchi
Irene Campolmi
Lorenzo Zammarchi
 
Il CRR MIG si occupa di valutare ed eventualmente prendere in carico, donne in stato di gravidanza, o che desiderano intraprendere una gravidanza, coppie che hanno iniziato un percorso di procreazione medicalmente assistita, con diagnosi confermata o sospetta di malattia infettiva.
Attivo dal 1997, con riconoscimento avvenuto nel 2002, il centro ha erogato oltre 10.000 prestazioni in presenza e numerosissime altre, mediante teleconsulto, sia per gli assistiti della Regione Toscana che per quelli extraregionali.
La valutazione delle gestanti comprende un counseling riguardante la patologia infettiva per cui viene richiesta la consulenza e i relativi rischi per il feto che questa comporta, vengono fornite indicazioni sul prosieguo della gestazione relative ad accertamenti diagnostici e trattamenti farmacologici, volti al preservare la salute materna e quella fetale durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.
 
Attività
In regime ambulatoriale si effettuano:
  • accertamenti sierologici e microbiologici, al fine di diagnosticare o escludere una patologia infettiva in gravidanza, permettendo, così di ridurre il numero di accessi delle gestanti in ambulatorio anche in considerazione dell’eventuale distanza delle assistite
  • trattamenti volti alla prevenzione di malattie infettive come la varicella e il morbillo
  • somministrazione di antibiotici per via iniettiva/infusionale (come previsto per la sifilide, le infezioni delle vie urinarie etc.).
Trattamenti in regime di ricovero:
  • trattamento antibiotico, desensibilizzazione ad antibiotici valutati indispensabili.

Trattamenti nel peripartum: profilassi per le infezioni da Streptococcus agalactiae, nonché le profilassi da effettuare direttamente sul neonato come nel caso di varicella materna contratta nel peripartum o per i neonati da gestanti affette da infezione da HIV o da epatite B (HBV). Viene infine specificato il tipo e l'entità del rischio a cui potrebbe essere esposto il prodotto del concepimento in considerazione della problematica clinica e del periodo gestazionale.
Il CRR MIG, in considerazione della multidisciplinarietà delle problematiche delle gestanti che si rivolgono ad esso, si avvale di collaborazioni all’interno della AOUC e di quelle dei Centri, delle Aziende Ospedaliere e delle USL della Regione Toscana.
 
Sede di attività

Accesso
Gli appuntamenti sono gestiti direttamente presso gli ambulatori della SOD di Malattie Infettive e Tropicali, i tempi di attesa sono, sempre, brevi ( inferiori ad una settimana).

Contatti
dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 telefonando allo 055 7949425
urgenze dal lunedì al venerdì dalle ore 7.00 alle ore 18.30 telefonando allo 055 7949426
email: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..
Il CRR MIG offre un servizio di consulenza telefonica (colloquio telefonico e televisita) mirato a ridurre ulteriormente le valutazioni ambulatoriali per problematiche meno complesse che possono essere risolte a distanza.


 


Studio osservazionale sull’infezione da citomegalovirus in gravidanza in Italia (Megal -Itali)

1: Manciulli T, Modi G, Campolmi I, Borchi B, Trotta M, Spinicci M, Lagi F,
Bartoloni A, Zammarchi L. Treatment with anti-SARS-CoV-2 monoclonal antibodies
in pregnant and postpartum women: first experiences in Florence, Italy.
Infection. 2022 Mar 7:1–8. doi: 10.1007/s15010-022-01777-z. Epub ahead of print.
PMID: 35257291; PMCID: PMC8900641.
2: Trotta M, Trotta A, Spataro E, Giache S, Borchi B, Zammarchi L, Campolmi I,
Galli L, Pasquini L. Primary toxoplasmosis acquired during early pregnancy: Is
it currently overestimated? Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2021
Dec;267:285-289. doi: 10.1016/j.ejogrb.2021.11.019. Epub 2021 Nov 16. PMID:
34839251.
3: Zammarchi L, Lazzarotto T, Di Tommaso M, Tomasoni L, Pasquini L, Galli L,
Simonazzi G, Castelli F, Borchi B, Campolmi I, Ornaghi S, Bartoloni A, Andreoni
M, Pagano I, Petraglia S, Ramenghi L, Clerici P, Tavio M, Trotta M. Valacyclovir
for prevention and treatment of fetal CMV infection: inclusion in the Law 648/96
list and launch of the Italian multicentre observational prospective study
"MEGAL-ITALI". Infez Med. 2021 Jun 1;29(2):299-303. PMID: 34061801.
4: Modi G, Borchi B, Giaché S, Campolmi I, Trotta M, Di Tommaso M, Strambi N,
Bartoloni A, Zammarchi L. Emerging Infectious Diseases in Pregnant Women in a
Non-Endemic Area: Almost One Out of Four Is at Risk. Pathogens. 2021 Jan
10;10(1):56. doi: 10.3390/pathogens10010056. PMID: 33435140; PMCID: PMC7827164.
5: Giaché S, Modi G, Borchi B, Campolmi I, Trotta M, Di Tommaso M, Seravalli V,
Bartoloni A, Zammarchi L. Should obstetricians working in non-endemic countries
care about emerging tropical diseases? Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2021
Feb;257:25-34. doi: 10.1016/j.ejogrb.2020.11.066. Epub 2020 Dec 9. PMID:
33359921.
6: Zammarchi L, Angheben A, Galli L, Dani C, Di Tommaso M, Petraglia F, Aliani
FB, Trotta M, Spinicci M, Albajar Viñas P, Bartoloni A. Ongoing mother-to-child
transmission of Chagas disease in Italy: 2014-18 estimates. J Travel Med. 2021
Jan 6;28(1):taaa201. doi: 10.1093/jtm/taaa201. PMID: 33094338.
7: Zammarchi L, Lazzarotto T, Andreoni M, Giaché S, Campolmi I, Pasquini L, Di
Tommaso M, Simonazzi G, Tomasoni LR, Castelli F, Galli L, Borchi B, Clerici P,
Bartoloni A, Tavio M, Trotta M. Valacyclovir for cytomegalovirus infection in
pregnancy: additional evidences, additional questions. Clin Microbiol Infect.
2021 Apr;27(4):644-645. doi: 10.1016/j.cmi.2020.09.015. Epub 2020 Sep 17. PMID:
32950710.
8: Zammarchi L, Lazzarotto T, Andreoni M, Campolmi I, Pasquini L, Di Tommaso M,
Simonazzi G, Tomasoni LR, Castelli F, Galli L, Borchi B, Clerici P, Bartoloni A,
Tavio M, Trotta M. Management of cytomegalovirus infection in pregnancy: is it
time for valacyclovir? Clin Microbiol Infect. 2020 Sep;26(9):1151-1154. doi:
10.1016/j.cmi.2020.04.006. Epub 2020 Apr 11. PMID: 32289479.
9: Giaché S, Trotta M, Borchi B, Zammarchi L. Regarding "Safety and varicella
outcomes after varicella zoster immune globulin administration in pregnancy". Am
J Obstet Gynecol. 2020 Aug;223(2):300-301. doi: 10.1016/j.ajog.2020.02.013. Epub
2020 Feb 20. PMID: 32088194.
10: Giachè S, Borchi B, Zammarchi L, Colao MG, Ciccone N, Sterrantino G,
Rossolini GM, Bartoloni A, Trotta M. Hand, foot, and mouth disease in pregnancy:
7 years Tuscan experience and literature review. J Matern Fetal Neonatal Med.
2021 May;34(9):1494-1500. doi: 10.1080/14767058.2019.1638898. Epub 2019 Jul 10.
PMID: 31291796.
11: Trotta M, Borchi B, Niccolai A, Venturini E, Giaché S, Sterrantino G, Colao
MG, Rossolini GM, Bartoloni A, Zammarchi L. Epidemiology, management and outcome
of varicella in pregnancy: a 20-year experience at the Tuscany Reference Centre
for Infectious Diseases in Pregnancy. Infection. 2018 Oct;46(5):693-699. doi:
10.1007/s15010-018-1150-4. Epub 2018 May 15. PMID: 29766472.
12: Trotta M, Borchi B, Zammarchi L, Sterrantino G, Brogi M, Kiros ST, Lorini C,
Bonaccorsi G, Colao MG, Bartoloni A. Immunoglobulin M indirect-fluorescent
antibody test for the diagnosis of acute toxoplasmosis during pregnancy in the
avidity era: A 14-year experience at the Tuscany Reference Center for Infectious
Diseases in Pregnancy, Florence, Italy. J Obstet Gynaecol Res. 2016
Dec;42(12):1699-1703. doi: 10.1111/jog.13144. Epub 2016 Oct 20. PMID: 27762467.
13: Venturi G, Zammarchi L, Fortuna C, Remoli ME, Benedetti E, Fiorentini C,
Trotta M, Rizzo C, Mantella A, Rezza G, Bartoloni A. An autochthonous case of
Zika due to possible sexual transmission, Florence, Italy, 2014. Euro Surveill.
2016;21(8):30148. doi: 10.2807/1560-7917.ES.2016.21.8.30148. PMID: 26939607.
14: Zammarchi L, Borchi B, Chiappini E, Galli L, Brogi M, Sterrantino G, Trotta
M. Syphilis in pregnancy in Tuscany, description of a case series from a global
health perspective. J Matern Fetal Neonatal Med. 2012 Dec;25(12):2601-5. doi:
10.3109/14767058.2012.712573. Epub 2012 Aug 13. PMID: 22839366.
15: Cito G, Coccia ME, Fucci R, Picone R, Cocci A, Sessa M, Sessa F, Rizzello F,
Micelli E, Trotta M, Badolato L, Campi R, Criscuoli L, Serni S, Carini M, Natali
A. Hepatitis B Surface Antigen Seropositive Men in Serodiscordant Couples:
Effects on the Assisted Reproductive Outcomes. World J Mens Health. 2021
Jan;39(1):99-106. doi: 10.5534/wjmh.190121. Epub 2019 Dec 17. PMID: 32009315;
PMCID: PMC7752521.
16: Cito G, Coccia ME, Fucci R, Picone R, Cocci A, Russo GI, Rizzello F, Trotta
M, Badolato L, Basile V, Criscuoli L, Serni S, Carini M, Natali A. Influence of
male human immunodeficiency virus (HIV) and hepatitis C virus (HCV) infection on
the reproductive outcomes in serodiscordant couples: a case-control study.
Andrology. 2019 Nov;7(6):852-858. doi: 10.1111/andr.12623. Epub 2019 Apr 16.
PMID: 30993859.
17: Pasquini L, Magro-Malosso ER, Cordisco A, Trotta M, Di Tommaso M. Latent
Syphilis Infection in Pregnancy: An Ultrasound Diagnosed Case of Penicillin
Treatment Failure. Case Rep Obstet Gynecol. 2018 Jul 26;2018:8706738. doi:
10.1155/2018/8706738. PMID: 30147973; PMCID: PMC6083644.
18: Pasquini L, Masini G, Gaini C, Franchi C, Trotta M, Dani C, Di Tommaso M.
The utility of infection screening in isolated mild ventriculomegaly: an
observational retrospective study on 141 fetuses. Prenat Diagn. 2014
Dec;34(13):1295-300. doi: 10.1002/pd.4470. Epub 2014 Aug 22. PMID: 25087972.
19: Trotta M, Azzi A, Meli M, Borchi B, Periti E, Pontello V, Leoncini F.
Intrauterine parvovirus B19 infection: early prenatal diagnosis is possible. Int
J Infect Dis. 2004 Mar;8(2):130-1. doi: 10.1016/j.ijid.2003.09.004. PMID:
14732332.
20: Trotta M, Meli M, Ginelli R, Sbaragli S, Leoncini F. Antiretroviral therapy
in pregnant women of Florence. Int J Infect Dis. 2001;5(4):230-1. doi:
10.1016/s1201-9712(01)90079-7. PMID: 11953225.
21: Azzi A, Trotta M, Zakrzewska K, Balzer E, Rogasi PG, Carocci A, Leoncini F.
Human parvovirus B19 infection within a family and risk for pregnant women.
Epidemiol Infect. 1996 Oct;117(2):401-3. doi: 10.1017/s095026880000159x. PMID:
8870639; PMCID: PMC2271698.

Corso di Perfezionamento “Malattie Infettive in Gravidanza”, I° Edizione, dal 28 novembre 2022 al 1 dicembre 2022, Organizzato da Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze (Prof. Lorenzo Zammarchi), in collaborazione con Dipartimento di Scienze della Salute (Prof.ssa Luisa Galli, Profssa Mariarosaria Di Tommaso) e il CRR MIG (Dr. Michele Trotta, Dr.ssa Irene Campolmi, Dr.ssa Beatrice Borchi).

Partecipazione alla formazione di un Centro Regionale di Medicina Fetale centralizzato presso l’AOU- Careggi.
Costituzione di gruppo di coordinamento della gravidanza a rischio all’interno della Regione Toscana che vede Careggi come HUB principale per la patologia materna e fetale
Referente Aziendale  Dr. Federico Perfetto
Equipe
Dr.Francesco Cappelli cardiologo
Dr. Calogero Cirami nefrologo 
Contatti
Tel 055 794 9946 dal lunedì al venerdì ore 8:30 - 9:30
Tel 055 794 9270 dal lunedì al venerdì ore 11:30 - 12:30
dr Federico Perfetto
mail This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. 
cell 3358387742 mercoledì ore 15:00 - 17:00

 
L’amiloidosi rappresenta un gruppo eterogeneo di patologie acquisite o ereditarie, localizzate o sistemiche, che condividono una caratteristica: la deposizione extracellulare di proteine fibrillari insolubili che determina una disorganizzazione della struttura dei tessuti coinvolti con conseguente disfunzione d’organo.
Le forme più comuni di amiloidosi sono:
  • la AL dovuta alla deposizione di catene leggere libere monoclonali
  • l’amiloidosi ereditaria correlata alla deposizione transtiretina  mutata (ATTRm)
  • l’amiloidosi sistemica senile( TTR wt o SSA) correlata alla deposizione transtiretina wild type (wt)
  • l’Amiloidosi AA, una forma più rara legata alla deposizione di una proteina di origine epatica (SAA serumAmyloid A protein).
Attività
  • gestisce il percorso di diagnosi e cura dei pazienti affetti da Amiloidosi sistemica in contesto multidisciplinare e multiprofessionale, in rete interdipartimentale all’interno della AOU Careggi  ed inter-ospedaliera intra e extraregionale.
  • promuove la ricerca scientifica
  • applica e sviluppa  protocolli e Linee guida
  • sviluppo di progetti specifici nell'ambito della didattica per studenti del corso di laurea, per medici in formazione specialistica
Modalità di accesso
Contattando telefonicamente o via mail i referenti del centro indicando il sospetto diagnostico o la patologia accertata ed inviando eventuali  esami strumentali o sieroematici precedentemente eseguiti.
 I medici invianti saranno successivamente ricontattati per concordare la data dell’appuntamento.
 
Attività Ambulatorial
  • inquadramento diagnostico del pazienti
  • valutazione eventuale esame bioptico sul grasso periombelicale
  • prescrizione di pacchetti di  indagini strumentali e di laboratorio dedicati
  • valutazione del percorso terapeutico
  • impostazione dei successivi Follow Up
Collaborazioni interne
  • Cardiomiopatie Unit 
  • Neurologia 2 - Dr. Alessandro Barilaro
  • Nefrologia e Dialisi - Dr. Marco Allinovi
  • Ematologia - Dott.ssa Elisabetta Antonioli
  • Terapia cellulari e Medicina Trasfusionale - Dr.ssa Chiara Nozzoli
  • Medicina Nucleare - 
  • Laboratorio generale Proteine e Immunometria - Dr.ssa Anna Lucia Caldini , Dr Alessandro Terreni
  • Diagnostica Genetica Dr.ssa Luisa Candita
  • Istologia patologica e diagnosi molecolari - Prof.ssa Daniela Massi, Dr. Luca Novelli, Dr.ssa Raffaella Santi, Dr.ssa Federica Vergoni
  • Medicina interna ed epatologia Laboratorio - Dr.ssa Stefania Madiai, Tecnico di laboratorio Nadia Navari

Collaborazioni esterne

  • Centro per lo studio e la cura della amiloidosi di Pavia
  • Ospedale Sant’Orsola Malpighi  Bologna
  • CNR Fondazione Monasterio, Pisa
Sede di Attività
Ambulatorio Cardiologico

Responsabile
Dr. Stefano Grifoni This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Segreteria
Sig.ra Donatella Tognetti
tel. (+39) 055 794 5345 fax (+39) 055 794 7450
Equipe
In urgenza: tutti i dirigenti medici della SOD Medicina e Chirurgia di Urgenza e Accettazione
Nel follow up:
Cosimo Caviglioli
Peiman Nazerian
Maddalena Ottaviani
Gabriele Viviani

Attività
Il Centro afferisce alla SOD Medicina e chirurgia di urgenza e accettazione e si occupa della diagnosi e della terapia in emergenza-urgenza della tromboembolia polmonare acuta.
Il Centro segue le persone affette da tromboembolia venosa (TEV) durante tutto il percorso di diagnosi e cura, dalla fase di pronto soccorso fino al follow-up ambulatoriale.

Sedi di attività
Collaborazioni interne
  • Altre strutture del Dipartimento di Emergenza Accettazione
  • Altre strutture specialistiche, in particolare: Radiologie, Cardiologie, Cardiochirurgia, Rianimazioni, Malattie Aterotrombotiche

Collaborazioni Nazionali ed Internazionali

  • Prof. Giancarlo Agnelli e Prof.ssa Cecilia Becattini Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Perugia
  • Prof. Andrea Maria D’Armini, Dipartimento Cardiotoracovascolare, Università degli studi di Perugia
  • Dr. Giovanni Volpicelli, Dipartimento di Emergenza, Ospedale Universitario San Luigi Gonzaga, Torino
  • Dr. Fulvio Morello, Dipartimento di Emergenza, AOU- Città della Salute e della Scienza, Torino
  • David Jiménez: Chief of the Respiratory Department and Medicine Department, Ramón y Cajal Hospital and Alcalá de Henares University, Madrid, Spain
  • Jonathan A. Edlow, MD FACEP, Professor of Medicine and Emergency Medicine - Harvard Medical School, Vice-chair, Department of Emergency Medicine – BIDMC, Boston MA
  • Christian Mueller: Chief of the Cardiovascular Research Unit, University Hospital of Basel, Switzerland
Ricerca
Studi clinici in corso:
  • Centro coordinatore dello studio: Studio prospettico, randomizzato e controllato di efficacia e sicurezza della terapia farmacologica accelerata con trombolitico in dose ridotta (attivatore tissutale del plasminogeno, tPA endovena) in pazienti con embolia polmonare a rischio intermedio  HAEMO-LYSE Trial. Supportato da un grant Università degli studi di Firenze.
  • Centro coordinatore dello studio multicentrico: Prognostic Value of Plasma Lactate Levels Among Patients With Acute Pulmonary Embolism (TELOS), NCT01908231.
  • Centro coordinatore dello studio multicentrico: Accuracy of Multi-organ Ultrasound for the Diagnosis of Pulmonary Embolism (SPES), NCT01635257
  • Centro coordinatore dello studio Pulmonary Embolism Diagnosis: Ultrasound Wells Score vs Traditional Wells Score. NCT02190110.

  • Nazerian P, Volpicelli G, Gigli C, Becattini C, Sferrazza Papa GF, Grifoni S,  Vanni S; Ultrasound Wells study group. Diagnostic performance of Wells score combined with point-of-care lung and venous ultrasound in suspected pulmonary embolism. Acad Emerg Med. 2016 Nov 12. doi: 10.1111/acem.13130. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27859891.
  • Becattini C, Franco L, Beyer-Westendorf J, Masotti L, Nitti C, Vanni S, Manina G, Cattinelli S, Cappelli R, Sbrojavacca R, Pomero F, Marten S, Agnelli G. Major bleeding with vitamin K antagonists or direct oral anticoagulants in real-life. Int J Cardiol. 2016 Nov 9. pii: S0167-5273(16)33576-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.11.117. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27843050.
  • Vanni S, Nazerian P, Bova C, Bondi E, Morello F, Pepe G, Paladini B, Liedl G, Cangioli E, Grifoni S, Jiménez D. Comparison of clinical scores foridentification of patients with pulmonary embolism at intermediate-high risk ofadverse clinical outcome: the prognostic role of plasma lactate. Intern Emerg Med. 2016 Jun 28. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27350628.
  • Becattini C, Agnelli G, Lankeit M, Masotti L, Pruszczyk P, Casazza F, Vanni S,Nitti C, Kamphuisen P, Vedovati MC, De Natale MG, Konstantinides S. Acute pulmonary embolism: mortality prediction by the 2014 European Society of Cardiology risk stratification model. Eur Respir J. 2016 May 12. pii:ERJ-00024-2016. doi: 10.1183/13993003.00024-2016. [Epub ahead of print] PubMedPMID: 27174887.
  • Vanni S, Jiménez D, Nazerian P, Morello F, Parisi M, Daghini E, PratesiM,Lòpez R, Bedate P, Lobo JL, Jara-Palomares L, Portillo AK, Grifoni S. Short-termclinical outcome of normotensive patients with acute PE and high plasma lactate. Thorax 2015; 70:333-338.
  • Fernàndez C, Bova C, Sanchez O, Prandoni P, Lankeit M, Konstantinides S, Vanni S, Fernàndez-Golf C, Yusen RD, Jiménez D. Validation of a model for the identification of patients at intermediate to high risk for complications associated with symptomatic pulmonary embolism. Chest 2015; 148:211-218.
  • Nazerian P, Vanni S, Volpicelli G, Gigli C, Zanobetti M, Bartolucci M, Ciavattone A, Lamorte A, Veltri A, Fabbri A, Grifoni S. Accuracy of point-of-care multiorganultrasonography for the diagnosis of pulmonaryembolism. Chest. 2013 Oct 3. doi: 10.1378/chest.13-1087.
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  • Vedovati MC, Becattini C, Agnelli G, Kamphuisen PW, Masotti L, Pruszczyk P,Casazza F, Salvi A, Grifoni S, Carugati A, Konstantinides S, Schreuder M,Golebiowski M, Duranti M. Multidetector CT scan for acute pulmonary embolism:embolic burden and clinical outcome. Chest. 2012 Dec;142(6):1417-24.
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  • Vanni S, Nazerian P, Pepe G, Baioni M, Michele R, Grifoni G, Viviani G, Grifoni S. Comparison of two Prognostic Models for Acute Pulmonary Embolism: clinical vs right Ventricular Dysfunction Guided Approach. J ThrombHaemost. 2011
  • Becattini C, Agnelli G, Vedovati MC, Pruszczyk P, Casazza F, Grifoni S, Salvi A, Bianchi M, Douma R, Konstantinides S, Lankeit M, Duranti M. Multidetectorcomputed tomography for acute pulmonary embolism: diagnosis and riskstratification in a single test. Eur Heart J. 2011 Jul;32(13):1657-63.
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  • Becattini C, Agnelli G, Salvi A, Grifoni S, Pancaldi LG, Enea I, Balsemin F, Campanini M, Ghirarduzzi A, Casazza F; TIPES Study Group. Bolus tenecteplase for right ventricle dysfunction in hemodynamically stable patients with pulmonaryembolism. Thromb Res. 2010 Mar;125(3):e82-6.
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  • Magazzini S, Vanni S, Toccafondi S, Paladini B, Zanobetti M, Giannazzo G, Federico R, Grifoni S. Duplex Ultrasound in the Emergency Department for the Diagnostic Management of Clinically Suspected Deep Vein Thrombosis. AcadEmerg Med 2007; 14:216-20.
  • Grifoni S, Vanni S, Magazzini S, Olivotto I, Conti A, Zanobetti M, Polidori G, Pieralli F, Peiman N, Becattini C, Agnelli G. Association of persistent right ventricular dysfunction at hospital discharge after acute pulmonary embolism with recurrent thromboembolic events. Arch Intern Med. 2006;166:2151-6.
  • Pieralli F, Olivotto I, Vanni S, Conti A, Camaiti A, Targioni G, Grifoni S,  Berni G. Usefulness Of Bedside Testing For Brain Natriuretic Peptide To Identify Right Ventricular Dysfunction And Outcome In Normotensive Patients With Acute Pulmonary Embolism. Am  J Cardiol, 2006, 97:1386 –1390.
  • Grifoni S, Olivotto I, Cecchini P, Pieralli F, Camaiti A, Santoro G, Conti A, Agnelli G, Berni G. Short-term clinical outcome of patients with acute pulmonary embolism, normal blood pressure, and echocardiographic right ventriculardysfunction. Circulation. 2000 Jun 20;101(24):2817-22.
  • Grifoni S, Olivotto I, Cecchini P, Pieralli F, Camaiti A, Santoro G, Pieri A, Toccafondi S, Magazzini S, Berni G, Agnelli G. Utility of an integrated clinical,echocardiographic, and venous ultrasonographic approach for triage of patientswith suspected pulmonary embolism. Am J Cardiol. 1998 Nov 15;82(10):1230-5.

Queste le pubblicazioni scientifiche del Centro Antiveleni.

Articoli su riviste
Magazine articles
Lithium chronic and acute-on-chronic poisoning: a retrospective case series.
Clinical Toxicology, vol 53, suppl 1, May 2015, 393
Mazzucco V., Bertieri L., Botti P., Gambassi F., Missanelli A., Masini E., Mannaioni G.
 
Successful management of acute collecticve Hydrogen Sulfide exposure.
Clinical Toxicology, vol 53, suppl 1, May 2015, 252
Orsini I., Pracucci C., Botti P., Gambassi F., Ieri A., Masini E., Mannaioni G.
 
Once upon a time  the toxic related deaths:  a case series from 1924 to 1960.
Clinical Toxicology, vol 53, suppl 1, May 2015, 264
Gambassi F., Botti P., Ieri A., Pracucci C., Bertieri L., Missanelli A., Orsini I., Mannaioni G., Masini  E.
 
Toxicologic related deaths: a case series from 1970 to 2014.
Clinical Toxicology, vol 53, suppl 1, May 2015, 263
Gambassi F., Botti P., Ieri A., Pracucci C., Bertieri L., Mannaioni G.
 
Subcutaneous elemental mercury injection and bone marrow failure: a fatal case.
Clinical Toxicolgy, vol 52 (4) April - May 2014, 379
Orsini F., Orsini I., Botti P., ScappiniB., Bacchiarri F., Di Gioia M., Giampreti A., Manaioni G.
 
Caustic ingestion: an 11 year retrospective analysis of 190 patients.
Clin Toxicol 2012 50 (4) 353
Galli V., Totti A., Lotti M., Botti P., Gambassi F., Mannaioni G.
 
Benzidamine: recreational misuse of a non recreational drug.
Clin Toxicol 2011, 49 (3) 216
Pistelli A., Lanzi C., Dilaghi A., Quaranta MR., Sili M., Mannaioni G., Botti P.
 
From bedside to bench: calcium gluconate is an effective treatment in Hydrofluoric acid skin burns and reverse fluoride induced vasoconstriction in vitro.
Clin Toxicol 2011, 49 (3) 242
Lanzi C., Sili M., Filippi S., Gerace E., Quaranta MR., Missanelli A., Botti P., Mannaioni G.
 
Drugs of Abuse: New Drugs or Old Ones?Epidemiological Survey of Acute Intoxicationsin Florence in the Last Five Years
Clin Toxicol 2011, 49 (3) 216
Gambassi F., Lotti M., Galli V., Ieri A., Missanelli A., Botti P., Mannaioni G.
 
Delayed neuropsychological sequelae after carbon monoxide poisoning: predictive risk factors in the Emergency Departement. A retrospective study.
Scand J Trauma, Resusci and Emerg Med 2011 Mar 17, 19 (1):16
Pepe G., Castelli M., Peiman N., Vanni S., Del Panta M., Gambassi F., Botti P., Missanelli A., Grifoni S.
 
Human Envenomation by Bitis parviocula (Ethiopian Mountain Adder)
Clin Toxicol 2010, 48 (3) 309
Faber K., Ceschi A., Botti P., Peruzzi S., Rauber-Lüthy C., Giampreti A., Smorlesi C.
 
Outcome of Antiepileptic Drug Treated Pregnant Women
Clin Toxicol 2010, 48 (3) 297
Dilaghi A., Mannaioni G., Ieri A., Missanelli A., Occupati B., Smorlesi C., Botti P., Pistelli A.
 
N.Acetylcysteine and Deferoxamien a san Antidotal Therapy in a gastrectomized patient with iron Poisoning
Clin Toxicol 2010, 48 (3) 254
Pistelli A., Missanelli A., Gambassi F., Botti P., Lotti M., Galli V., Mannaioni G.
 
Treatment of Digitalis Purpurea poisoning with Digoxin Specific Fab Fragments
Clin Toxicol 2009, 47 (5) 472
Pistelli A., Botti P., Galli V., Ieri A., Missanelli A., Mannaioni G.
 
I Centri Antiveleni nel panorama sanitario regionale e nazionale
Toscana Medica 2009 (1) 7 – 9
Botti P., Gambassi F., Balocchini E.
 
Gatrointestinal bleeding and massive liver injury in Neuroleptic Malignant Syndrome.
Clin Toxicol 2008, 46 (5) 372
MissanelliA., Botti P., Mannaioni G.
 
Irreversible Lithum induced brain toxicity: observation in a Clinical Toxicology Unit
Clin Toxicol 2008, 46 (5) 365
Botti P., Gambassi F., Dannaoui B., Pistelli A., Moroni F., Mannaioni G.
 
Ann Ist Sanità 2006, Vol. 42, n° 3: 287 – 297
Botti P.,Cipriani F., Dannaoui B., Bravi S., Missanelli A. e Gruppo Epintox
 
Lung Injury   due to Trichloroethylene Aspiration.
J. Toxicol.Clin. Toxicol. 2006, 44 (4), 571-2
Botti P., Dannaoui B., Gambassi F., Ieri A., Missanelli A., Peruzzi S., Pistelli A.
 
Hemodialysis versus Forced Alkaline Diuresis in Acute Barbiturate Poisoning.
J. Toxicol.Clin. Toxicol. 2004, 42 (4), 51
Botti P., Garcia S., Dannaoui B., Ieri A., Pistelli A.
 
Acute gold cyanide poisoning.
J. Toxicol.Clin. Toxicol. 2003, 41(4), 469
Pistelli A., Missanelli A., Dannaoui B., Botti P.
 
Acute poisoning in Italy: an eight-year report.
J. Toxicol.Clin. Toxicol. 2003, 41(4), 463
Mucci N., Binetti R., Alessi M., Barelli A., Botti P., Chiossi M., Cima L., Della Puppa T., Ferruzzi M., Locatelli C., Russo A., Volpe C.
 
Il mercato dei farmaci; né corporativismo né criminalizzazione.
Toscana Medica 2003 (3), 29
Palermo C., Botti P.
 
Lithium poisoning or lithium induced hyperosmolar encephalopathy?
J. Toxicol.Clin. Toxicol. 2002, 40(2), 332-3
Botti P., Dannaoui B., Pistelli A.
 
Il Centro Antiveleni.
Bollettino Medico dell’Azienda Ospedaliera Careggi . N.22, Gennaio 2002, 5-9
Botti P., Gambassi F., Dannaoui B.
 
Presente e futuro dei Centri Antiveleni in Italia. Tendenze Nuove
Materiali di lavoro su sanità e Salute della Fondazione Smith Kline. Vol. 2/00 (15) , 67-71, 2000
Alessi M., Barelli A., Binetti R., Botti P., Gambassi F., Chiossi M., Cima L., Della Puppa T., Locatelli C., Mucci N., Russo A., Urciuoli R., Volpe C.
 
Relazioni a congressi
Reports to congress
A case of amanita poisoning complicated by pancreatitis
Bertieri L., Botti P., Gambassi F., Quaranta MR., Mannaioni G.
“Antidotes in Depth”  - Pavia giugno 2014
 
Tossicologia clinica e laboratorio
Botti P.
Corso su “Intossicazioni acute, il ruolo della diagnostica di laboratorio e le esigenze cliniche” - Arezzo, 05 giugno 2014, Vol atti
 
Acute intoxication cases related to methoxetamine consumption in Italy: clinical and toxicological evidences.
Serpelloni S., Rimondo C., Seri C., Cavallini M., Macchia T., Locatelli C., Papa P., Botti P.
 
Active pharmacovigilance monitoring of treatment errors in the Tuscan Poison Centre of Florence
Lanzi C., Pugi A., Botti P., Gambassi F., Quaranta M.R., Leo M.C., Cini E., Masini E., Davanzo F., Vannacci A.
ISOP 2013
 
Acidosi metabolica ipercloremica in corso di intossicazione acuta da topiramato.
Orsini F., Chiara F., Aloise M., CortiniE., Botti P., Locatelli CA.
“Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies” -  Pavia, 30 Settembre – 2 Ottobre 2013, Vol. abstracts
 
Active pharmacovigilance monitoring of treatments errors in the Tuscan Poison Centre of Florence
Lanzi C., Pugi A., Botti P., Gambassi F., Quaranta MR., Leo MC., Cini E., Masini E., Davanzo F., Vannacci A.
ISOP 2013
 
Methoxetamine poisoning
Serpelloni S., Rimondo C., Seri C., Cavallini M., Macchia T., Locatelli C., Papa P., Botti P.
Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencie -, Pavia 30 Settembre – 2 Ottobre 2013, Vol. abstracts, suppl.
 
Body packaging e body stuffing: revisione di una casistica e proposta di un algoritmo gestionale.
Gambassi F., Bertieri L., Quaranta MR., Pacileo I., Occupati B., Smorlesi C., Botti P.
Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencie - Pavia 30 Settembre – 2 Ottobre 2013, Vol. abstracts, 85
 
La fisostigmina nel trattamento della sindrome anticolinergica centrale.
Botti P., Pracucci C., Quaranta MR., Orsini F., Missanelli A., Ieri A., Gambassi F. Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies, - Pavia 30 Settembre – 2 Ottobre 2013, Vol. abstracts, 20
 
Il ruolo del Centro Antiveleni nelle maxiemergenze.
Botti P.
Convegno su “La sicurezza in ambito sanitario in condizioni ordinarie e nelle grandi emergenze”  - Firenze, 16-18 Maggio 2013, atti
 
Fibrillazione atriale in corso di sindrome astinenziale da alcol.
Orsini F., Quaranta MR., Sili M., Botti P., Gambassi F.
Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies - Pavia 19 – 21  Settembre 2012 Vol. abstracts, 20
 
Insulina e glucosio
Orsini F., Quaranta MR., Sili M., Botti P., Gambassi F.
Atti Congresso Tossicologia Clinica d’Urgenza  - Pavia 28 – 30 Settembre 2011 in Emergency Care Journal n.4/2011, 40
 
Rimozione endoscopica in body packing: descrizione di un caso clinico
Quaranta MR., Sili M., Orsini F., Botti P., Gambassi F.
Atti Congresso Tossicologia Clinica d’Urgenza  - Pavia 28 – 30 Settembre 2011 in Emergency Care Journal n.4/2011, 35
 
Intossicazioni deliberate
Botti P., Ieri A., Missanelli A., Gambassi F.
Autolesionismo e Lesionismo in Tossicologia Clinica e Forense - Foggia 26 – 27 Ottobre 2010, vol abstracts
 
Infusione intrarteriosa di calcio gluconato nella terapia delle lesioni da contatto con acido fluoridrico
Sili M., Quaranta MR., Pacileo I., Totti A., Botti P., Gambassi F., Mannaioni G. Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies, - Pavia 29 Settembre – 1 Ottobre 2010, Vol. abstracts, 85
 
Intossicazioni acute da sostanze d’abuso, esperienza del polo tossicologico ospedaliero di Firenze
Gambassi F., Lotti M., Lanzi C., Galli V., Ieri A., Missanelli A., Botti P.
Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies, - Pavia 29 Settembre – 1 Ottobre 2010, Vol. abstracts, 63
 
Le vitamine come antidoti
Botti P., Quaranta MR., Sili M., Ieri A., Missanelli A.
Antidotes in Depth, Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies - Pavia 29 Settembre – 1 Ottobre 2010, Vol. abstracts, 39
 
Teaching emergency toxicology to health care professionals: the TBST course.
Botti P.
Congresso Nazionale IRC, Catania 4-5 Giugno 2010
 
Idrogeno solforato: rischio e tossicità
Botti P., Ieri A., Missanelli A., Galli V., Gambassi F.
V Convegno di Tossicologia Clinica - Foggia 6-8 Ottobre 2009
 
Caustic ingestion management: a case report
Botti P., Mannaioni G., Gambassi F., Ieri A., Pistelli A., Martini F.
XXIX EAPCCT International Congress - Stockolm 12-15 May 2009, abstracts 200
 
Cardiotossicità acuta e cronica dell’etanolo
Gambassi F., Ieri A., Missanelli A., Galli V., Botti P.
XV Congresso Nazionale Società Italiana di Tossicologia – Verona 19-22 Gennaio 2009 – atti, 165
 
Epatiti acute tossiche, diagnosi e terapia.
Botti P., Ieri A., Missanelli A., Galli V., Gambassi F.
XV Congresso Nazionale Società Italiana di Tossicologia – Verona 19-22 Gennaio 2009 – atti, 164
 
Trattamento antidotico delle metaemoglobinemie.
Botti P., Ieri A., Missanelli A., Gambassi F.
Antidotes in depth  and Chemical Emergencies, Clinical and Public Health Issues -Pavia 15-17 Maggio 2008, Proceedings pag. 48
 
Tossicologia clinica e Laboratorio.
Botti P., Ieri A., Dannaoui B., Gambassi F.
Corso di aggiornamento SIBioC : Il laboratorio nell’Emergenza Urgenza.  - Viareggio 13 Giugno 2006, Atti 21-3
 
Inquadramento normativo della Tossicologia Clinica e dei Centri Antiveleni in Italia ed EU.
Botti P.
XIV Congresso Società Italiana di Tossicologia - Roma 7 – 9 Febbraio 2006, Vol. Atti
 
Moderni orientamenti nella gestione medica delle dipendenze.
Botti P.
XIV Congresso Società Italiana di Tossicologia - Roma 7 – 9 Febbraio 2006, Vol. Atti
 
The educational role of Poison Centres: an Italian national teaching program in clinical toxicology.
Barelli A., Botti P., Della Puppa T.
XXV EAPCCT International Congress - Berlin 10 – 13 May 2005, Vol. abstracts, 107
 
Intossicazione acuta da barbiturici: emodilisi vs terapia medica.
Conti P., Garcia Bonillo S., Botti P., Cerretini C., Bandini S., Moscarelli L. Salvadori M.
45° Congresso Nazionale Società Italiana di Nefrologia - Torino 27-30 Giugno 2004, Atti 63
 
Epatopatie da farmaci.
Botti P., Gambassi F.
VIII congresso su “Argomenti di Medicina” - Massa Marittima, 8 Maggio 2004
 
Avvelenamenti nel bambino
Botti P.
VI Incontro Nazionale di Pediatria “Emergenze/urgenze in Pediatria” - Catania 14-16 Maggio 2004, CD Atti, 28-30
 
Vecchie e nuove droghe in gravidanza: tossicologia perinatale.
Caramelli L., Botti P., Pistelli A., Ieri A.
LXXIX Congresso Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia - Catania 12 – 15 Ottobre 2003, Atti 792 - 795
 
La terapia in urgenza della donna in gravidanza.
Caramelli L., Pistelli A., Botti P.
Seminario di Studio “Il malato critico alla porta dell’Ospedale – Organizzazione e pratica clinica” - Impruneta 25 - 26 gennaio 2002 Atti
 
Le intossicazioni acute dal territorio all’ospedale. Linee guida di primo intervento.
Botti P., Dannaoui B., Gambassi F.
Convegno su: problemi organizzativi e diagnostico-terapeutici dal territorio all’ospedale - Massa Marittima, 5 Maggio 2001. Vol. Atti 30 – 33
 
La sicurezza dei farmaci: i trials ed il post-marketing.
Botti P.
Giornate Mediche Toscane: Seminari di Aggiornamento in Medicina Interna - Firenze, 16 – 17 Febbraio 2001. CD Atti
 
Nuove droghe: tossicologia clinica.
Botti P., Ieri A., Dannaoui B., Gambassi F.
II Congresso Nazionale su Evidence Based Emergency Medicine - Firenze, 19 – 21 Ottobre 2000; Vol. Atti  57 – 61
 
Approccio diagnostico e comportamento ostetrico negli avvelenamenti materno-fetali.
Cariati E., Caramelli L., Franchi C
Corso di aggiornamento in Tossicologia Clinica: le intossicazioni acute nel feto, nel bambino, nell’adulto.  - Firenze, 7 Aprile 2000; Vol. Atti 45-46
 
Tossicologia riproduttiva.
Smorlesi C., Pistelli A., Occupati B., Ieri A., Caramelli L.
Corso di aggiornamento in Tossicologia Clinica: le intossicazioni acute nel feto, nel bambino, nell’adulto. - Firenze, 7 Aprile 2000; Vol. atti  37-39
 
Approccio medico alle intossicazioni acute.
Gambassi F., Dannaoui B., Botti P.
Corso di Aggiornamento in Tossicologia Clinica: le intossicazioni acute nel feto, nel bambino, nell’adulto. - Firenze, 7 Aprile 2000; Vol. atti 7-12
 
Il rischio tossicologico: qualche risposta operativa.
Botti P., Caramelli L.
Corso di aggiornamento in Tossicologia Clinica: le intossicazioni acute nel feto, nel bambino, nell’adulto. - Firenze, 7 Aprile 2000 Vol. atti 1-5
 
Libri
Books
 
Integrated response to CBNR mass-casualty events. In: Integrated Emergency Management for Mass-Casualty Emergencies
Lanzi C., Botti P., Masini E.
NATO/OTAN Publication, IOS Press vol 113, 2013 pag. 44-49
 
Guida operativa per la prevenzione degli effetti negativi dei vapori e dei fumi di combustione negli ambienti di vita
Lauretta A., Albizzi L., Garibotti M., Lazzeri M., Agostinelli L., Pineschi G., Bassi S., Gragnani M.,  Lucchesi P.,  Botti P.,  Gambassi F.
Regione Toscana 2013
 
TBST – Argomenti di Tossicologia Clinica d’Urgenza
Barelli A., Botti P., Della Puppa T.
IRC Edizioni Srl, Bologna 2010
 
Le piante velenose in Italia, riconoscimento ed approccio clinico alle intossicazioni
Botti P., Dannaoui B., Gambassi F., Luzzi P., Varriale S.
CSIAF – Produzione Contenuti Multimediali, Firenze 2006
 
Le sostanze d’abuso  
Di Bello Mg., Gambassi F., Smorlesi C.,  Occupati B.
In: Tossicologia Medica
Paoletti R., Nicosia S., Clementi F., Fumagalli G.
UTET Torino, 2004
 
Farmaci antidepressivi e antipsicotici  
Botti P., Caramelli L., Pistelli A., Peruzzi S., Vannacci A., Zorn Am.
In: Tossicologia Medica
Paoletti R, Nicosia S, Clementi F, Fumagalli G.
UTET Torino, 2004, cap. VI 61-76
 
Incidence of concomitant diseases in Intravenous drug addicts   
Pistelli A., Gambassi F., Di Bello MG., Botti P., Masini E., Mannaioni PF.
In: Addicive Drugs and Addictive States The State of the Art
Mannaioni PF. e Masini E.
ARFI Padova 1994, 141-144
 
Variations in methadone treatment practice: results from a regional study   
Mannaioni PF., Bertelli S., Botti P., Caramelli L., Gambassi F., Peruzzi S., Pistelli A., Smorlesi C., Zorn AM., Masini E.
In: Addicive Drugs and Addictive States The State of the Art
Mannaioni PF. e Masini E.
ARFI Padova 1994, 11-23
 
Nuove prospettive nel trattamento farmacologico delle sindromi alcool correlate
Mannaioni PF, Masini E, Moroni F, Pellegrini G, Pistelli A, Palmerani B, Gambassi , Zorn AM, In: La dipendenza alcolica
Peruzzi S, Caramelli L, Botti P: In Ferrara SD, Gallimberti L.
Edizioni Turato, Padova 1988, 143-149
 
Intossicazioni       .
Botti P.,  Caramelli L., Peruzzi S., Zorn Am.
In: Diagnostica e terapia d’urgenza
Andreotti L., Bussotti A., Cammelli D.
Edizioni Minerva Medica, Torino 1987, 349-418

Le informazioni sulle intossicazioni sono a cura dei medici del Centro Antiveleni di Firenze, hanno carattere divulgativo e non sostituiscono il parere diretto del medico tossicologo. In caso di sospetta o reale intossicazione contattare immediatamente il Centro Antiveleni.


La flora italiana conta più di 4000 specie diverse di piante. Fra queste, quelle definibili in qualche modo pericolose, secondo le conoscenze attuali, sono un centinaio circa.

Non si è sempre consapevoli dell’effettiva pericolosità di alcune piante, anche perché tra quelle incriminate se ne possono scoprire alcune molto comuni, reperibili ovunque e con un aspetto decisamente innocuo. È il caso del ciclamino (che oltre al sottobosco abita il terrazzo di casa nostra), dei coloratissimi anemoni, dei gialli ranuncoli che tappezzano tutta Italia nei campi primaverili, del rosso Anagallis, delle  profumatissime caprifoglio e  ginestra,  degli aromatici germogli di vitalba.

Le dimensioni, la bellezza, il profumo o il piacevole aroma di una pianta non sono criteri sicuri per decidere se la stessa possa essere o meno pericolosa. Un criterio ancora meno sicuro è quello di affidarsi al fatto che la pianta sia comunemente consumata a scopo alimentare da animali a sangue caldo o da insetti. Infatti piante notoriamente tossiche per l’uomo possono essere invece innocue per alcune specie animali. I maiali, ad esempio, mangiano comunente e senza alcun problema i bulbi di ciclamino che sono invece tossici per l’uomo, così come gli uccelli beccano le bacche di vischio o di tasso che possono portare alla morte un bimbo in poche ore. Non sempre, inoltre, conviene prendere per buone le conoscenze tramandate per tradizione orale da parte di anziani che potrebbero non ricordarsi esattamente piante e dosi prescritte.

Non vogliamo certamente sostenere che dovremmo privarci del gusto di raccogliere, nelle dosi consentite dalle leggi vigenti, piante conosciute da sempre come la camomilla o il timo, di provare il piacere antico di confezionare una marmellata di ribes o mirtilli con frutti pazientemente cercati, di far conoscere ai nostri figli il sapore delle more appena colte. Dobbiamo però diffondere con forza il concetto che la natura non è solamente una sorta di “dispensa” da cui l’uomo può attingere continuamente senza rispettare alcuna regola.

L’urbanizzazione della popolazione lascia oggi meno spazio alla trasmissione di esperienze generazionali, e d’altra parte, l’ambiente cittadino non è certo quello migliore per imparare a distinguere le piante “buone” da quelle “cattive”, come un tempo avveniva nella cultura contadina. Una volta però proiettati, come spesso accade durante le vacanze, in ambienti naturali, l’incontro con frutti all’apparenza gradevoli,  può indurre a comportamenti del tipo “cogli e mangia” talvolta solo credendo di conoscere la pianta. Purtroppo molte piante sono simili tra loro e soprattutto molti frutti sono assolutamente identici gli uni agli altri, così come certe bacche di ribes (eduli) sono simili alle bacche di Daphne mezereum  (pericolose), e come le bacche di mirtillo (eduli) sono simili a quelle di Daphne oleoides.    

La prevenzione in questo caso coincide esattamente con una conoscenza meno superficiale dell’ambiente e con un conseguente rispetto verso tutte le forme di vita, animali e vegetali. Un tale compito educativo deve rivolgersi principalmente verso i giovani, anche se le scelte più pesanti dal punto di vista della politica ambientale sono prese spesso non tenendo conto del rispetto degli equilibri ecologici.

Un immenso patrimonio di esperienze è tuttora conservato e ancora quotidianamente utilizzato in civiltà molto lontane da noi come quelle Indiana, Cinese, e molte Africane. Un patrimonio non trascurabile era proprio anche delle nostre tradizioni popolari, costituendo notoriamente una fitoterapia “pratica” che traeva le proprie origini da culture mediche antiche, come quelle greca e romana, a loro volta condizionate dalla medicina etrusca e araba. Proprio in Italia nacquero nel XVI secolo i primi “Giardini dei semplici” del mondo e già nel XIV secolo operava in Firenze la Scuola medico-chirurgica di Santa Maria Nuova, la più antica e importante del mondo occidentale fino al XVIII secolo. Certamente, nel tempo, le tradizioni locali hanno perso la loro importanza, ma resta il lavoro encomiabile di tutti quei ricercatori che, in questi ultimi anni, hanno cercato di riscoprire e documentare ciò che ancora resta di quel patrimonio di conoscenze, indubbiamente tuttora di importanza fondamentale per la ricerca medica.

Molte conoscenze sono tuttora da acquisire. Un numero ancora indefinibile, ma sicuramente elevato, di piante tropicali è in grado di fornire principi attivi indispensabili alla cura di antiche e nuove patologie. Per poter sfruttare in pieno questa ricchezza naturale occorre però che si arresti il processo di degrado dell’ambiente, soprattutto in quei paesi tropicali dove la biodiversità è più alta, e dove è quindi maggiori sono le probalità di riscontrare specie botaniche da cui poter estrarre principi attivi utilizzabili a scopo terapeutico. Una sfida questa, assieme a quella altrettanto importante per l’alimentazione, che andrà non solo combattuta ma inevitabilmente vinta se l’uomo vorrà ancora “abitare” per tempi lunghi questa pianeta.


Una pianta si può definire velenosa se contiene, in una qualsiasi parte, principi attivi in grado di arrecare un danno alla salute di chi ne viene, in qualsiasi modo, a contatto.

Esistono piante che contengono tossine sistemiche in grado di provocare intossicazioni molto pericolose e potenzialmente mortali come il Veratro, l’Oleandro, la Belladonna, la Cicuta; altre piante invece contengono principi attivi che inducono reazioni di tipo flogistico-irritativo solo a livello locale, mentre altre ancora possono risultare dannose solo in soggetti particolarmente sensibili come coloro in cui si possono scatenare fenomeni allergici più o meno gravi.      

Molto spesso sentiamo parlare di piante “medicinali” e piante “velenose”, piante buone o cattive, secondo un vezzo, del tutto umano, di distinguere ciò che ci circonda in soggetti utili o meno a noi stessi. In realtà quando dividiamo le piante secondo queste categorie commettiamo un grosso errore di superficialità e di presunzione, fondati sull’assunzione di superiorità della nostra specie rispetto a tutto il resto dell’ambiente naturale che, al contrario, si è evoluto in genere molto prima di noi.

È evidente che non esistono in natura piante utili o piante dannose, ma è l’uso più o meno corretto che ne viene fatto da parte dell’uomo che determina il grado di pericolosità o di utilità di una pianta. La camomilla comune (Matricaria camomilla) è sicuramente una pianta innocua che consumiamo, adulti e bambini, regolarmente. Ha un’azione blandamente sedativa, calmante, favorisce sonni tranquilli. Ma un uso smodato, come l’assunzione di 5-6 tazze di infuso al giorno per lunghi periodi o a dosi particolarmente concentrate, può portare a disturbi cardiaci, seppur di grado lieve, ansia ed insonnia. Piante come il tasso (Taxus baccata) o la belladonna (Atropa belladonna) sono piante che, nel caso di ingestione, anche accidentale, possono potenzialmente portare alla morte. Eppure, non molti anni fa, dalle foglie e dalla corteccia del tasso si è estratto un principio attivo dimostratosi un efficace rimedio nel trattamento di alcuni tumori; l’atropina, estratta dalla belladonna, è un principio non solo diffusamente impiegato per lo studio della fisiopatologia oculare, ma soprattutto è farmaco di importanza fondamentale in medicina di urgenza ed antidoto in alcune pericolose intossicazioni. Gli alcaloidi presenti nelle foglie di Erythroxylon coca sono stati per secoli utilizzati nelle cerimonie religiose dalle popolazioni del Sud America. La cocaina, il più noto degli alcaloidi farmacologicamente attivi della pianta, è stata diffusamente impiegata nella prima parte del secolo scorso, in Occidente come anestetico locale e vasocostrittore nella chirurgia oculare ed otoiatrica; d’altra parte la diffusione dell’abuso della cocaina come stimolante ha portato ai noti problemi sanitari, sociali e politici legati al commercio e spaccio della droga. Tali concetti sono ben noti a chi tratta o si cura con metodi fitoterapici ed omeopatici, in quanto consapevole che alcuni rimedi comunemente usati in questi tipi di medicina, ormai non più “alternative”, sono farmaci potenzialmente mortali se usati scorrettamente, come ad esempio la stricnina. Anche alcune piante ornamentali, come la pervinca, possono rappresentare, al di là del loro valore estetico, un patrimonio importante per la medicina, nel caso specifico come fonte di farmaci per la lotta contro le leucemie.

I frutti rappresentano l’elemento vegetativo sicuramente più appariscente e soprattutto “invitante” della pianta. L’uomo, da sempre, ha utilizzato i frutti delle piante per la propria alimentazione cercando di coltivare le varietà migliori dal punto di vista organolettico o produttivo. E’ riuscito, in molti casi, a trasformare  frutti velenosi in frutti non solo eduli ma ricchi di vitamine e sali minerali; l’esempio più famoso è dato da piante della famiglia delle Rosaceae e soprattutto del genere Prunus, che annoverano alberi da frutto come il pesco, l’albicocco, il susino, il mandorlo. Tutte queste piante, così come il melo ed il pero, erano un tempo velenose e traccia della loro primitiva pericolosità è rimasta, ancora oggi, nei semi che liberano acido cianidrico, fortunatamente in piccole quantità. I semi hanno in genere colorazioni vivaci, rosse e nere, che servono da richiamo per quegli animali che hanno l’incarico, dopo averli ingeniti, di disperderli nell’ambiente, assicurando così la sopravvivenza della specie. Ma, oltre a questi animali, anche i bambini e qualche volta gli adulti (!) sono attratti dai colori e dalle appetibilità dei frutti, specialmente quelli carnosi e più grandi; sfortunatamente le loro aspettative non sono sempre soddisfatte ed in molti casi sia l’aspetto che la colorazione accattivanti nascondono insidie pericolose.


Le fonti principali di notizie relative all’epidemiologia delle intossicazioni, vere o presunte, da tossine vegetali sono i dati pubblicati dai Centri Antiveleni, che però fatalmente non registrano il non trascurabile numero dei casi trattati direttamente dai medici di famiglia e dai farmacisti.

Le intossicazioni da piante costituiscono il 4,8 – 6,6 % del numero totale delle richieste d’informazioni relative ad avvelenamenti, nelle casistiche armonizzate dei Centri Antiveleni Italiani relative all’ultimo decennio.

Dati simili sono estrapolabili sia dall’analisi dei dettagliati Annual Reports dell’ AAPCC (American Association of Poison Control Centers), da cui emerge che nel 2002 il numero di chiamate giunte è risultato circa il 3.6 % del totale (84.578 su 2.380.028), sia dalle statistiche fornite annualmente dai Centri Antiveleni Europei.

Dati altrettanto omogenei sono quelli indicativi sia dell’età dei pazienti  intossicati, in quanto in circa l’80% dei casi trattasi di bambini al di sotto dei 5 anni, sia di come le piante di appartamento rappresentino la maggiore fonte di esposizione. Fortunatamente la maggior parte di questi incidenti (80%) rimane asintomatica, mentre nel 15% risultano soltanto effetti minori da irritazione delle mucose orofaringee e gastrointestinali.

Nel 7% dei casi è necessario ricorrere ad un approccio medico, ma in meno dell’1% sono osservabili segni di transitori (ipertermia, ipotensione, disorientamento) di intossicazione sistemica. In realtà poche specie botaniche (Nerium oleander, Digitalis purpurea,  Ricinus communis, Cicuta maculata, Solanum pseudocapsicum, Nicotiana glauca, Datura stramonium, Veratrum spp, Senecio longilobus, Colchicum autumnale etc.) sono in grado di indurre una intossicazione grave (0.02% dei casi) e rari (0.001%) sono i casi fatali riportati annualmente nelle casistiche internazionali.

Il relativo impatto clinico delle intossicazioni da piante emerge dal confronto con i dati relativi al totale generale delle intossicazioni, che indicano un’incidenza di quadri clinici minori nel 22.3% dei casi, moderati nel 2.3%, gravi nel 0.3%, mortali nel 0.04%.


La modalità dell’esposizione dipende molto dall’età dei pazienti. L’elevata incidenza in età pediatrica, ovviamente per lo più accidentale, può essere facilmente spiegata considerando che i bambini più piccoli portano alla bocca e spesso masticano tutto ciò che sono in grado di raggiungere, come appunto le foglie, i fiori ed i frutti delle piante da appartamento, e dopo aver raggiunto un maggior grado di autonomia, di quelle presenti nell’habitat naturale. Dai 4 ai 7 anni è invece il gioco, parodia delle attività dei genitori (ad esempio la cucina), l’attività che gli espone al rischio.

Per quanto riguarda gli adulti, i rischi da esposizione sono, ancora una volta, nella maggioranza dei casi, di tipo accidentale sia per contatto che ingestione. Per contatto, tipicamente durante attività di giardinaggio o di orticoltura, si possono verificare segni e sintomi da irritazione locale di tipo fisico (penetrazione cutanea di spine, aculei) o chimica (diterpeni, lattoni, ossalati), fotodermatiti, dermatiti allergiche. L’ingestione di parti di piante tossiche è invece quasi sempre deliberata. Nella maggioranza dei casi si tratta di errori nel consumo di specie ritenute eduli, in altri casi di impiego a scopo suicidario, più raramente a scopo doloso. Talvolta si rilevano casi di intossicazione dovuti all’abuso di piante conteneti principi psicoattivi, come avviene per la Datura stramonium, (effetti allucinogeni ed anticolinergici), la Chata edulis, che contiene lo stimolante catinone, la Cannabis indica che contiene i cannabinoidi.

Un’ultima considerazione è necessaria relativamente agli effetti avversi dell’uso di preparati erboristici impiegati a scopo terapeutico, materia oggetto di frequenti revisioni, con emanazione periodica di “position statements” da parte delle associazioni scientifiche di riferimento. L’uso di rimedi erboristici e di cibi naturali ha avuto recentemente un’enorme diffusione in Occidente e si ritiene che circa il 25% della Farmacopea sia basata su rimedi “naturali”.

Un problema emergente, ormai noto ai tossicologici clinici, è quello legato all’impiego di rimedi terapeutici di derivazione vegetale spesso sconosciuta da parte di etnie di recente immigrazione che importano la loro “medicina tradizionale”, basata talora su piante o erbe esotiche. Altro problema nuovo è quello dell’abuso, crescente in certe fasce giovanili di popolazione,  di prodotti vegetali non autoctoni (cosiddette ecodroghe o smart drugs) contenenti principi psicoattivi generalmente eccitanti.

Un numero sempre maggiore di prodotti è quindi disponibile per la libera scelta dei consumatori. Il commercio di queste preparazioni non sempre è regolato da normative puntuali, ed i rischi relativi al loro uso non sono segnalati sistematicamente. Il rischio appare relativo, seppur difficile da determinare. La maggioranza dei casi noti possono essere attribuiti non alla tossicità  intrinseca della pianta stessa, ma alla sua sostituzione nel preparato con un'altra simile, alla contaminazione, deliberata o no, del preparato con sostanze chimiche, metalli, microrganismi patogeni. In qualche caso è in effetti la pianta stessa presente nel prodotto l’origine dei disturbi. Talvolta si tratta di piante la cui tossicità è nota, ma il preparato viene usato senza che i pazienti abbiano ricevuto una adeguata informazione sui potenziali effetti collaterali, o che gli stessi non siano riportati nel foglietto illustrativo. Tali informazioni, così come le garanzie sulla qualità, identità, purezza e sicurezza del preparato possono essere certe solo se il prodotto viene distribuito nei circuiti ufficialmente deputati. Come avviene per i farmaci di uso comune, gli incidenti possono essere dovuti al non rispetto delle dosi indicate, alle interazioni con i farmaci tradizionali o con gli alimenti.

Riassumendo, possiamo comunque concludere che le esposizioni a piante tossiche non sono rare, che colpiscono soprattutto i bambini sotto i 5 anni, che generalmente sono senza conseguente, ma in qualche caso possono causare gravi ripercussioni sulla salute degli individui colpiti.

Gli operatori sanitari dovrebbero quindi essere capaci di distinguere, nella moltitudine delle esposizioni, quelle banali da quelle in grado di provocare un serio pericolo. Tale compito può comunque risultare improbo dal momento che la pianta coinvolta resta molto spesso ignota. In molti casi, anche ad identificazione avvenuta, resta lo stesso difficile formulare una prognosi, a causa della variabilità da un caso all’altro, della quantità di tossine assunte.

Numerosi fattori condizionano la portata clinica della singola esposizione ad una pianta tossica:

  • geografici (qualità chimiche del terreno)
  • stagionali e metereologici (clima, variabilità delle precipitazioni)
  • parte della pianta assunta (vairiabilità della concentrazione delle tossine nei frutti,     foglie, fusto, radici)
  • assorbibilità e biodisponibilità delle tossine
  • fattori individuali (età, patologie concomitanti)

La tossicità delle piante è di solito legata al genere a cui esse appartengono, sebbene possano esistere notevoli variazioni fra le diverse specie; proprio per questo ne è fondamentale l’esatto riconoscimento. Il compito è spesso difficile come ad esempio può avvenire nel caso di una consulenza telefonica con una madre agitata perché il suo bambino ha ingerito un numero imprecisato di “piccole bacche rosse”, praticamente ubiquitarie, o perché dipende dall’assoluta ignoranza, a livello dell’utente come del professionista, sia del nome gergale che di quello botanico della pianta. Per questo, in caso di un’intossicazione da veleni vegetali, è raccomandabile che una porzione della pianta, comprendente anche le parti riproduttive, debba essere a disposizione dei sanitari o dei botanici per un tentativo di riconoscimento. A questo proposito esistono supporti consistenti in atlanti illustrati, databases impostati su chiavi di interpretazione, e da qualche anno innumerevoli siti web, di cui spesso non è possibile controllare né l’appropiatezza delle fonti, nè i criteri con cui vengono attinte le informazioni. Da rilevare, inoltre, che il management clinico dei casi è complicato sia dalla esigua presenza in letteratura di “case reports”, sia di linee guida di trattamento di queste particolari intossicazioni, sia dalla mancanza di antidoti verso la maggior parte delle tossine vegetali.

Sulla base di queste premesse è nata quindi l’idea di un progetto di collaborazione tra l’Orto Botanico di Firenze ed il Centro Antiveleni (CAV) della Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze per la creazione di un supporto multimediale, di agile consultazione, ad uso non solo del pubblico ma anche di quegli operatori sanitari, specialmente quelli appartenenti ai Dipartimenti di Emergenza Urgenza e dei Pronto Soccorso, che possano frequentemente trovarsi a contatto con casi di avvelenamenti più o meno seri prodotti da ingestione e/o contatto con materiale vegetale.

Lo scopo che ci siamo prefissi, fondendo da una parte il patrimonio di conoscenze dell’Orto Botanico con quelle del CAV, è stato quello di tentare di fornire un elenco il più completo possibile delle piante coinvolte in casi di avvelenamento in Italia, del quadro clinico che ne consegue, degli interventi appropriati da mettere in atto nei casi specifici.


L’entità dei danni, nel caso di un incontro occasionale fra una pianta contenente sostanze tossiche e l’uomo, è molto variabile.

Seguendo un criterio basato su una scala di gravità potremmo parlare di piante “innocue”, di piante “pericolose” in grado di provocare, soprattutto per ingestione, intossicazioni più o meno gravi, di piante “mortali” come la Belladonna, il Veratro, l’Aconito, l’Oleandro. È opportuno però specificare che non esiste un criterio rigido per definire la pericolosità di una pianta, perché la quantità del principio tossicologicamente attivo presente dipende da una somma enorme di variabili, fisiche e biologiche, quali l’andamento climatico e la variabilità delle precipitazioni stagionali, le qualità chimiche del terreno, l’intensità dell’esposizione della pianta al sole.

La gravità dell’intossicazione è inoltre strettamente correlata alla quantità di materiale vegetale ingerito, all’età dell’intossicato e al suo stato precedente di salute; questa mole di variabili, quindi, ne rende spesso la prognosi molto difficile.

Le tossine presenti nelle piante sono associate ad una varietà di manifestazioni cliniche molto ampia, potendo indurre effetti clinici dose-dipendenti (predicibili),  idiosincrasici (non predicibili), a lungo termine (da assunzione cronica), ritardati (carcinogenetici, teratogenetici). Quasi sempre una specie botanica contiene più di una tossina ed inoltre una tossina produce spesso più di un effetto biologico, complicando notevolmente la proposizione di una classificazione sistematica dei loro effetti nocivi.

Secondo molti Autori è comunque possibile tentare una classificazione degli effetti tossici che le piante esercitano sull’organismo umano in base all’area fisiologica principalmente coinvolta:

1-Effetti tossici sul sistema cardiovascolare

Le tossine presenti nelle specie cardiotossiche (Aconitum napellus: aconitina; Nerium oleander: glucosidi; Digitalis purpurea: glucosidi; Rhododendron spp: graianotossine) interessano direttamente il miocardio in senso meccanico (diminuzione o aumento della portata) e/o elettrofisiologico (aumento / diminuzione della frequenza, dell’eccitabilità, della conduzione in grado di generare ogni tipo di artmie), od il sistema vascolare periferico (vasodilatazione / vasocostrizione locale o sistemica).

2-Effetti tossici sul sistema nervoso centrale e periferico di tipo nicotinico (Conium maculatum: coniina; Nicotina glauca: nicotina), anticolinergico (Atropa belladonna, Datura stramonium: atropina ed alcaloidi atropino-simili), eccitatorio/proconvulsivante  (Cicuta spp: cicutotossina; Oenanthe: oenantotossina; Strychnos nux-vomica: stricnina), psicoattivo/allucinogeno (Myristica fragrans: miristicina), in grado di determinare:

  • disturbi delle funzioni degli organi di senso (particolarmente occhio ed orecchio)
  • alterazioni neurologiche e psichiatrico/comportamentali (midriasi, tremori, ipertermia, eccitazione, ansia, allucinazioni, convulsioni)
  • compromissione dello stato di coscienza fino al coma
  • effetti indiretti sul sistema muscolare, mediati dal sistemi simpatico e parasimpatico, che possono portare a blocchi parziali o totali dei muscoli legati alla meccanica respiratoria

3-Effetti tossici sull’apparato gastroenterico da toxoalbumine (Ricinus communis; Robinia pseudoacacia), saponine (Aesculus hippocastanum; Helleborus spp; Ilex acquifolium), ossalati insolubili (Philodendron spp; Diffenbachia spp; Colocasia spp) inducenti gastroenteriti accompagnate da dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, con rischio nei casi più gravi di complicanze sistemiche da disidratazione e disordini elettrolitici.

4-Effetti tossici metabolici, come quelli provocati da semi di piante contenenti glucosidi cianogenici (Prunus laurocerasus, Prunus spp). Tali glucosidi, specialmente l’amigdalina, sottoposte ad idrolisi a livello gastrointestinale, liberano acido cianidrico che notoriamente si lega ai citocromi mitocondriali, bloccando l’utilizzazione  cellulare dell’ossigeno (anossia istotossica), con possibili gravi complicazioni come coma ed acidosi metabolica, a rischio di mortalità. Fortunatamente le usuali ingestioni di pochi semi non sono da considerare pericolose data la piccola quantità di glucosidi presenti.

5-Effetti tossici renali

  • acuti  da ipovolemia, rabdomiolisi o da necrosi tubulare acuta secondaria a shock o (insufficienza renale acuta)
  • cronici come quelli determinati dall’acido aristolochico (Aristolochia) che induce fibrosi dell’organo o da ossalati solubili, che si depositano a livello del nefrone come sali di calcio (insufficienza renale cronica)

6-Effetti tossici epatici da uso cronico (te, infusi) di piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici (Senecio, Crotolaria, Heliotropium). La tossicità di tali alcaloidi è subordinata alla loro trasformazione metabolica in pirrolati, agenti alchilanti, in grado di determinare occlusione delle vene sovraepatiche, epatomegalia, cirrosi, epatocarcinoma.

7-Reazioni cutanee localizzate di tipo flogistico e da sensibilizzazione.

  • Meccaniche dovute a penetrazione di spine, aculei, etc. (Diffenbachia, Philodendron, Euphorbia etc.) a rischio di contaminazione batterica e fungina.
  • Chimiche-irritative da ossalati, enzimi proteolitici, di terpeni (Euphorbia, Toxicodendron, Spathiphyllum, Urtica) inducenti eritema, prurito, vescicole, ustioni
  • Dermatiti da contatto da sensibilizzazione ad allergeni (urusciolo) contenuti nelle piante (Amaryllidaceae, Anacardiaceae, Asteraceae, Brassicaceae, Euphorbiaceae, Liliaceae, Primulaceae, Rutaceae) caratterizzate da  eritema, vescicole, prurito, bruciore, vescicole
  • Fitofotodermatiti da furanocumarine (psoraleni) fotosensibilizzanti (Apiaceae, Brassicaceae, Fabaceae, Moraceae, Ranunculaceae, Rosaceae, Rutaceae) caratterizzate da eritema, papule evolventi in bolle, residua iperpigmentazione indotti dall’esposizione cutanea alla luce solare (raggi UVA) dopo l’avvenuto contatto con le piante

8-Allergie sistemiche di gravità e trofismo variabile (orticaria, edema di Quinck, asma, shock anafilattico).


Quanto segue è di interesse esclusivo dei sanitari; non sostituisce il parere diretto del medico tossicologo. In caso di sospetta o reale intossicazione contattare immediatamente il Centro Antiveleni.

L’approccio terapeutico nei confronti delle intossicazioni vere o presunte da piante non si discosta da quello codificato per tutte le altre noxae tossicologiche. Fortunatamente, anche nella maggior parte delle esposizioni a piante sono sufficienti, una volta che queste sono state identificate, solo informazioni sulla eventuale comparsa di sintomi ed eventuali comportamenti da mettere in atto, e rassicurazioni sull’evoluzione dell’evento. Negli altri casi, in cui esiste un reale rischio tossicologico, possiamo ricorrere alle manovre di decontaminazione, depurazione, agli antidoti, senza ovviamente dimenticare l’importanza fondamentale del trattamento base-supportivo.

Decontaminazione

Nei casi di ingestione la decisione di svuotare lo stomaco dipende dalla potenziale tossicità della pianta, dalla sintomatologia in atto, dal tempo trascorso dall’evento. In realtà è difficile rimuovere dal tratto gastro intestinale foglie, bacche, ramoscelli, perfino usando sonde oro-gastriche di diametro maggiore. Non secondario è il rischio dell’induzione di emesi nelle situazioni di ingestione di notevole quantità di materiale vegetale che potrebbe provocare ostruzione delle vie aeree. L’uso del Carbone Attivato è invece raccomandato.

Le ferite da penetrazione di spine, aculei, ecc., inducono reazioni flogistiche locali di natura chimica o microbiologica. La rimozione accurata dei corpi penetranti, la profilassi antitetanica sono raccomandate, la terapia antibiotica può essere indicata.

Depurazione

Il tentativo di aumentare l’eliminazione delle tossine vegetali assorbite, ricorrendo a tecniche di depurazione non invasive (diuresi forzata) ed invasive (emoperfusione, emodialisi), non è generalmente fruttuoso a causa dell’alto Volume di Distribuzione di molte di queste molecole. L’uso del Carbone Attivato in Dosi Multiple rappresenta un’alternativa valida, presentando inoltre un rischio limitato.

Antidotismo

Pochi antidoti (farmaci specificamente capaci di ridurre o annullare l’azione tossica di un dato veleno) sono realmente disponibili per il trattamento delle intossicazioni da veleni vegetali; tuttavia  ne deve essere sottolineata  l’indicazione in alcune particolari e potenzialmente letali intossicazioni, quali quelle da piante contenti glucosidi cardioattivi (Digitalis purpurea, Nerium oleandrum: Fab antigitale), alcaloidi anticolinergici (Atropa belladonna, datura stramonium: fisostigmina), glucosidi cianogeni (Hydrangea macrophylla DC, Prunus laurocerasus L, Prunus sp.pl.: sodio nitrito, nitrito d’amile, sodio tiosolfato, idrossicobalamina)

Base supportivo

In ogni intossicazione sono essenziali: la protezione delle vie aeree, l’adeguata ventilazione, il sostegno della funzione cardiovascolare, il controllo delle convulsioni e dell’ipertermia, la previsione ed il trattamento dei danni d’organo o interessamento sistemico e delle eventuali complicanze .


  • Ellenhorn MJ, Barceloux DG. Medical Toxicology. Diagnosis and Treatment of Human Poisoning. Elsevier, New York, Amsterdam, London, 1988.
  • Bruneton J. Toxic Plants Dangerous to Humans and Animals. Lavoiser Publishing, Paris, 1999.
  • Haddad LM, Shannon MW, Winchester JF. Clinical Management of Poisoning and Drug Overdose. WB Saunders Company, Philadelphia, London, Toronto, Third Edition, 1998.
  • Goldfrank LR, Flomenbaum NE, Lewin NA, Weisman RS, Howland MA, Hoffman RS. Goldfrank’s Toxicological Emergencies., McGraw Hill, New York, Sixth Edition 1998.
  • Thomson Healthcare Series Vol. 129/2006 Micromedex, Poisindex

  • Primo Botti
  • Bassam Dannaoui
  • Francesco Gambassi
Museo di Storia Naturale - sezione Orto Botanico - Giardino dei Semplici
  • Paolo Luzzi
  • Sabatino Varriale
Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che, in qualche modo hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro. In particolare i tecnici dell'Orto Botanico: Marco Bianchi, Andrea Capacci, Luigi Fabiani, Sergio Ferli, Gianni Gasparrini, Paolo Gasparrini, Andrea Grigioni, Mario Landi, Claudio Marraccini, Bruno Masi, Rodolfo Rossi, Fabio Valgimigli.

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Medical Responsible Dr. Francesco Gambassi

Equipe

Alessandra Ieri


The Poison Control Center is a field of Medical Toxicology.
 
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The SOD Poison Control Center is the Regional Reference Center and it is a telephone counseling service on all types of intoxication, real or presumed, with a 24 hours access, for Hospitals, Institutions and Citizens across the nation.

The toxicologists provide diagnostic and therapeutic direction in real time in all cases of acute poisoning, either detected or suspected.

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  • Filing of chemical products
  • Agreements with companies that produce and / or sell dangerous preparations, ex EU Regulation 453/2010,  with respect to labeling and safety data sheets of products
  • Management of chemical macro-emergencies
  • Outpatient Services

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Responsabile in via di nomina

Equipe

Betti Giusti
Elena Sticchi

Attività

Il Centro afferisce alla SOD Malattie Aterotrombotiche e si occupa principalmente del trattamento delle seguenti patologie:
  • sindrome di Marfan
  • sindromi di Ehlers-Danlos
  • osteogenesi imperfetta
  • sindrome di Stickler
  • ectopia della lente
  • aneurisma aortico toracico
  • aneurisma aortico addominale
  • sindrome di Loeys Dietz
  • sindrome della tortuosità dei vasi
  • sindrome MASS
  • sindrome del prolasso della valvola mitrale
  • valvola aortica bicuspide
  • cutis laxa
  • omocistinuria
Sede di attività
 
Attività clinica in regime ambulatoriale
  • Diagnosi clinica e differenziale della sindrome di Marfan e patologie correlate e follow-up
  • terapia farmacologica delle manifestazioni cardiovascolari e osteoarticolari
  • counseling genetico della sindrome di Marfan e patologie correlate
  • valutazioni, misurazioni e consigli fisioterapici
  • rilascio di attestazione per il riconoscimento della patologia rara
  • consulenza telefonica per rispondere a quesiti o dubbi dei pazienti affetti da sindrome di Marfan e patologie correlate
  • consulenza per diagnosi clinica e differenziale della sindrome di Marfan e patologie correlare in pazienti ricoverati in altre SOD

Attività di laboratorio
Laboratorio per la diagnosi genetico-molecolare della sindrome di Marfan e patologie correlate:
  • caratterizzazione di mutazioni nei geni coinvolti (e.g. FBN1, TGFBR1, TGFBR2)" con "• caratterizzazione di mutazioni nei geni associati (da singoli geni e.g. FBN1, TGFBR1, TGFBR2 a panneli più ampi di geni mediante sequenziamento ad elevata produttività)
  • ricerca di mutazioni note nelle famiglie

 

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Responsabile Prof. Luca Massacesi   

Equipe 

Alessandro Barilaro
Anna Maria Repice (coordinatore)
Monica Romoli (data manager e coordinamento segreteria)
Claudia Mechi
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Il Centro si avvale inoltre della collaborazione di ricercatori e medici specialisti in formazione.

Contatti 

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Per appuntamenti: tel. 055 794 8000 dal lunedì al venerdì dalle ore 07:30 alle 13:30


Attività


Il Centro di Riferimento Regionale per Il trattamento della Sclerosi Multipla afferisce alla SOD Neurologia 2 di cui condivide posti letto in regime di Degenza Ordinaria e Day Hospital. Il Centro è costituito da un'equipe di medici neurologi particolarmente esperti nella diagnosi e nel trattamento della Sclerosi Multipla e in generale delle malattie infiammatorie autoimmuni del Sistema Nervoso Centrale. Il Centro si avvale della collaborazione di una psicologa, di ricercatori medici specialisti neurologi in formazione e, dove è necessario, di medici afferenti alla AOUC per una presa in carico multidisciplinare. Collabora attivamente con la SOD della Neuroradiologia con posti letto di Risonanza Magnetica dedicati. Il centro collabora con la SOD Terapie Cellulari e Medicina Trasfusionale per il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche in Sclerosi Multipla. 

  

Attività ambulatoriale

  • visita neurologica con raccolta dell'anamnesi in pazienti con sospetto di malattia infiammatoria - demielinizzante del sistema nervoso
  • organizzazione percorso diagnostico attraverso richieste di esami clinici e strumentali
  • formulazione e comunicazione di diagnosi
  • prescrizione di trattamenti specifici per modificare il decorso di sclerosi multipla o di altre Malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale; prescrizione terapie sintomatiche;
  • presa in carico e follow up ambulatoriale dei pazienti:
    - prescrizione di esami strumentali e di laboratorio
    - gestione complicanze, anche attraverso consulenze presso altri specialisti dell'AOU Careggi
    - gestione in acuto di ricadute cliniche di malattia
    - definizione e prescrizione di percorsi riabilitativi
    - rapporti con medico di base
  • accessibilità a terapie sperimentali, per casi in cui non sussistano alternative terapeutiche
  • consulenza per pazienti presso altre strutture AOUC
Attività in regime di ricovero

Day Hospital
  • trattamenti per via infusiva, sia di mantenimento che in corso di ricadute cliniche
  • rachicentesi diagnostiche
  • terapia riabilitativa
Degenza Ordinaria
  • ricovero per eventi acuti anche provenienti dal DEAS Pronto Soccorso, o per complicanze di particolare gravità e complessità in riferimento a diagnosi e terapie

Sedi di attività 

Poliambulatorio CTO Padiglione 25, piano terra

Degenza e Day Hospital Nerurologia 2 Padiglione 25 CTO, piano terra
 
Collaborazioni

• Dermatologia
• Ematologia 
Endocrinologia
Responsabile Prof. Andrea Ungar
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Equipe
Giulia Rivasi.
Il Centro si avvale inoltre della collaborazione di ricercatori e medici in formazione e di altri specialisti della Struttura Organizzativa Dipartimentale Geriatria-UTIG.
Attività cliniche
Il Centro afferisce alla SOD Geriatria-UTIG e si occupa di ipertensione arteriosa di difficile controllo, con particolare riferimento a pazienti anziani fragili e/o con comorbosità (presenza di più malattie), anche tipicamente geriatriche (es. decadimento cognitivo). Si occupa inoltre dell’inquadramento delle forme di ipertensione resistente al trattamento o ad esordio giovanile
Sede di attività
Contatti 
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Prestazioni ambulatoriali
  • Inquadramento clinico e follow-up di pazienti anziani con ipertensione arteriosa essenziale e secondaria
  • monitoraggio pressorio nelle 24 ore
  • inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione resistente
  • inquadramento clinico e follow-up di pazienti con ipertensione arteriosa ed ipotensione ortostatica e anziani affetti da malattie croniche quali Morbo di Parkinson e decadimento cognitivo, che rendono difficile e peculiare il trattamento dell’ipertensione arteriosa
  • consulenze e collaborazione con altri reparti e con il Dipartimento Emergenza Accettazione della AOU Careggi per pazienti ipertesi difficili e con crisi ipertensive
Collaborazioni
  • Syncope Unit della stessa SOD per pazienti ipertesi anziani con sincope, caduta non spiegata o disautonomia
  • Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) della stessa SOD per i pazienti con decadimento cognitivo, sospetto o accertato• Altri ambulatori di ecocardiografia ed ecocolorDoppler della stessa SOD per l’inquadramento del danno d’organo ipertensione-correlato
  • Ambulatori della SOD di Endocrinologia, per i pazienti con sospetta ipertensione secondaria di origine endocrina
  • Ambulatori della SOD Pneumologia e Fisiopatologia Toracopolmonare per i pazienti con sospetta sindrome delle apnee ostruttive del sonno, compreso il Centro Antifumo per i pazienti con problematiche correlate all’abitudine tabagica
  • Ambulatori della SOD di Nefrologia, Dialisi e Trapianto per i pazienti con insufficienza renale cronica avanzata
  • SOD di Interventistica Cardiologica Strutturale e di Cardiologia Generale per i pazienti con indicazione a procedure angiografiche diagnostiche o terapeutiche, compresa la denervazione renale
Responsabile dr. Fabio Mori
 
Equipe
Massimo Gatti
 
Il Centro si avvale inoltre della collaborazione di medici in formazione specialistica.

Attività
Il Centro afferisce alla SOD Diagnostica Cardiovascolare e si occupa di:
  • supporto diagnostico e clinico per pazienti con patologie vascolari complesse in collaborazione con altre discipline mediche e chirurgiche
  • attività didattica a favore dei medici in formazione
  • promozione e collaborazione a progetti di ricerca nell’ambito delle malattie vascolari
Attività ambulatoriale
Valutazione clinica, diagnostica strumentale Eco-Color Doppler e follow up di pazienti con patologie vascolari complesse, in particolare
  • diagnostica vascolare del trapianto renale
  • diagnostica vascolare nelle trombosi dell’arto superiore, nell’ambito della sindrome dell’egresso toracico
  • diagnostica vascolare nelle arteriopatie periferiche complesse , nelle nefrovasculopatie, nel follow-up dopo angioplastica percutanea
  • supporto diagnostico e clinico per il trattamento delle ulcere degli arti inferiori (Ambulatorio Ulcere Vascolari)
Il Centro collabora con molte strutture aziendali che partecipano al percorso diagnostico e terapeutico delle malattie vascolari complesse: 
Attività formativa
Formazione in diagnostica vascolare non invasiva: supporto didattico e pratico per Medici in Formazione del Corso di Specializzazione in Cardiologia, Medicina Interna, Anestesia e Rianimazione dell’Università degli Studi di Firenze.
 
Sede di attività
Responsabile Prof. Francesco Fattirolli

Il Centro afferisce alla SOD Riabilitazione Cardiologica e si occupa di:
  • elaborazione e sperimentazione di percorsi di cura innovativi multi e interdisciplinari, per il trattamento di pazienti con sindrome coronarica acuta a evoluzione complicata o a elevato rischio di disabilità
  • esiti di rivascolarizzazione coronarica complessa o incompleta
  • scompenso cardiaco cronico
  • portatori di dispositivo di assistenza ventricolare.
E' sede di stages di aggiornamento per personale sanitario proveniente da altre Aziende sanitarie o ospedaliere della Toscana o di altre Regioni, su aspetti organizzativi, valutativi, di trattamento e di follow-up in pazienti affetti da cardiopatia post-acuta con indicazione riabilitativa.
Responsabile Prof. Marco Matucci Cerinic

Il Centro di Riferimento Regionale afferisce alla SOD Reumatologia si occupa principalmente di diagnosi, trattamento e follow-up di patologie autoimmuni sistemiche quali vasculiti, sindromi autoinfiammatorie e patologie complesse di interesse reumatologico: lupus eritematoso sistemico (LES), sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS), malattia mista del connettivo, connettiviti indifferenziate, poli-dermatomiosite.
La SOD Reumatologia, all’interno della quale è allocata la funzione del CRR, svolge attività clinica in regime di ricovero, ordinario e di day hospital, e ambulatoriale per l’espletamento dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali, secondo protocolli mirati per le singole patologie di competenza, collaborando con tutte le SOD di AOUC in percorsi strutturati per consulenze, sia per pazienti ricoverati che per pazienti ambulatoriali.
I pazienti valutati nell'ambito del CRR vengono inseriti, laddove previsto, nel Registro Toscano Malattie Rare e monitorati in questo modo su farmaci e prescrizioni.

Patologie trattate

  • Crioglobulinemia mista
  • Sindrome di Behçet
  • Porpora di Henoch-Schonlein
  • Sindrome di Cogan
  • Poliangioite microscopica
  • Panarterite Nodosa
  • Sindrome di Kawasaky
  • Sindrome di Churg Strauss
  • Granulomatosi di Wegener
  • Arterite gigantocellulare
  • Arterite di Takayasu

Attività

Attività clinica in regime ambulatoriale

  • Valutazione di screening iniziale (prenota prima visita a CUP)
  • follow-up periodico dopo la diagnosi delle principali patologie di competenza
  • Controlli periodici dei pazienti in terapia immunosoppressiva

Attività clinica in regime di Day Hospital e ambulatorio terapeutico 

  • Programmi terapeutici con farmaci immunosoppressori tradizionali e/o immunoglobuline
  • Terapie innovative con farmaci biologici e protocolli terapeutici mirati sulle singole patologie di competenza

Principali collaborazioni con Associazioni di pazienti

Responsabile
Dr. Fabio Firenzuoli
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Il Centro di Riferimento Regionale per la Fitoterapia è stato istituito con DGRT n° 405 del 14-05-2012 e afferisce alla Medicina integrata (MI) Unit.
Funzioni
  • sviluppa progetti di integrazione con le altre attività di fitoterapia del SSR coordinandone i 9 ambulatori
  • definisce protocolli terapeutici sull’uso dei fitoterapici valutando i vantaggi e gli svantaggi dell’ uso degli stessi e le possibili interazioni con la farmacopea ufficiale, in particolare nel settore oncologico
  • realizza studi di valutazione di efficacia, anche di tipo multicentrico, sull’uso della fitoterapia in collaborazione con le strutture pubbliche toscane
  • fornisce consulenza specialistica per problemi clinici e normativi sia a enti pubblici (Regioni, Aziende sanitarie, Istituti di ricerca) che a privati cittadini
  • partecipa ai processi di accreditamento degli eventi formativi specifici
  • collabora alla definizione dei percorsi di formazione sul rischio clinico e miglioramento degli standard di sicurezza dei pazienti in ambito di Medicine complementari (MC) e Medicine non convenzionali (MnC)
  • realizza progetti di formazione e aggiornamento per operatori del SSR e privati
  • collabora con le scuole di formazione sia pubbliche che private di MC con sede regionale, di comprovata esperienza, per consentire la formazione pratica degli studenti
  • contribuisce alla messa in rete delle informazioni per l’Osservatorio regionale, che ha sede presso la Struttura di riferimento regionale
  • effettua un servizio di informazione telefonica su fitoterapici e farmacovigilanza
  • realizza iniziative culturali regionali e nazionali per l’utenza e gli operatori in ambito fitoterapico
  • realizza il registro degli erboristi toscani e attività di consulenza e formazione
  • conduce attività di studio nell’ambito dell’etnomedicina
  • collabora con le Strutture di riferimento (Medicina integrata (MI) Unit) alla realizzazione di servizi di MC aziendali e le Aziende USL/AOU, le strutture della Cooperazione internazionale regionali, progetti di cooperazione sanitaria internazionale nell’ambito delle MC e MnC
  • contribuisce alla individuazione di modelli di ricerca che tengano conto delle peculiarità delle MC in un’ottica di medicina basata sull’evidenza
  • partecipa alle attività della Struttura di riferimento regionale per le medicine complementari.

Attività

  • Attività assistenziale di fitoterapia clinica. La Fitoterapia consiste nell’uso di medicinali vegetali a scopo preventivo e curativo in numerose malattie, anche come terapia complementare a quella convenzionale: malattie infiammatorie croniche dell’apparato osteoarticolare, digerente e genito-urinario; disturbi funzionali dell’apparato digerente, disturbi dell’umore, malattie circolatorie e metaboliche, terapia di supporto nel paziente oncologico, ecc.
  • Fitovigilanza (raccolta e analisi delle reazioni avverse ai prodotti naturali)
  • Attività di ricerca
  • Attività di formazione (Coordinamento scientifico del Master in Fitoterapia generale e clinica Università degli Studi di Firenze)

Collaborazioni

Collabora con la Rete Toscana di Medicina Integrata (RTMI) per:
  • la rilevazione delle dimensioni e della tipologia dell’utenza e dei professionisti che utilizzano la fitoterapia
  • il monitoraggio dell’applicazione della Legge Regionale n° 9/2007
  • la definizione dei percorsi formativi e di accreditamento dei professionisti e delle scuole di formazione in ambito fitoterapico
  • l’informazione in fitoterapia degli operatori sanitari: i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i medici veterinari e i farmacisti per una educazione continua in
    medicina
  • lo sviluppo dei programmi di sorveglianza sanitaria regionale sugli effetti avversi dovuti all’uso di MC
  • l’elaborazione di specifici progetti con gli Organismi del governo clinico (quali l’Istituto Toscano dei Tumori, il Centro Gestione Rischio Clinico, ecc.) e le altre strutture regionali
  • la definizione di linee guida diagnostico-terapeutiche in ambito fitoterapico, in collaborazione con il Consiglio Sanitario Regionale.

Sedi di attività

  • Attività ambulatoriale presso Ambulatori algologici, AOU Careggi, padiglione 13 - Clinica Medica, piano 3
  • Attività di ricerca e formazione, presso Università di Firenze, Dipartimento di Farmacologia
  • Attività di fitovigilanza, presso Università di Firenze, Dipartimento di Farmacologia

Queste le pubblicazioni scientifiche degli ultimi anni a cui hanno partecipato i medici dell'equipe della Cardiomiopatie Unit 

  • Quarta G, Papadakis M, Donna PD, Maurizi N, Iacovoni A, Gavazzi A, Senni M, Olivotto I. Grey zones in cardiomyopathies: defining boundaries between genetic and iatrogenic disease. Nat Rev Cardiol. 2017 Feb;14(2):102-112. doi: 10.1038/nrcardio.2016.175. Review. PubMed PMID: 27830773.
  • Picano E, Ciampi Q, Citro R, D'Andrea A, Scali MC, Cortigiani L, Olivotto I, Mori F, Galderisi M, Costantino MF, Pratali L, Di Salvo G, Bossone E, Ferrara F, Gargani L, Rigo F, Gaibazzi N, Limongelli G, Pacileo G, Andreassi MG, Pinamonti B, Massa L, Torres MA, Miglioranza MH, Daros CB, de Castro E Silva Pretto JL, Beleslin B, Djordjevic-Dikic A, Varga A, Palinkas A, Agoston G, Gregori D, Trambaiolo P, Severino S, Arystan A, Paterni M, Carpeggiani C, Colonna P. Stress echo 2020: the international stress echo study in ischemic and non-ischemic heart disease. Cardiovasc Ultrasound. 2017 Jan 18;15(1):3. doi: 10.1186/s12947-016-0092-1. PubMed PMID: 28100277; PubMed Central PMCID: PMC5242057. 
  • Maurizi N, Tanini I, Olivotto I, Amendola E, Limongelli G, Losi MA, Allocca G, Perego GB, Pieragnoli P, Ricciardi G, De Filippo P, Ferrari P, Quarta G, Viani S, Rapacciuolo A, Bongiorni MG, Cecchi F. Effectiveness of subcutaneous implantable cardioverter-defibrillator testing in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Int J Cardiol. 2017 Jan 4. pii: S0167 5273(16)33706-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.12.187. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 28073660.
  • Sciagrà R, Calabretta R, Cipollini F, Passeri A, Castello A, Cecchi F, Olivotto I, Pupi A. Myocardial blood flow and left ventricular functional reserve in hypertrophic cardiomyopathy: a (13)NH(3) gated PET study. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2017 Jan 3. doi: 10.1007/s00259-016-3603-2. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 28050630. 
  • Re F, Zachara E, Avella A, Baratta P, di Mauro M, Uguccioni M, Olivotto I. Dissecting functional impairment in hypertrophic cardiomyopathy by dynamic assessment of diastolic reserve and outflow obstruction: A combined cardiopulmonary-echocardiographic study. Int J Cardiol. 2017 Jan 15;227:743-750. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.10.067. PubMed PMID: 27839814.
  • Tomberli B, Cappelli F, Perfetto F, Olivotto I. Abrupt Onset of Refractory Heart Failure Associated With Light-Chain Amyloidosis in Hypertrophic Cardiomyopathy. JAMA Cardiol. 2017 Jan 1;2(1):94-97. doi: 10.1001/jamacardio.2016.3894. PubMed PMID: 27806176. 
  • Castagnoli H, Ferrantini C, Coppini R, Passeri A, Baldini K, Berti V, Cecchi F, Olivotto I, Sciagrà R. Role of quantitative myocardial positron emission tomography for risk stratification in patients with hypertrophic cardiomyopathy: a 2016 reappraisal. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2016 Dec;43(13):2413-2422. PubMed PMID: 27527796.
  • Barlocco F, Olivotto I. Can anthropology improve our care of inherited cardiac arrhythmias? A modest proposal. Heart Rhythm. 2016 Dec;13(12):2395-2398. doi: 10.1016/j.hrthm.2016.08.042. PubMed PMID: 27590433.
  • Hughes DA, Nicholls K, Shankar SP, Sunder-Plassmann G, Koeller D, Nedd K, Vockley G, Hamazaki T, Lachmann R, Ohashi T, Olivotto I, Sakai N, Deegan P, Dimmock D, Eyskens F, Germain DP, Goker-Alpan O, Hachulla E, Jovanovic A, Lourenco CM, Narita I, Thomas M, Wilcox WR, Bichet DG, Schiffmann R, Ludington E,Viereck C, Kirk J, Yu J, Johnson F, Boudes P, Benjamin ER, Lockhart DJ, Barlow C, Skuban N, Castelli JP, Barth J, Feldt-Rasmussen U. Oral pharmacological chaperone migalastat compared with enzyme replacement therapy in Fabry disease: 18-month results from the randomised phase III ATTRACT study. J Med Genet. 2016 Nov 10. pii: jmedgenet-2016-104178. doi: 10.1136/jmedgenet-2016-104178. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27834756. 
  • Galati G, Leone O, Pasquale F, Olivotto I, Biagini E, Grigioni F, Pilato E, Lorenzini M, Corti B, Foà A, Agostini V, Cecchi F, Rapezzi C. Histological and Histometric Characterization of Myocardial Fibrosis in End-Stage Hypertrophic Cardiomyopathy: A Clinical-Pathological Study of 30 Explanted Hearts. Circ Heart Fail. 2016 Sep;9(9). pii: e003090. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.116.003090. PubMed PMID: 27618852.
  • Giovannelli F, Simoni D, Gavazzi G, Giganti F, Olivotto I, Cincotta M, Pratesi A, Baldasseroni S, Viggiano MP. Electrophysiological correlates of word recognition memory process in patients with ischemic left ventricular dysfunction. Clin Neurophysiol. 2016 Sep;127(9):3007-13. doi: 10.1016/j.clinph.2016.06.022. PubMed PMID: 27469528. 
  • Ciampi Q, Olivotto I, Gardini C, Mori F, Peteiro J, Monserrat L, Fernandez X, Cortigiani L, Rigo F, Lopes LR, Cruz I, Cotrim C, Losi M, Betocchi S, Beleslin B, Tesic M, Dikic AD, Lazzeroni E, Lazzeroni D, Sicari R, Picano E. Prognostic role of stress echocardiography in hypertrophic cardiomyopathy: The International Stress Echo Registry. Int J Cardiol. 2016 Sep 15;219:331-8. doi: 10.1016/j.ijcard.2016.06.044. PubMed PMID: 27348413.
  • Ammirati E, Contri R, Coppini R, Cecchi F, Frigerio M, Olivotto I. Pharmacological treatment of hypertrophic cardiomyopathy: current practice and novel perspectives. Eur J Heart Fail. 2016 Sep;18(9):1106-18. doi: 10.1002/ejhf.541. Review. PubMed PMID: 27109894.
  • Biagini E, Pazzi C, Olivotto I, Musumeci B, Limongelli G, Boriani G, Pacileo G, Mastromarino V, Bacchi Reggiani ML, Lorenzini M, Lai F, Berardini A, Mingardi F, Rosmini S, Resciniti E, Borghi C, Autore C, Cecchi F, Rapezzi C. Usefulness of Electrocardiographic Patterns at Presentation to Predict Long-term Risk of Cardiac Death in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2016 Aug 1;118(3):432-9. doi: 10.1016/j.amjcard.2016.05.023. PubMed PMID: 27289293. 
  • Krishnamoorthy N, Gajendrarao P, Olivotto I, Yacoub M. Impact of disease-causing mutations on inter-domain interactions in cMyBP-C: a steered molecular dynamics study. J Biomol Struct Dyn. 2016 Jun 30:1-7. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27267291.
  • Homburger JR, Green EM, Caleshu C, Sunitha MS, Taylor RE, Ruppel KM, Metpally RP, Colan SD, Michels M, Day SM, Olivotto I, Bustamante CD, Dewey FE, Ho CY, Spudich JA, Ashley EA. Multidimensional structure-function relationships in human β-cardiac myosin from population-scale genetic variation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2016 Jun 14;113(24):6701-6. doi: 10.1073/pnas.1606950113. PubMed PMID: 27247418; PubMed Central PMCID: PMC4914177. 
  • Maron MS, Hellawell JL, Lucove JC, Farzaneh-Far R, Olivotto I. Occurrence of Clinically Diagnosed Hypertrophic Cardiomyopathy in the United States. Am J Cardiol. 2016 May 15;117(10):1651-4. doi: 10.1016/j.amjcard.2016.02.044. PubMed PMID: 27006153.
  • Bongini C, Ferrantini C, Girolami F, Coppini R, Arretini A, Targetti M, Bardi S, Castelli G, Torricelli F, Cecchi F, Ackerman MJ, Padeletti L, Poggesi C, Olivotto I. Impact of Genotype on the Occurrence of Atrial Fibrillation in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2016 Apr 1;117(7):1151-9. doi: 10.1016/j.amjcard.2015.12.058. PubMed PMID: 26869393. 
  • Ballo P, Nistri S, Galderisi M, Mele D, Rossi A, Dini FL, Olivotto I, Losi MA, D'Andrea A, Zuppiroli A, Santoro GM, Mondillo S, Gentile F; Working Group on Echocardiography of the Italian Society of Cardiology.. Determinants of discrepancies between two-dimensional echocardiographic methods for assessment of maximal left atrial volume. Eur Heart J Cardiovasc Imaging. 2016 Apr 20. pii: jew067. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 27099273.
  • Olivotto I, Hellawell JL, Farzaneh-Far R, Blair C, Coppini R, Myers J, Belardinelli L, Maron MS. Novel Approach Targeting the Complex Pathophysiology of Hypertrophic Cardiomyopathy: The Impact of Late Sodium Current Inhibition on Exercise Capacity in Subjects with Symptomatic Hypertrophic Cardiomyopathy (LIBERTY-HCM) Trial. Circ Heart Fail. 2016 Mar;9(3):e002764. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.115.002764. PubMed PMID: 26915375. 
  • Coppini R, Ferrantini C, Poggesi C, Mugelli A, Olivotto I. [Molecular targets and novel pharmacological options to prevent myocardial hypertrophic remodeling]. G Ital Cardiol (Rome). 2016 Mar;17(3):189-96. doi: 10.1714/2190.23660. Review. Italian. PubMed PMID: 27029877.
  • Maron MS, Rowin EJ, Olivotto I, Casey SA, Arretini A, Tomberli B, Garberich RF, Link MS, Chan RH, Lesser JR, Maron BJ. Contemporary Natural History and Management of Nonobstructive Hypertrophic Cardiomyopathy. J Am Coll Cardiol. 2016 Mar 29;67(12):1399-409. doi: 10.1016/j.jacc.2016.01.023. PubMed PMID: 27012399. 
  • Maurizi N, Olivotto I, Olde Nordkamp LR, Baldini K, Fumagalli C, Brouwer TF, Knops RE, Cecchi F. Prevalence of subcutaneous implantable cardioverter-defibrillator candidacy based on template ECG screening in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Heart Rhythm. 2016 Feb;13(2):457-63. doi: 10.1016/j.hrthm.2015.09.007. PubMed PMID: 26362577. 
  • Jaafar N, Girolami F, Zairi I, Kraiem S, Hammami M, Olivotto I. Genetic profile of hypertrophic cardiomyopathy in Tunisia: Is it different? Glob Cardiol Sci Pract. 2015 Apr 7;2015:16. doi: 10.5339/gcsp.2015.16. PubMed PMID: 26779504; PubMed Central PMCID: PMC4448072.
  • Pasqualucci D, Fornaro A, Castelli G, Rossi A, Arretini A, Chiriatti C, Targetti M, Girolami F, Corda M, Orrù P, Matta G, Stefàno P, Cecchi F, Porcu M, Olivotto I. Clinical Spectrum, Therapeutic Options, and Outcome of Advanced Heart Failure in Hypertrophic Cardiomyopathy. Circ Heart Fail. 2015 Nov;8(6):1014-21. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.114.001843. PubMed PMID: 26446673. 
  • Parato VM, Olivotto I, Maron MS, Nanda NC, Pandian NG. Left Ventricular Apex Involvement in Hypertrophic Cardiomyopathy. Echocardiography. 2015 Oct;32(10):1575-80. doi: 10.1111/echo.12986. PubMed PMID: 26174694.
  • Sciagrà R, Passeri A, Cipollini F, Castagnoli H, Olivotto I, Burger C, Cecchi F, Pupi A. Validation of pixel-wise parametric mapping of myocardial blood flow with ¹³NH₃ PET in patients with hypertrophic cardiomyopathy. Eur J Nucl Med Mol Imaging. 2015 Sep;42(10):1581-8. doi: 10.1007/s00259-015-3101-y. PubMed PMID: 26121929. 
  • Chan RH, Maron BJ, Olivotto I, Assenza GE, Haas TS, Lesser JR, Gruner C, Crean AM, Rakowski H, Rowin E, Udelson J, Lombardi M, Tomberli B, Spirito P, Formisano F, Marra MP, Biagini E, Autore C, Manning WJ, Appelbaum E, Roberts WC, Basso C, Maron MS. Significance of Late Gadolinium Enhancement at Right Ventricular Attachment to Ventricular Septum in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. Am J Cardiol. 2015 Aug 1;116(3):436-41. doi: 10.1016/j.amjcard.2015.04.060. PubMed PMID: 26026863.
  • Gajendrarao P, Krishnamoorthy N, Selvaraj S, Girolami F, Cecchi F, Olivotto I, Yacoub M. An Investigation of the Molecular Mechanism of Double cMyBP-C Mutation in a Patient with End-Stage Hypertrophic Cardiomyopathy. J Cardiovasc Transl Res. 2015 Jun;8(4):232-43. doi: 10.1007/s12265-015-9624-6. PubMed PMID: 25971843. 
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Gli incontri sono organizzati dal Dipartimento Materno-Infantile  e con l’Associazione Il Mondo dei Gemelli, per facilitare il contatto diretto con genitori che hanno avuto o che hanno lo stesso tipo di esperienza.

Sono previsti tre incontri:

  1. con il medico ginecologo, sulle delle diverse tipologie di gravidanza gemellare e le diverse possibili complicanze materne e fetali associate
  2. con il medico neonatologo e l’ostetrica per affrontare i problemi della eventuale prematurità e dell’allattamento
  3. con lo psicologo per discutere i problemi specifici sotto questo profilo.
     

Siti di società scientifiche e istituzioni (per professionisti)


Siti di informazione sulla salute femminile e sulla gravidanza (per le donne)

  • Progetto Donna del Comune di Firenze, numerose informazioni sui servizi disponibili per la salute, lavoro e famiglia
  • Donnamed salute femminile e fertilità, si parla anche di poliabortività e infezioni genitali
  • Vita di donna contiene numerose informazioni utili per la salute femminile, dalla gravidanza alla menopausa, con una sezione anche sui diritti ed il lavoro
  • Portale sulla gravidanza: tutto su gestazione, esami in gravidanza, parto e altro ancora
  • Novemesi tutto sulla gravidanza online: presentazione di libri sulla gravidanza e selezione di links dalla rete su gestazione, corsi in gravidanza e prodotti per mamma e bebè
  • Cercasalute portale dedicato alle risorse disponibili sul web, relative a salute, medicina e benessere
  • Genetics made easy sito informativo su argomenti di genetica, in inglese, spagnolo e cinese.


Siti di Associazioni

  • Il Mondo dei Gemelli, informazioni sulla gravidanza gemellare e forum di discussione
  • CiaoLapo, si occupa di ricerca e sostegno psicologico dopo aborto o morte perinatale. Vengono organizzati incontri e gruppi di autoaiuto, sul sito è presente un forum di discussione
  • Associazione Italiana Persone Down, informazioni utili non solo sulla sindrome di Down, ma anche sulla legislazione che tutela le persone con handicap ed i loro familiari. L'associazione in Toscana ha una sede a Pisa. Esiste poi un servizio, chiamato "Telefono D" (06-3720891), dove gli operatori rispondono dal lunedì al giovedi (ore 8:30-18:30) su argomenti riguardanti la sindrome di Down.

 


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