- Mercoledì, 26 Maggio 2021
- Ultima modifica: Mercoledì, 26 Maggio 2021
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Direttore Giorgio Iacopo Baldereschi
Direttore Giorgio Iacopo Baldereschi
Direttore Dr.ssa Laura Paparella
Direttore pro tempore Dr. Alessandro Maria Vannucchi
Direttore Prof. Lorenzo Antonuzzo
sostituto Dr. Daniele Lavacchi
Direttore Dott.ssa Graziella Franchi
Direttore Dr. Bassam Dannaoui
Mission
La UO Informatizzazione Processi Sanitari fa parte dell’Area innovazione controllo e qualità, ha come obbiettivo quello è di assicurare all’Azienda e agli operatori supporto duraturo e continuativo nella gestione della piattaforma informatica aziendale a supporto delle attività clinico assistenziali sotto il profilo manutentivo ed evolutivo, perseguendo principalmente la sicurezza del paziente e la praticità di utilizzo per l’operatore.
A tale scopo la UO:
Partecipa alla Cabina di regia aziendale per razionalizzare metodi e applicativi destinati ai percorsi clinico-assistenziali facilmente fruibili dal personale sanitario, che centralizzi le istanze di fabbisogno in termini di aggiornamenti, integrazioni, modifiche, formazione, manutenzione delle competenze e le riconduca alle priorità della pianificazione strategica aziendale in modo da garantirne uno sviluppo coerente con l’evoluzione dell’Ospedale. In tal senso la UO contribuisce a definire le modalità e i livelli di raccordo con ESTAR, con le finalità di:
• Realizzare le integrazioni LIS (Laboratory Information System) e RIS (Radiology Information System)e implementare quelle nuove con anatomia patologica, firma digitale e conservazione sostitutiva.
• Assicurare lo sviluppo delle nuove funzioni richieste, in riferimento ad algoritmi e scale di valutazione, nuove pratiche di sicurezza, modulistiche cliniche, amministrative e di servizi di supporto correlate al ricovero.
• Garantire la costante ed aggiornata generazione ed alimentazione dei flussi regionali inerenti le attività direttamente gestite da ArchiMed, nonché la messa a disposizione delle informazioni native alla piattaforma di business intelligence/ advanced analytics.
• Contribuire alla redazione della valutazione di impatto sul trattamento dei dati (P.I.A.: Privacy Impact Assessment) secondo la vigente normativa europea 679/2016.
• Sviluppare una funzione in grado di sostituire temporaneamente l’anagrafe centrale in caso di blocco del software People, essendo questo bloccante per tutta l’attività di ricovero.
• Offrire, al termine della formazione dei programmatori, servizio di reperibilità h24 per risolvere eventuali problemi software, integrandosi con altre possibili metodiche di manutenzione ordinaria.
• Aggiornare costantemente e continuamente la documentazione relativa all’applicativo ed il relativo manuale d’uso.
Responsabile Dott.ssa Silvia Bresci
La Unit afferisce al Dipartimento Emergenza Accettazione (DAI DEA), ha come obbiettivo lo sviluppo di un servizio di eccellenza dedicato alla cura della Fibrosi cistica nell’età adulta e nella fase di transizione, costituendo un polo attrattivo per la Toscana e per l’Italia.
Contatti
Obbiettivi
La mission della Unit Fibrosi Cistica dell’AOU Careggi è di assicurare le competenze e gli strumenti metodologici e tecnici per l’assistenza ai pazienti adulti affetti da fibrosi cistica (FC). La Unit coordina il percorso di assistenza e cura del paziente adulto con FC all'interno di AOU Careggi, sia in regime di ricovero che ambulatoriale, attraverso un gruppo multidisciplinare e multiprofessionale dedicato e formato di infettivologi, pneumologi, fisioterapisti, dietisti, infermieri, assistenti sanitari, psicologi e in diretta collaborazione con il Centro Riferimento Regionale AOU Meyer.
La Unit garantisce direttamente le seguenti attività:
Responsabile Dr. Francesco Meucci (cardiologo interventista SOD Interventistica cardiologica strutturale)
Unit impianto e riparazione valvolare transcatetere (TAVI Unit) - AOU Careggi, Firenze - Italy
La stenosi aortica può restare asintomatica per molti anni. La presenza di un soffio cardiaco rilevato ad una visita medica può essere il primo segnale di allarme per questa patologia. La comparsa dei sintomi indica già una fase avanzata della malattia. Tra i sintomi più caratteristici a cui prestare attenzione ci sono:
La valutazione del paziente con stenosi aortica è un processo multidisciplinare che coinvolge varie figure professionali, principalmente sono coinvolti a vari livelli il cardiologo clinico, il cardiologo interventista, il cardiochirurgo, il cardioanestesista. Vengono analizzate le caratteristiche del paziente mediante gli esami eseguiti (esami del sangue, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, TAC con mezzo di contrasto). Nei pazienti di età superiore ai 75 anni si esegue anche un colloquio con uno specialista geriatra che consente di valutare la fragilità del paziente. La stima della fragilità e delle comorbilità permette di calibrare il grado di invasività delle procedure disponibili con la situazione generale del paziente anziano ed è di grande aiuto per evitare di trattare in maniera troppo aggressiva i pazienti più fragili, che non trarrebbero vantaggio ma soltanto rischi dagli interventi più "aggressivi". Il percorso pre-operatorio può prevedere un ricovero in ospedale per eseguire accertamenti preliminari più complessi e delicati oppure è completamente da esterno. Può inoltre essere prevista una visita di pre-ospedalizzazione principalmente per avere un colloquio con il cardioanestesista.
La TAVI è lo standard di cura in pazienti con stenosi valvolare aortica che hanno bisogno dell’intervento sopra gli 80 anni. In genere infatti i pazienti piu’anziani presentano un rischio chirurgico operatorio maggiore oltre ad avere più difficoltà nel processo di riabilitazione post-chirurgico. Ci sono tuttavia situazioni anatomiche in cui l’intervento di TAVI non è fattibile o è fattibile con minori certezze sul buon esito finale (ad esempio le valvole aortiche bicuspidi o i pazienti con arterie femorali molto piccole o molto malate) nelle quali anche sopra gli 80 anni la chirurgia diventa la terapia di elezione. Per i pazienti di età compresa tra 65 e 80 anni non c'è un chiaro vantaggio della procedura transcatetere o di quella chirurgica tradizionale. Si tratta di una scelta che va fatta sul singolo paziente in base alle caratteristiche cliniche, antomiche ed alle sue preferenze . A parità di possibilità tecniche di buona riuscita dell’intervento è importante che il paziente, anche attraverso il suo medico di fiducia, venga aiutato a scegliere la terapia più congeniale al suo caso attraverso una informazione tanto dettagliata quanto comprensibile. Una categoria particolare di pazienti candidati alla TAVI è quella di coloro che hanno una protesi valvolare aortica biologica che è andata incontro a degenerazione. In questi casi la TAVI è particolarmente preziosa perchè, quando fattibile, permette di evitare i rischi connessi con un re-intervento di cardiochirurgia tradizionale. Ci sono tuttavia situazioni anatomiche particolari in cui purtroppo la sostituzione della protesi degenerata mediante TAVI non è fattibile o si presenta tecnicamente molto complessa. In questi casi la soluzione migliore potrebbe essere l'intervento di cardiochirurgia tradizionale.
L’intervento di TAVI consente di sostituire la valvola aortica degenerata senza dover "aprire" il torace. La valvola impiantata è una valvola biologica del tutto analoga a quelle utilizzate in cardiochirurgia tradizionale, e deriva da tessuti animali (pericardio bovino o suino). L’unica differenza è che le valvole utilizzate nell'intervento di TAVI sono state cucite dentro una rete di acciaio chiamata "stent" (Figura 2). Questa struttura di sostegno è quella che rende possibile l’impianto della valvola per via non chirurgica, infatti a differenza della cardiochirurgia tradizionale dove la valvola malata viene recisa ed al suo posto viene cucita la protesi biologica, nella TAVI si sfrutta la presenza della valvola malata che è indurita e calcifica e che diventa la superficie di appoggio dello stent di acciaio.
Referenti di percorso
Valentina Bugelli - Entomologia Forense
Simone Grassi - Morte Improvvisa Cardiaca e Radiologia Forense
Rossella Grifoni - Medicina necroscopica
Beatrice Defraia - Patologia Forense pediatrica
La patologia neoplastica del sistema emolinfopoietico costituisce un'entità clinica eterogenea e complessa da punto di vista diagnostico, la cui gestione necessita di specifiche competenze ed esperienza nel settore. L’organizzazione della Equipe consente di ottimizzare le risorse già disponibili in AOUC al fine di risolvere le criticità intrinseche alla diagnosi istopatologica in ambito di ematologia oncologica.
Percorso di diagnosi
Istopatologia e tecniche ancillari (istochimica, immunoistochimica)
Ibridazione in situ a fluorescenza
Biologia molecolare
Strutture coinvolte
Sindromi Mielodisplastiche Unit
Altre specialistiche che possano essere coinvolte nel percorso diagnostico in ambito ematologico.
Modalità d’accesso
I pazienti accedono alle prestazioni della Equipe Ematopatologia nell’ambito del percorso diagnostico stabilito clinicamente dai professionisti AOUC. I pazienti possono altresì presentarsi direttamente presso il front-office dell’Anatomia Patologica per la valutazione di campioni biologici o per consulenze (second opinion) su preparati istologici allestiti in altra sede.
Sede di attività
SODc Istologia Patologica e Diagnostica Molecolare
Contatti
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Strutture aziendali coinvolte
Responsabile Dr. Stefano Del Pace
Responsabile prof. Andrea Giorgetti
Standard di percorso
Percorso
Il paziente con frattura del femore prossimale viene preso in carico: