Università degli Studi di Firenze SST Regione Toscana

InfoDonazione


5 - Malattie infettive trasmissibili
 
 
 
 
 
 
 
Informazioni per i donatori e le donatrici
Esistono malattie infettive che possono essere trasmesse mediante la trasfusione di sangue, quali epatite B, epatite C, infezioni da HIV e sifilide. Queste infezioni si contraggono prevalentemente tramite rapporti sessuali, ma anche attraverso tatuaggi, piercing, scambi di siringhe infette, ecc.
Alcune abitudini di vita espongono maggiormente al rischio di contrarre queste infezioni e quindi di trasmetterle: poiché i test di laboratorio non sono sempre in grado di identificare i soggetti infettatisi di recente, si rende necessario escludere dalla donazione (temporaneamente o definitivamente) le persone che possono essersi esposte a questi rischi.
 
Principali criteri di esclusione dalla donazione
Esistenza nella storia personale di:
  • rapporti sessuali protetti e non protetti con un patner diverso da quello abituale: la relazione sessuale deve essere stabile da almeno 4 mesi
  • rapporti sessuali con patner multipli
  • trasfusioni di sangue e/o trapianti di organi o tessuti
  • epatite o ittero
  • malattie veneree
  • positività per il test della sifilide
  • positività per il test HIV
  • positività per il test dell'epatite B e C
  • assunzione abituale di stupefacenti 
  • rapporti sessuali con persone positive ai test per epatite B o epatite C o HIV
  • tatuaggi, piercing, endoscopie con strumenti flessibili, agopuntura eseguita senza aghi monouso
  • recenti interventi chirurgici
L'importanza del questionario
In considerazione di quanto sopra, prima di ogni donazione è necessario leggere  attentamente  e rispondere sinceramente alle domande del questionario che, come il colloquio con il medico, è vincolato dal più rigoroso segreto professionale (art. 622 c.p., artt. 10, 11 e 12 del Codice di Deontologia Medica 2006) e d'ufficio (art. 326 c.p.).
Il medico può aiutare a chiarire eventuali dubbi e valutare possibili esposizioni a rischi.
Per la tutela del ricevente è importante che il donatore comunichi eventuali dubbi sulla propria salute al medico addetto alla selezione e che compili il questionario in modo consapevole e veritiero.
3 - Frequenza delle donazioni

 

 

 

 

 
Con quale  frequenza  è possibile donare
Sangue intero e emocomponenti contenenti globuli rossi
intervalli donazione:
  • 90 gg fra 2 donazioni di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi
  • 180 gg tra una doppia donazione di globuli rossi ed una donazione di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi
  • 180 gg tra due doppie donazioni di globuli rossi
  • 14 gg dopo una donazione di plasma, piastrine, plasma-piastrine, doppia donazione di piastrine

frequenza annuale:

  • 2 donazioni di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi nella donna in età fertile; in menopausa 4 donazioni/anno
  • 4 donazioni di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi nell’uomo

Plasma
intervalli donazione:

  • 14 gg tra due donazioni di plasma
  • 30 gg dopo una donazione di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi

frequenza annuale:

  • max 12 litri/anno

Piastrine
intervalli donazione:

  • 14 gg tra 2 piastrine e/o plasma-piastrine e tra una donazione di piastrine
  • 14 gg tra una donazione di piastrine e/o plasma-piastrine e/o una donazione di sangue intero e/o eritroplasmaferesi  e/o doppia donazione di piastrine
  • 30 gg tra due donazioni doppie di piastrine
  • 30 gg dopo una donazione di sangue intero e/o eritroplasmaferesi e/o eritropiastrinoaferesi

frequenza annuale:

  • piastrine e/o plasma-piastrine max 6 l’anno
  • doppia donazione di piastrine max 3 l’anno
6 - Sospensione della donazione

 

 

 

 

 
A tutela dei riceventi e dei donatori, come previsto dalla normativa, i donatori di sangue già selezionati devono sospendere le donazioni in relazione al loro stato di salute o stile di vita.
 
Auto-esclusione
Il donatore stesso, dopo aver preso visione delle cause di non idoneità, se non si ritiene idoneo alla donazione può decidere:
  • di non effettuare o non completare la donazione
  • di parlare con il personale sanitario per avere ulteriori chiarimenti
  • di chiedere entro 24 ore al Centro Trasfusionale che l'unità non venga utilizzata, contattando i seguenti numeri di telefono: 055 794 9250-9251 

Sospensione definitiva
Il donatore che si trova in una di queste situazioni non potrà più donare sangue o emoderivati:

  • Abitudini sessuali caratterizzate da promiscuità o occasionalità
  • Alcolismo cronico
  • Diabete Mellito insulino-dipendente
  • Encefalopatia Spongiforme, Malattia di Creutzfeldt Jakob e varianti
  • Malattie autoimmuni con impegno multi organo
  • Malattie cardiovascolari gravi (ammesse le anomalie congenite guarite o corrette)
  • Malattie organiche del SNC ed Epilessia in terapia farmacologica
  • Neoplasie maligne (ammessi solo carcinoma basocellulare e carcinoma in situ cervice uterina, entrambi dopo rimozione chirurgica)
  • Patologie infettive croniche: epatite B, epatite C, HIV
  • Trapianti di organi solidi, cellule staminali, xenotrapianti
  • Uso abituale di sostanze stupefacenti

Sospensione temporanea: cause di sospensione e durata
Nelle situazioni sotto indicate, trascorso il periodo di non idoneità, è consentita la ripresa della donazione.

  • Agopuntura: sospensione per 4 mesi; nessuna sospensione se il donatore autocertifica che è stata eseguita da personale competente con aghi monouso
  • Foratura delle orecchie, body piercing e tatuaggi: sospensione per 4 mesi
  • Assunzione di antibiotici, antimicotici, antivirali: sospensione per 15 giorni dall’ultima somministrazione; necessaria comunque la guarigione
  • Assunzione di corticosteroidi sistemici: sospensione per 15 giorni
  • Assunzione di farmaci antiinfiammatori o analgesici (eccetto paracetamolo): sospensione per 5 giorni dall’ultima somministrazione
  • Assunzione di pillola anticoncezionale: nessuna sospensione
  • Assunzione di psicofarmaci (antidepressivi, neurolettici, litio, stabilizzanti dell’umore): sospensione per 6 mesi dal termine della terapia; l’uso occasionale, sporadico ed a bassi dosaggi di benzodiazepine non controindica la donazione
  • Comportamenti sessuali a rischio: sospensione per 4 mesi; l’abitudine a tali tipi di rapporti costituisce criterio di esclusione definitiva
  • Cure odontoiatriche tipo ablazione tartaro, estrazioni e devitalizzazioni: sospensione da 48 ore fino 7 giorni a seconda del tipo di intervento effettuato
  • Implantologia con utilizzo di tessuto osseo autologo e omologo: sospensione per 4 mesi
  • Endoscopia con strumenti flessibili: sospensione per 4 mesi
  • Esame con utilizzo di mezzo di contrasto: sospensione per 15 giorni
  • Esposizione accidentale al sangue anche attraverso strumenti o siringhe: sospensione per 4 mesi
  • Febbre e gastroenterite virale: sospensione per 15 giorni dalla scomparsa dei sintomi
  • Infezioni addominali, infezioni respiratorie e urinarie: sospensione per 15 giorni dalla cessazione dei sintomi
  • Interruzione di gravidanza o espletamento parto: sospensione per 6 mesi; in caso di gravidanza in atto non è possibile la donazione
  • Intervento chirurgico maggiore: di norma sospensione per 4 mesi
  • Intervento chirurgico minore in anestesia locale (asportazione neo, lipoma, tunnel carpale safenectomia, ernia inguinale): sospensione fino a 7 giorni dopo la guarigione completa
  • Malattie esantematiche: sospensione per 2-3 settimane dalla guarigione
  • Mestruazione: si sconsiglia la donazione durante il ciclo
  • Profilassi con immunoglobuline: sospensione per 4 mesi
  • Raffreddore: sospensione solo in fase acuta sino alla scomparsa dei sintomi
  • Terapia desensibilizzante: sospensione per 72 ore dall’ultima iniezione; in caso di terapia sublinguale non necessaria la sospensione
  • Trapianti di tessuti o cellule di origine umana: sospensione per 4 mesi
  • Trasfusioni di sangue o emoderivati: sospensione per 4 mesi (per trasfusioni di emocomponenti effettuate nel Regno Unito, sospensione definitiva)
  • Uso occasionale di sostanze stupefacenti cannabinoidi: sospensione per 14 giorni dall’ultima assunzione; l’uso abituale costituisce criterio di esclusione definitiva
  • Vaccini con virus, batteri, rickettsie inattivati o uccisi e vaccini ricombinanti; tossoidi, vaccino epatite A: sospensione per 48 ore
  • Vaccino epatite B: sospensione per 7 giorni
  • Vaccino encefalite da zecche nessuna sospensione
  • Vaccino rabbia: sospensione per 48 ore se vaccino senza morso; sospensione di 1 anno se vaccino dopo morso
  • Vaccini con virus o batteri vivi o attenuati: sospensione per 4 settimane
  • Viaggi in aree tropicali: sospensione per 6 mesi (possibile la donazione di plasma previa valutazione medica)
  • Viaggi in paesi al di fuori delle aree tropicali dove sono possibili comunque malattie tropicali: sospensione variabile da 1 a 6 mesi consulta Donatore che viaggia www.simti.it/where/index.htm
  • Virus del Nilo Occidentale: sospensione 28 giorni
  • Virus erpetici genitali: sospensione fino a 2 settimane dopo la guarigione
4 - Prima e dopo la donazione

 

 

 

 

 
PRIMA DELLA DONAZIONE
Alimentazione
  • Fare una leggera colazione a base di tè o caffè e poche fette biscottate (evitare latte e latticini)
  • Non eccedere nei pasti il giorno precedente la donazione

Abbigliamento
Indossare indumenti comodi con le maniche che si possano rimboccare senza stringere il braccio.

Valutazione del donatore 
Ad ogni donazione il donatore fa una visita, un colloquio, degli esami, e compila un questionario su salute e stile di vita a tutela della salute del donatore e della sicurezza del ricevente. Il questionario deve contenere risposte sincere e veritiere, con particolare attenzione alle domande volte a conoscere eventuali fattori di rischio per la trasmissione di infezioni virali con il sangue donato.

Esami del donatore
Gli esami ematochimici e strumentali effettuati in occasione della donazione vengono valutati dal medico della struttura trasfusionale e servono a controllare lo stato di salute del donatore e rendere idonea l’unità alla trasfusione; i risultati vengono inviati per conoscenza al donatore che li sottoporrà al proprio Medico di Medicina Generale.
Se un esame del donatore risulta positivo, il medico informa in modo riservato il donatore, e lo indirizza allo specialista per l'eventuale percorso di diagnosi e cura. In tal caso la donazione non viene utilizzata.

Consenso informato alla donazione
Il donatore, dopo essere stato correttamente informato su tutto ciò che riguarda la donazione, dà il consenso alla procedura di donazione firmando un apposito modulo.

Questionario del donatore
Il donatore è tenuto a leggere il questionario e a compilarlo con la massima attenzione e senso di responsabilità, ponendo al personale sanitario eventuali dubbi o chiedendo chiarimenti.
Le domande relative ad alcuni aspetti molto personali delle abitudini di vita (rapporti sessuali a rischio, uso di sostanze stupefacenti) sono molto importanti e necessitano di risposte veritiere perché:

  • servono a garantire la massima sicurezza trasfusionale
  • i test sierologici per i virus dell'epatite B e C, per il virus dell'AIDS e per la sifilide, eseguiti in fase precoce di infezione, possono  non identificare la presenza dell'agente infettante
  • non è possibile eseguire test per tutte le possibili infezioni

Auto-esclusione
Il donatore stesso, dopo aver preso visione delle cause di non idoneità, se non si ritiene idoneo alla donazione può decidere:

  • di non effettuare o completare la donazione
  • di parlare con il personale sanitario per avere ulteriori chiarimenti
  • di donare, chiedendo entro 24 ore al Servizio di Medicina Trasfusionale  Tel. 055 794 9250 - 9251 che l'unità non venga utilizzata a scopo trasfusionale
DOPO LA DONAZIONE
  • rimanere nella poltrona per alcuni minuti
  • se il punto di prelievo sanguina: sollevare il braccio, eseguire una pressione sulla sede della venipuntura e tornare in sala prelievi
  • informare il personale sanitario in caso di nausea, sudorazione, brividi di freddo, sensazione di svenimento
  • bere liquidi
  • all’uscita dal nostro Servizio: fare subito una buona colazione

Al donatore viene consegnato:

  • un buono ristoro per la colazione al bar di fronte al Padiglione 15 Piastra dei Servizi, oppure al padiglione 1 Centro Servizi all'ingresso dell'ospedale
  • l'attestato di donazione per giustificare l'assenza dal lavoro e ottenere un giorno di riposo

All'aspirante donatore dopo il solo colloquio, o al donatore non idoneo che non ha fatto la donazione, viene consegnato:

  • l'attestato di presenza, per giustificare l'assenza dal lavoro, con l’orario effettivo di permanenza presso il nostro servizio

Nella giornata della donazione
I rischi connessi alle procedure di donazione sono pochi e di lieve entità: i più frequenti sono la comparsa di ecchimosi nel punto di prelievo e la lipotimia (svenimento) legata in genere più all’emotività del soggetto che non al volume di prelievo. Pertanto il donatore deve:

  • in caso di vertigini o senso di svenimento: sdraiarsi immediatamente e chiamare qualcuno per farsi aiutare; se la sensazione persiste può tornare al Servizio Trasfusionale o rivolgersi al Medico di Medicina Generale
  • evitare sforzi fisici eccessivi e non dedicarsi ad attività che possano mettere a rischio se stesso o altri (guida di mezzi pubblici, lavoro su ponteggi, immersioni, pilotare velivoli, ecc.)
Nei giorni successivi alla donazione
Il donatore, per garantire la sicurezza nella trasfusione del sangue, deve informare il Servizio Trasfusionale se si ammala nei giorni successivi alla donazione o se avesse dimenticato di riferire nel colloquio con il medico situazioni potenzialmente rischiose.
2 - Donatori e tipi di donazione

 

 

 

 


Chi può donare il sangue
Può donare chi ha da 18 a 65 anni (60 se è la prima volta), il peso superiore a 50 Kg, è in buona salute e non ha malattie croniche con danni permanenti.
Non può donare chi ha comportamenti a rischio o dipendenza da farmaci o droghe.

Le donazioni
Tutte le procedure di prelievo di sangue vengono effettuate sotto la sorveglianza e la responsabilità di personale sanitario; la donazione non comporta alcun rischio di contrarre infezioni poiché ad ogni prelievo viene utilizzato materiale sterile e monouso corredato di apposite sacche di raccolta e vengono prese tutte le precauzioni necessarie in fase di venipuntura.
In base alle caratteristiche di idoneità della persona che manifesta la volontà di donare, il medico del servizio propone il tipo di donazione più indicato.

Donazione differita
Questo tipo di donazione si articola in due accessi ed è riservata a nuovi donatori o ai donatori che hanno effettuato l'ultima donazione da oltre 24 mesi.
1° accesso: colloquio e visita medica per valutazione di idoneità del donatore,  prelievo esami ematici per idoneità e valutazione degli accessi venosi. 
2° accesso: colloquio per conferma dell'idoneità e conseguente donazione.

Donazione di sangue intero
La donazione di sangue intero è di circa 450 ml di sangue e dura circa 10 minuti. Il sangue raccolto non viene utilizzato in toto, ma con una particolare procedura chiamata frazionamento viene separato nei suoi costituenti; da una singola unità di sangue intero è possibile ottenere tre unità di emocomponenti: i globuli rossi concentrati, le piastrine e il plasma.

Donazione di plasma (plasmaferesi) o piastrine (piastrinoaferesi)
La plasmaferesi dura circa 50-60 minuti.
Per questo tipo di donazione è usato un kit sterile monouso, montato su un separatore cellulare che preleva il sangue, lo centrifuga, trattiene il plasma e restituisce al donatore globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Donazione multicomponent: globuli rossi, plasma o piastrine
La donazione multicomponent dura dai 45 ai 90 minuti; a seconda del tipo.
Per questo tipo di donazione è usato un kit sterile monouso, montato su un separatore cellulare che permette la separazione e la raccolta dei vari componenti del sangue selezionati.
I vantaggi di questo tipo di donazione sono:

  • standardizzazione delle caratteristiche del prodotto per la migliore resa terapeutica sul ricevente
  • riduzione degli eventi avversi durante la donazione in quanto al donatore viene reinfusa una quantità di soluzione fisiologica di norma pari alla quantità di emocomponenti donati
  • personalizzazione della donazione: verrà scelta la donazione più adeguata per il donatore sulla base delle sue caratteristiche ematologiche e cliniche

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Quali sono i requisiti di idoneità del donatore di spermatozoi?

Età compresa tra 18 e i 40 anni.

Chi vuole donare dovrà fare un colloquio (anamnesi e storia personali e familiari) e una visita specialistica andrologica. Il donatore di gameti maschili, prima del colloquio e della visita specialistica andrologica, deve effettuare un esame del liquido seminale.
Se il donatore risulterà potenzialmente idoneo, si procederà con gli esami sierologici e batteriologici, ed infine con quelli genetici.
Tutti gli accertamenti sul donatore sono gratuiti.

La donazione è anonima?

La donazione deve essere anonima, cioè non deve essere possibile per il donatore risalire alla coppia ricevente e viceversa.

I dati clinici del donatore potranno essere resi noti al personale sanitario solo in casi straordinari, dietro specifica richiesta e con procedure istituzionalizzate, per eventuali problemi medici della prole; ma in nessun caso possono essere resi noti alla coppia ricevente. I donatori non hanno il diritto di conoscere l'identità del soggetto nato per mezzo di queste tecniche e il nato non potrà conoscere l'identità del donatore.

Il donatore ha diritto a un compenso?

L’art. 12 comma 6 della Legge 40/2004 vieta la commercializzazione dei gameti. La donazione di gameti è gratuita, il donatore non può essere in alcun modo remunerato, né potrà esistere una retribuzione economica, né potrà essere chiesto alla coppia ricevente alcun contributo per i gameti ricevuti.

Cosa fare per poter donare i gameti?

Contattare il numero 055 794 6776 dal lunedì al venerdì, dalle 08:00 alle 14:00, e lasciare i propri recapiti per essere successivamente ricontattati; oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Informazioni a cura della Banca del Cordone ombelicale e Ambulatorio per la Donazione del Sangue Cordonale.
Vuoi donare il sangue cordonale? Scarica i moduli e prenota il colloquio per la compilazione seguendo le modalità indicate alla domanda 18.
Vuoi saperne di più? Leggi qui sotto.

Sono cellule indifferenziate, capaci di autorinnovarsi, proliferare, differenziarsi in diversi tipi di cellule mature e ricostituire tessuti danneggiati.

Sono le cellule progenitrici del sangue, capaci cioè di dare origine a tutte le linee cellulari ematiche (globuli rossi per il trasporto dell’ossigeno, globuli bianchi per la difesa dalle infezioni e piastrine per garantire la coagulazione del sangue). Per avere un’idea, ogni giorno il nostro organismo produce giornalmente 200 miliardi di globuli rossi, 50 miliardi di globuli bianchi e 125 miliardi di piastrine. Questa produzione è sostenuta da un numero relativamente esiguo di cellule staminali la cui sede prevalente è il midollo osseo; le cellule staminali emopoietiche si trovano   anche nel sangue periferico dopo opportuna stimolazione e, sebbene in minor numero, nel sangue cordonale.

Le cellule staminali adulte sono presenti in molti organi del nostro corpo, sono infatti chiamate cellule staminali tessuto-specifico, ed hanno il compito di rigenerare cellule e tessuti degli organi in cui risiedono; ci sono oggi evidenze scientifiche dell’esistenza  di cellule staminali anche in tessuti ritenuti una volta perenni, non più in grado di replicarsi, come il tessuto nervoso.

Da un punto di vista applicativo queste cellule sono preziose per il trapianto in campo ematologico, pratica ormai consolidata da circa 50 anni in pazienti affetti da patologie congenite o neoplastiche, in cui la funzione midollare è danneggiata al punto tale da pregiudicare la sopravvivenza del paziente.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è una strategia terapeutica che prevede la distruzione del sistema emopoietico midollare del paziente mediante alte dosi di chemio- radioterapia e la sua ricostituzione con una fonte emopoietica normale, generalmente da donatore sano. Le cellule del donatore, infuse per via venosa periferica, vanno a colonizzare  gli spazi del midollo osseo del paziente ed iniziano a proliferare, riproducendo nuove cellule ematiche. La potenzialità terapeutica del trapianto è legata anche alla capacità da parte delle cellule del sistema immunitario del donatore, infuse insieme alle cellule staminali, di riconoscere eventuali cellule malate rimaste dopo la chemio o radioterapia, e distruggerle, svolgendo così una vera e propria terapia cellulare.

  • il midollo osseo
  • il sangue periferico mobilizzato mediante l’utilizzo di farmaci chiamati fattori di  crescita che stimolano la proliferazione e il rilascio nel sangue venoso di una elevata quota di cellule staminali midollari
  • il sangue di cordone ombelicale

La sigla HLA significa Human Leucocyte Antigens (Antigeni Leucocitari Umani) e identifica il sistema di istocompatibilità, composto da molecole che si trovano sulla superficie cellulare; queste molecole si comportano come antigeni che, a contatto con il sistema immunitario di un individuo diverso, sono riconosciuti come estranei e suscitano una grave risposta immune.

La compatibilità è un fattore critico per la riuscita dei trapianti. Ogni cellula del nostro corpo ha un set specializzato di antigeni che determinano la compatibilità dell’organo/tessuto/cellule donati con l’eventuale destinatario del trapianto. Prima di eseguire un trapianto, è necessario accertare che donatore e ricevente abbiano un sufficiente grado di compatibilità mediante un procedimento detto “tipizzazione tissutale”. 
La principale complicanza del trapianto da donatore (allogenico) di cellule staminali emopoietiche consiste nella condizione patologica chiamata ‘malattia da trapianto contro l’ospite, GvHD’ dovuta all’aggressione dei leucociti del donatore nei confronti dei tessuti dell’ospite.

È il sangue che rimane nella placenta e nei vasi cordonali dopo la nascita del neonato e il taglio del cordone ombelicale. Il sangue del cordone ombelicale può rappresentare un’alternativa fonte di cellule staminali emopoietiche del tutto simili a quelle del midollo osseo da impiegare in ambito trapiantologico.

L'utilizzo di questa fonte emopoietica alternativa determina indubbi vantaggi di natura pratica, biologica e clinica sia per il donatore che per il ricevente: pronta disponibilità del campione già quasi completamente caratterizzato al momento della richiesta da parte del Centro Trapianti, e tempi brevi per il rilascio; presenza di minoranze etniche poco rappresentate nei Registri di midollo osseo; minor rischio di malattie infettive trasmissibili; possibilità di effettuare anche trapianti parzialmente compatibili; minore immunogenicità e minor rischio di  forme severe  di malattia da trapianto contro l'ospite (Graft versus Host Disease, GvHD), principale complicazione del trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche. A fronte di tali vantaggi, il sangue del cordone ombelicale presenta il limite di uno scarso contenuto di cellule staminali emopoietiche che aumenta i tempi necessari all’attecchimento del trapianto.

Come  il midollo osseo, il sangue di cordone ombelicale viene utilizzato in patologie potenzialmente curabili con il trapianto di cellule staminali emopoietiche: emopatie maligne come leucemie, linfomi, mielomi e non tumorali come gravi forme di anemie, ad esempio la talassemia e l’aplasia midollare, e, ancora, deficit immunitari ed alcuni errori congeniti del metabolismo cellulare (deficit enzimatici).

Il primo trapianto di cellule staminali del sangue di cordone ombelicale da donatore familiare è stato effettuato a Parigi nel 1988 in un paziente affetto da una grave forma di anemia; il primo trapianto da donatore non correlato è stato effettuato nel 1993. Ad oggi sono stati effettuati più di 40.000 trapianti per la cura di pazienti sia pediatrici che adulti. I fattori principalmente legati al successo di un trapianto sono il grado di compatibilità del sistema HLA tra donatore e ricevente, il numero di cellule staminali emopoietiche trapiantate, lo stadio della malattia, la precocità del trattamento e le condizioni generali del paziente al momento del trapianto.

Il sangue cordonale può rappresentare una possibile sorgente di cellule staminali emopoietiche per tutti coloro che hanno bisogno di un trapianto da donatore. Si tratta di un L.E.A. (Livello Essenziale di Assistenza).

Purtroppo no; donare è un atto di generosità, ma comporta anche un grande senso di responsabilità per chi intende donare e per il medico che ne attesta l’idoneità; esistono, infatti, condizioni cliniche e comportamenti a rischio che precludono la donazione del sangue di cordone ombelicale, così come per una normale donazione di sangue e di organi.

La raccolta del sangue di cordone ombelicale è tecnicamente semplice e assolutamente indolore, sicura e non invasiva, né per la mamma né per il neonato. Richiede pochi minuti e viene effettuata senza modificare le modalità ostetriche di espletamento del parto da personale sanitario addestrato e qualificato, dopo che il cordone ombelicale è stato reciso (anche dal padre) ed il bambino è stato allontanato dal campo operativo e affidato alle cure che gli sono dovute. Non sono mai stati registrati incidenti né per la madre né per il neonato durante una raccolta.

No, le cellule staminali del sangue di cordone ombelicale sono ritenute cellule staminali adulte e non comportano nessuno dei problemi di natura etica che interessano le cellule staminali embrionali.

No. Donare ad una struttura pubblica non comporta spese, la donazione è volontaria e gratuita e nessuna prestazione graverà sui genitori.

Previo appuntamento, recarsi, preferibilmente in coppia, presso i centri trasfusionali dell’Azienda USL Toscana Centro o presso l’Ambulatorio per la Donazione del Sangue Cordonale del Dipartimento Materno Infantile dell’AOU Careggi, dalla 32° settimana  di gravidanza, telefonando con due settimane di anticipo ai numeri: 055 794 6399 o 335 7801 822 (mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). 

L’incontro non prevede visita né prelievi ematici, ma solo un’indagine anamnestica per verificare l’idoneità alla donazione. È preferibile venire in coppia per poter riferire tutte le malattie dei futuri genitori e loro familiari. Portare gli esami e le ecografie effettuati  in gravidanza oltre ad eventuali esami per patologie pregresse.

In caso di parto presso altri ospedali che afferiscono alla nostra Banca, contattare direttamente i Centri di raccolta per colloquio e compilazione dei moduli.


Perché la coppia donatrice possa fare una scelta responsabile e consapevole, è necessario che sia informata dei fini e delle modalità della donazione del sangue di cordone ombelicale e delle possibili alternative; è necessario che sottoscriva un documento per autorizzare il personale sanitario ad effettuare la raccolta finalizzata ad un uso non esclusivo per il neonato e al possibile impiego in altre persone a fini di trapianto. Il consenso informato è, inoltre, necessario per dare la disponibilità ad effettuare i controlli infettivologici e i test genetici previsti dalla legge per accertare l’idoneità all’utilizzo a scopo terapeutico. È possibile sottoscrivere il consenso all’utilizzo per ricerca nel caso in cui l’unità non dovesse essere idonea ad un impiego trapiantologico. 

Al momento del ricovero, in accettazione, o direttamente al Centro di Accompagnamento alla Nascita Margherita in caso di parto presso l'AOUC.
In caso di parto presso altro ospedale, chiedere informazioni alle ostetriche del punto nascita.

Il sangue di cordone ombelicale viene donato in base a criteri di idoneità molto restrittivi, generalmente di tipo genetico e/o infettivologico, per evitare la trasmissione di eventuali malattie al ricevente; ci sono poi condizioni che possono precludere la donazione per motivi di ordine organizzativo e /o sanitario,  a tutela della madre e del neonato.
Alcuni criteri di non idoneità: 
  • malattie genetiche dei genitori e/o della famiglia
  • gravi patologie materne e paterne (neoplasie, malattie ematologiche e del sistema immunitario, gravi malattie d’organo o di sistema)
  • condizioni/comportamenti a rischio della coppia donatrice
  • epatite
  • malattie veneree
  • positività per i test della sifilide, dell’AIDS e dell’epatite B e C
  • trapianto di cornea o dura madre
Criteri di esclusione ostetrico–neonatali:
  • gestazione inferiore a 37 settimane
  • rottura delle membrane superiore alle 12 ore
  • parto vaginale distocico
  • parto cesareo d’urgenza
  • febbre della gestante superiore a 38°C
  • indice di Apgar inferiore a 7 a un minuto
  • malformazioni fetali e/o della placenta
  • distress fetale
  • peso inferiore a 2,5 Kg
Altro: poliabortività, eclampsia, gestosi, gravi infezioni materne durante la gravidanza/infezioni connatali. Ci sono poi, altre condizioni che costituiscono criteri di esclusione temporanei (es: trasfusioni, trapianti, esami endoscopici, interventi chirurgici, tatuaggi, agopuntura), ossia possono rappresentare criterio di esclusione se non eseguite ad una determinata distanza dal parto.

La madre donatrice, nel caso in cui l’unità raccolta sia idonea al bancaggio, viene sottoposta ad un prelievo ematico, mentre è ancora ricoverata, per l’esecuzione dei test infettivologici al fine di escludere malattie trasmissibili con il sangue (epatite B, C, AIDS, HTLV, sifilide, Citomegalovirus, Toxoplasma, EBV), previsti dalle normative per le attività trasfusionali e per i trapianti. Il neonato donatore non viene mai sottoposto a prelievi ematici, ma è necessaria un’idoneità clinico-anamnestica che attesti il suo stato di salute alla nascita e a distanza di 6/12 mesi. In occasione del controllo a distanza sarà ripetuto un prelievo materno solo in casi selezionati (es. immunoprofilassi anti-D entro 16 settimane dal parto).

La normativa italiana che disciplina le attività trasfusionali, all’interno delle quali è ricompressa la donazione di sangue di cordone ombelicale (Legge n°219 del 21 Ottobre 2005, art. 3), consente la donazione anche da parte di persone di età inferiore ai diciotto anni, previa espressione del proprio consenso e degli esercenti la potestà dei genitori, o eventuale tutore, o giudice tutelare.

Partecipando agli incontri informativi che si svolgono nell’aula Conferenze del Centro Nascita Margherita. Consulta il Calendario degli incontri.

Il sangue di cordone ombelicale viene raccolto sia nel parto spontaneo che nel parto cesareo mediante puntura della vena ombelicale e raccolta del sangue residuo in una sacca di raccolta sterile e monouso; può essere prelevato sia prima che la placenta venga espulsa, sia dopo, previa un’accurata disinfezione per garantire la massima sterilità.

Per motivi di sicurezza si raccoglie esclusivamente in parti spontanei non complicati e nei parti cesarei di elezione, salvaguardando prima di tutto la salute della mamma e del neonato. Si può raccogliere anche nel parto cesareo e in parto-analgesia.
Una condizione particolare è il parto gemellare: in tal caso, la raccolta può essere effettuata solo dopo la nascita di tutti i bambini.

Generalmente si raccolgono 50-150ml di sangue. Questo volume dipende da numerosi fattori tra i quali il peso del neonato e le dimensioni della placenta.

Per garantire l’uso clinico delle unità di sangue di cordone ombelicale e l’efficienza della gestione degli spazi freddi necessari per la conservazione, vengono criopreservate a scopo trapiantologico solo le unità che hanno un contenuto cellulare compatibile con le richieste dei Centri Trapianto; per questo motivo e per una serie ulteriore di cause di non idoneità clinica e biologica o per difformità tecnico-procedurali , la percentuale delle unità bancate a scopo trapianto logico è circa il 5%. Le unità scartate, perché non idonee al trapianto emopoietico,  potrebbero essere selezionate e conservate per la produzione di emocomponenti ad uso trasfusionale e non, come il plasma ricco di piastrine; a questo riguardo la Banca del Cordone Ombelicale di Firenze sta lavorando allo scopo di aderire in un prossimo futuro   a specifici protocolli di sperimentazione clinica.


Il sangue di cordone ombelicale raccolto viene trasportato entro 44 ore presso la banca di riferimento e viene sottoposto a lavorazione, tipizzazione, caratterizzazione e Controlli di Qualità secondo Standard Internazionali. Entro 48 ore dalla raccolta le unità di sangue di cordone ombelicale vengono congelate mediante l’aggiunta di sostanze atte a prevenire i danni legati al congelamento e successivamente conservate in contenitori di stoccaggio contenenti azoto liquido (a -196°C), costantemente monitorati tramite un sistema di registrazione e impianti di allarme. Tutte le procedure sono rigorosamente registrate e gestite con appositi programmi informatici, per mantenere la tracciabilità dei processi.

Attualmente non esistono studi scientifici esaustivi in merito ai tempi di conservazione che forniscano garanzie di sicurezza e di utilizzabilità oltre i 25 anni. Le previsioni lasciano supporre che si possa conservare per periodi ancora maggiori.

No, mai. L’identificazione dell’unità è resa anonima attraverso codici a barre  Questo avviene per garantire la codifica univoca dell’unità e la riservatezza del donatore.

Le banche di sangue placentare sono strutture complesse all’interno delle quali vengono effettuate una serie di procedure che portano alla produzione e all'eventuale rilascio di unità di sangue di cordone ombelicale idonee a impiego trapiantologico. Esistono Banche pubbliche e Banche private (quest'ultime non presenti sul territorio nazionale) con finalità molto diverse. 

Le banche pubbliche sono costituite generalmente da:
  • una sede centrale in cui le unità cordonali vengono processate, caratterizzate, tipizzate, criopreservate, conservate e, infine, rilasciate,
  • più centri di raccolta che raccolgono le unità e che operano in un’area territoriale vasta, generalmente su base regionale/interregionale, sotto il coordinamento centrale.

Le banche pubbliche operano con fini solidaristici, nell’ambito dei programmi trapiantologici sanitari istituzionali, in rispondenza alla normativa nazionale e della Comunità Europea e perseguono obiettivi di qualità, sicurezza ed efficienza del Sistema Sanitario Nazionale. Si tratta di programmi costosi e impegnativi soprattutto da un punto di vista organizzativo. In Italia ci sono attualmente 18 Banche. Le banche pubbliche sono collegate tra loro in reti nazionali e  internazionali, così come avviene per i Registri  di Midollo Osseo, e gestiscono i dati relativi alle unità raccolte mediante archivi elettronici che mettono a disposizione di tutti i centri trapianto le unità disponibili. Donare ad una banca pubblica non comporta spese, la donazione è volontaria e gratuita e nessuna prestazione graverà sui genitori.

Le banche pubbliche, inoltre, eseguono raccolte dedicate in presenza di una appropriata indicazione clinica e di condizioni di compatibilità col destinatario designato, secondo quanto contenuto nel Decreto Legislativo del 18 Novembre 2009 e nelle Linee Guida per la raccolta e la conservazione del sangue cordonale ad uso autologo – dedicato.
Le banche private, invece, conservano il sangue di cordone ombelicale esclusivamente per un possibile uso futuro riservato ‘autologo e/o intrafamiliare’ indipendentemente da criteri di bancabilità in riferimento a standard qualitativi. Le banche private nascono negli USA, laddove l’assistenza sanitaria si basa su una medicina di tipo assicurativo e non previdenziale come nel nostro Paese. Le banche private operano per fini commerciali, dietro la stipula di contratti ad personam.

No, la legislazione italiana vieta la conservazione di sangue di cordone ombelicale per uso personale presso strutture sanitarie pubbliche, in quanto non risponde alle raccomandazioni dei maggiori organismi scientifici internazionali e non risponde ai criteri di costo-beneficio necessari per erogare prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per conservare il sangue di cordone ombelicale per uso privatistico è necessario esportarlo all’estero nel rispetto delle procedure definite nella normativa vigente.
Tuttavia, se nell’ambito della famiglia esiste un fratello/sorella del neonato affetto/a da patologie curabili con il trapianto emopoietico, o la famiglia è a rischio di concepire figli affetti da malattie geneticamente determinate trattabili con il trapianto da sangue cordonale, l’unità può essere conservata per quest’ultimo senza oneri per la famiglia (raccolta dedicata in accordo al D.lgs 18/11/2019 e smi). In tal caso è necessaria una richiesta di conservazione per uso dedicato, accompagnata da documentazione clinica del paziente familiare (richiedere alla banca l'apposita modulistica).

Le banche private pubblicizzano la conservazione privata del sangue di cordone ombelicale come “assicurazione biologica”, tuttavia i dati riportati dagli studi più autorevoli riferiscono di probabilità di uso autologo di 1 su 20.000 nei primi 20 anni di vita.
A questo si aggiungono altre opportune considerazioni da fare prima di optare per la riserva dell’unità per uso autologo e/o intrafamiliare privato:
  • in alcuni tipi di leucemie infantili il sangue cordonale potrebbe già contenere cellule leucemiche
  • alcuni protocolli di trattamento, per garantire una maggiore immunogenicità e cura della malattia leucemica prevedono un trapianto da donatore non consanguineo
  • il sangue di cordone ombelicale non è la principale sorgente da cui recuperare cellule staminali emopoietiche, che nella maggioranza dei casi  provengono da espianto midollare o  da raccolte di sangue periferico eseguite dopo somministrazione di fattori di crescita che ne favoriscano la mobilizzazione
  • Negli ultimi anni l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ha reso possibile, in assenza di un donatore completamente compatibile,  il ricorso a donatori familiari adulti solo parzialmente compatibili (trapianto aploidentico).Le evidenze che il sangue di cordone ombelicale possa curare patologie degenerative nervose, cardiopatie ischemiche, il diabete ed altre patologie sono ancora di tipo sperimentale.

Attualmente si stima che solo il 2 - 3% delle sacche conservate presso le banche pubbliche italiane vengono utilizzate per trapianto per cui, in caso di sopraggiunte esigenze intrafamiliari, se l’unità donata è stata bancata ed è ancora disponibile, sarà sicuramente messa a disposizione, dietro richiesta di un sanitario e riscontro di istocompatibilità con il ricevente.

La Banca del cordone Ombelicale di Firenze é chiusa il sabato  e i festivi, pertanto  non é possibile donare a fini solidaristici indicativamente dalle ore 12.00 del venerdì alle ore 12:00 del sabato e secondo modalità comunicate ai referenti ostetrici in occasione di periodi festivi  tali da non permettere l'arrivo delle unità al laboratorio  entro le 44 ore dalla raccolta. Rimane sempre attiva  la raccolta e il bancaggio di unità dedicate; a Banca garantisce reperibilità del personale,  in caso di raccolte dedicate che necessitino un congelamento il sabato o in un giorno festivo, secondo modalità definite in accordo con i referenti dei Punti Nascita presso cui tali raccolte sono organizzate.

Subito dopo la raccolta, la sacca viene portata alla Banca del Cordone ombelicale di Careggi

L’ADISCO è l'Associazione Donatrici Italiane Sangue del Cordone Ombelicale, ed é nata nell'ottobre 1995 con i seguenti obiettivi:
  • promuovere la donazione di sangue del cordone ombelicale e renderla possibile su tutto il territorio nazionale
  • consentire la nascita e lo sviluppo della rete di Banche di sangue del cordone ombelicale sul territorio nazionale
  • raccogliere fondi per la ricerca al fine di sviluppare meglio le potenzialità terapeutiche del sangue di cordone ombelicale

Leggi tutto su Come donare il sangue cordonale e scarica  i Moduli per donare il sangue cordonale.

Questi i Centri di raccolta che collaborano con la Banca del Cordone Ombelicale di Firenze:

In Toscana

  • Area Nascita - Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze, Tel. 055 794 7446 - 7334 -7369 (ambulatorio ostetrico per compilazione modulistica 055 794 6399, 3357801822.
  • Centro Nascita Margherita - Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze, Tel. 055 794 7997 - 5329 - 5352
  • Ginecologia e Ostetricia - Nuovo Ospedale di S. Giovanni di Dio, Azienda USL Toscana Centro, Tel. 055 693 2366 (c

    olloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale tel. 055 693 2236)
  • Ginecologia e Ostetricia - Ospedale di Santa Maria Annunziata, Azienda USL Toscana Centro, Tel. 055 693 6324 (colloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale tel. 055 693 6480 - 6316)
  • Ginecologia e Ostetricia - Nuovo Ospedale del Mugello, Borgo San Lorenzo, Azienda USL Toscana Centro, Tel. 055 845 1200 (colloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale tel. 055 845 1277 - 1851)
  • Ostetricia e Ginecologia - Nuovo Ospedale di Prato S. Stefano, Prato, Azienda USL Toscana Centro, Tel. 0574 802 412 - 413 (colloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale tel. 0574 8013 89 - 90)
  • Ostetricia e Ginecologia - Ospedale S. Giuseppe, Empoli, Azienda USL Toscana Centro, informazioni: Tel. 0571 706 477 - 489  Tel. 0571 706 923 (coordinamento donazioni); colloquio e compilazione modulistica con appuntamento al CUP Tel. 0571 7051, presso i Centri trasfusionali S. Giuseppe Tel. 0571 706 633 , S. Verdiana Castelfiorentino Tel. 0571 705768 - 705804, San Pietro Igneo Fucecchio Tel. 0571 705399)
  • Ostetricia e Ginecologia - Ospedale S. Donato, Arezzo, Azienda USL Toscana sud-est, Tel. 0575 255 486 - 4625 - 5482
  • Ostetricia e Ginecologia - Ospedale Santa Maria alla Gruccia, Montevarchi (AR) - Azienda USL Toscana sud-est, Tel. 055 910 6238 - 6218
  • Ostetricia e Ginecologia - Nuovo Ospedale San Jacopo, Pistoia, Azienda USL Toscana Centro, Tel. 0573 3511 50 - 51 - 52 (colloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale 0573 35 2212 - 1070 -1074)
  • Area Materno Infantile - Ospedale S.S. Cosma e Damiano - Pescia (PT) - Azienda USL Toscana Centro, Tel. 0572 460 0953 (colloquio e compilazione modulistica presso Centro Trasfusionale 0572 460 381)
  • Ostetricia e Ginecologia - Presidio Ospedaliero Poggibonsi, Campostaggia - Azienda USL Toscana sud-est, Tel. 0577 994301 (ostetriche), 0577 994302 (reparto)
  • Clinica Ostetrica e ginecologica - Ospedale S. Maria alle Le Scotte - Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, Tel. 0577 586 621 - 629
  • Ostetricia e Ginecologia, Ospedali Riuniti Valdichiana Senese, località Nottola Montepulciano - Azienda USL Toscana sud-est, Tel. 0578 713 290 - 054 - 055

 

In Umbria
  • Ostetricia e Ginecologia, ASL 1 Alto Tevere Umbro, Città di Castello/Umbertide, Tel. 075 850 9626
  • Ostetricia e Ginecologia, Alto Tevere Chiascio ASL 1 - Ospedale di Gubbio, Tel. 075 927 0568 - 0466 - 0467
1 - Donare sangue e emocomponenti

 

 
 
 
 
 
 
Dove siamo
Servizio di Medicina Trasfusionale,  padiglione 15, Piastra dei Servizi
Tel. 055 411030

Dove parcheggiare
Il donatore può 
parcheggiare:

  • nei parcheggi pubblici in viale Pieraccini: ritirare il ticket di ingresso e farlo vidimare dalla Segreteria del Servizio Trasfusionale per la gratuità
  • nel parcheggio gratuito interno all'ospedale, con ingresso da Via delle Oblate, n° 1: ritirare il ticket di ingresso e parcheggiare negli spazi riservati agli utenti
Prenotare la donazione
Per effettuare la donazione differita è richiesta la prenotazione; per la donazione è fortemente raccomandata.

Per i donatori associati: si consiglia di contattare la propria associazione che provvede alla prenotazione.
Per i non associati: contattare la segreteria del Servizio Trasfusionale tel. 055 411030  dal lunedì al venerdì ore 08:30 - 11:30 e 18:00 - 19:00.
Gli appuntamenti per la donazione sono programmabili tutti i giorni, escluse le festività maggiori e il 24 giugno, festa del Santo Patrono.

Perché donare il sangue
Il sangue e gli emocomponenti non possono essere prodotti in laboratorio e sono disponibili solamente grazie alla donazione anonima, volontaria e gratuita.
La donazione del sangue richiede un piccolo impegno da parte dei donatori ed è un atto di solidarietà che contribuisce a salvare la vita di molte persone; la donazione permette di partecipare alla grande forza collettiva delle tante persone che mettono in condizione i nostri ospedali e il nostro servizio sanitario di garantire farmaci e cure a persone colpite da gravi malattie.
Il sangue è una fonte di vita rinnovabile e un organismo sano lo reintegra velocemente.
La donazione non costituisce un rischio; anzi, con le donazioni periodiche lo stato di salute viene costantemente controllato con diversi tipi di analisi.

Cos'è il sangue e quali sono i suoi componenti

Il sangue è costituito da cellule (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e plasma (liquido, costituito da acqua per il 90%, proteine per il 6-8% ed elettroliti per il 2-4%).
  • Globuli rossi: grazie a una proteina in essi contenuta, l'emoglobina, svolgono un'importantissima funzione vitale: il trasporto dell'ossigeno dai polmoni ai tessuti; vengono trasfusi in caso di emorragie, malattie ematologiche e altre condizioni patologiche.
  • Piastrine: intervengono per prime nell'emostasi, formando un aggregato sul vaso sanguigno che arresta la fuoriuscita del sangue. Vengono trasfuse in varie condizioni, tra cui gravi malattie ematologiche.
  • Plasma e derivati: congelato subito dopo il prelievo e scongelato al momento della trasfusione, viene utilizzato in casi di deficit di fattori della coagulazione e in altre condizioni conseguenti, ad esempio, a gravi emorragie. I farmaci plasma-derivati (albumina, immunoglobuline, fattori della coagulazione) sono il risultato della lavorazione industriale del plasma e sono farmaci di fondamentale importanza nella pratica clinica.
Donazione e COVID
Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni di sangue ed emocomponenti.
Se sei positivo al COVID-19 potrai essere ammesso alla donazione solo dopo 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi (esclusa la perdita di gusto e olfatto che potrebbe protrarsi per alcune settimane) oppure dopo un test molecolare o antigenico negativo eseguito secondo le tempistiche previste dalla sanità pubblica.
È possibile donare sangue ed emocomponenti dopo 48 ore dalla vaccinazione anti-SARS-Cov2, se non si hanno sintomi, in caso contrario è necessario aspettare una settimana.

Link utili


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