Emicrania

Data:
5 Ottobre 2023

Cenni generali

Cefalea è un termine comune che indica solamente un sintomo: il mal di testa. La cefalea in oltre il 90% dei pazienti che ne soffrono è peraltro la vera malattia (cefalea primaria) e non il sintomo di un’altra affezione (cefalea secondaria). Per curare un paziente affetto da emicrania (e da cefalea in generale) è necessario fare una accurata anamnesi che permetta di formulare innanzitutto una diagnosi corretta (oggi sono classificate oltre 100 forme diverse di cefalea), visitare il paziente ed eventualmente prescrivere degli accertamenti per poi procedere all’impostazione di una terapia. L’emicrania si caratterizza per attacchi dolorosi di durata compresa (se non trattati) nell’adulto fra le 4 e le 72 ore, solitamente localizzati a un lato della testa, di tipo pulsante – martellante, di forte intensità, peggiorati dall’attività fisica (anche semplicemente dal chinarsi per raccogliere un oggetto o dal camminare), accompagnati da nausea e/o vomito, fastidio alla luce e/o ai rumori. Talvolta il dolore è preceduto da disturbi neurologici completamente reversibili (visivi, della sensibilità, della parola, dei movimenti) denominati aura. L’attacco di emicrania in oltre la metà dei pazienti è un evento disabilitante, che limita fortemente fino ad impedire le comuni attività lavorative, scolastiche e sociali. Ciò determina un alto impatto sulla qualità di vita dei pazienti che sono affetti da questa malattia, cui conseguono alti costi sociali diretti (spesa per visite, esami, farmaci, ecc.) e indiretti (ridotta produttività o assenza a scuola o al lavoro): è stimato che ogni anno, negli Stati Uniti, i pazienti affetti da emicrania passino in totale a letto oltre 113 milioni di giorni. L’emicrania rappresenta, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prima causa al mondo di disabilità nei pazienti al di sotto dei 50 anni di età e recentemente anche lo Stato italiano ha riconosciuto l’emicrania come malattia sociale. L’emicrania ha un picco di prevalenza fra i 15 e i 50 anni di età, periodo nel quale le donne sono colpite in numero tre volte maggiore rispetto agli uomini. L’emicrania rappresenta però un serio problema anche nei bambini e negli ultracinquantenni, fino alle fasce più anziane della popolazione. Nei paesi occidentali circa 14-16 persone su 100 sono affette da emicrania. Se i giorni al mese di cefalea sono inferiori a quindici la forma è definita episodica mentre se sono superiori a quindici la forma è definita cronica; i pazienti affetti da emicrania cronica sono 1-3 ogni 100 persone adulte ma rappresentano il 40-50% di coloro che afferiscono ad un Centro Cefalee. 

Come si cura 

La terapia dell’emicrania si basa innanzitutto sulla eventuale correzione di stili di vita errati, che possono addirittura aumentare la frequenza degli attacchi fino a farli cronicizzare. Ad esempio, importante è una corretta alimentazione che prevenga o corregga il sovrappeso o l’obesità, così come l’abolizione del fumo, lo svolgere attività fisica, il cercare quanto più possibile di mantenere uno stile di vita regolare alzandosi e coricandosi ad orari regolari. Parlando di farmaci, le terapie per l’emicrania si dividono in sintomatica e profilattica.

La cura sintomatica è quella che serve al momento dell’attacco. I principali farmaci sintomatici sono gli antiinfiammatori non steroidei (indicati dalla sigla FANS), presenti in commercio anche in associazione ad altri principi attivi quali caffeina e antiemetici. Altro sintomatico è il paracetamolo, anch’esso presente in commercio come singolo principio attivo o in associazione ad altre sostanze quali la caffeina. I farmaci più specifici per il trattamento dell’attacco emicranico sono però i triptani, privi di effetti nocivi a livello gastrointestinale ma che vanno comunque sempre prescritti dal medico. Altrettanto specifici e di recentissima immissione in commercio sono i ditani e i gepanti, appartenenti ad altrettanto nuove classi di farmaci.

La terapia di profilassi è un trattamento da assumere a medio-lungo termine per prevenire le crisi emicraniche e/o renderle comunque meno violente e durature. Molte sono le classi di farmaci usate a questo scopo: antidepressivi triciclici, serotoninergici, antagonisti della serotonina, betabloccanti, antiepilettici, ecc.. Accanto ai farmaci vanno anche citati però gli integratori o nutraceutici, che contengono sostanze che sappiamo essere utili nella cura della cefalea. Negli ultimi sono disponibili in commercio anche nuovi farmaci per la cura di prevenzione dell’emicrania, estremamente specifici, ovvero gli anticorpi monoclonali antiCGRP (Calcitonin Gene Related Peptide). Questi anticorpi, come dimostrato in diversi studi scientifici condotti anche presso il Cefalee della AOU Careggi, hanno dimostrato di ridurre in maniera significativa il numero di giorni al mese di cefalea e il consumo di farmaci antidolorifici sia in pazienti affetti da emicrania episodica che in pazienti affetti da emicrania cronica, anche in precedenza risultati resistenti ad altre terapie farmacologiche di profilassi. Ad oggi questi farmaci vanno prescritti da parte di medici operanti in strutture specialistiche (ambulatori per le cefalee o centri cefalee) tramite un piano terapeutico dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a pazienti che innanzitutto non abbiano controindicazioni all’uso di tali farmaci (ad esempio malattie cardiovascolari) e che abbiano presentato refrattarietà o che abbiano controindicazioni alle altre comuni terapie di profilassi per l’emicrania già presenti in commercio.

A cura del Dr. Francesco De Cesaris

Dirigente Medico

Centro Cefalee e Farmacologia Clinica

Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi

Loading

Ultimo aggiornamento

5 Ottobre 2023, 09:11

Skip to content