Afasia
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Cos’è l’afasia
L’afasia è un disturbo della comunicazione che può interessare l’eloquio, la scrittura, il linguaggio mimico-gestuale e la comprensione delle parole; insorge in modo improvviso o progressivo, in seguito a danno cerebrale di origine vascolare (ictus), tumorale, traumatica o da sindrome degenerativa.
A questo disturbo si possono associare:
- difficoltà o debolezza a muovere gli arti di una metà del corpo (emiparesi)
- ridotta sensibilità di una metà del corpo (emianestesia)
- disturbi visivi per ridotto campo visivo
- disturbi della deglutizione (disfagia)
- disturbi del calcolo, dell’attenzione e della memoria
- disturbi dell’umore
Come si cura l’afasia
Nei primi sei mesi dopo l’insorgenza dell’afasia c’è un margine di recupero spontaneo.
La persona può seguire un percorso riabilitativo per molti aspetti della comunicazione (terapia logopedica). Il recupero non sempre è completo e dipende dalla gravità iniziale, da eventuali disturbi associati, dall’eventuale terapia e da fattori personali e ambientali.
La persona afasica
- ha perso la capacità di comunicare, ma non l’intelligenza o la propria volontà
- trova difficoltà nell’eseguire semplici azioni quotidiane: conversare, telefonare, leggere il giornale, fare calcoli
- ha difficoltà di attenzione e si stanca facilmente
- nei casi gravi e acuti può essere incapace di interagire con l’interlocutore attraverso qualsiasi mezzo o forma di comunicazione
- può avere lievi o gravi disturbi della comprensione di ciò che viene detto
- non sempre riesce a trovare le parole “giuste” e semplifica la definizione del concetto (“serve per aprire le scatole” al posto di “apriscatole”) o utilizza parole “tutto fare” (coso, cosa)
- può produrre un abbondante flusso di suoni o parole senza senso, o comunque non attinenti al contesto della conversazione
- può utilizzare frasi brevi con struttura grammaticale semplificata
- può sostituire le parole giuste con altre affini (es. “coltello” per “cucchiaio”) o può utilizzarne altre senza alcun legame, o alterarne la sequenza dei suoni
- può produrre sempre la stessa serie di suoni (con o senza significato) quando tenta di parlare
- spesso genera in modo automatico parole, o frasi corrette (espressioni di saluto, imprecazioni)
- nella scrittura può avere le stesse difficoltà del linguaggio verbale
Consigli per familiari e caregiver
- attirare sempre l’attenzione della persona afasica prima di cominciare a parlare
- nel momento in cui si cerca di comunicare eliminare ogni altro stimolo uditivo: abbassare o silenziare il volume della televisione, ridurre qualsiasi altra conversazione nella stanza
- non alzare la voce né accentuare l’articolazione: non è sorda!
- non essere iperprotettivi
- lasciare il tempo necessario per rispondere alle domande o per esprimersi, senza anticipare le parole
- cercare di intuire ciò che la persona vuole esprimere accettando gli errori
- stimolare la comunicazione attraverso qualsiasi modalità (linguaggio verbale, risposte si/no, linguaggio mimico gestuale, ecc.)
- usare frasi semplici, brevi ma “adulte” e accompagnarle con gesti chiari; non cambiare troppe volte argomento durante la conversazione e inviare un messaggio alla volta
- verificare che la persona abbia compreso il messaggio, ripetere la frase se necessario
- assicurarsi di aver compreso il messaggio ripetendo il concetto che ha espresso, in modo chiaro
- impedire che si isoli ed individuare precocemente eventuali segnali di depressione e di scoraggiamento
- favorire il ripristino delle normali attività e, se possibile, il reinserimento sociale e lavorativo
Ultimo aggiornamento
26 Luglio 2023, 09:24