Preservazione della fertilità nella donna con patologia tumorale

La SOD PMA (Delibera N 777 del 17-07-2017 Costituzione della rete clinica ” Rete Regionale per la Prevenzione e cura dell’infertilità”) eroga:

  • prestazioni di PMA
  • prestazioni di preservazione della fertilità
  • biobanca unica regionale per la gestione, conservazione e distribuzione dei gameti compresa l’acquisizione centralizzata dei gameti
  • HUB rete PMA Area Vasta Centro. 

Preservazione della Fertilità

Le strategie terapeutiche adottate negli ultimi anni in Oncologia hanno permesso la guarigione definitiva di un numero sempre maggiore di donne giovani affette da patologia tumorale. Di conseguenza, si è iniziato a pensare alla qualità della vita di queste donne, ponendo particolare attenzione alla loro possibilità, a guarigione ottenuta, di avere un figlio.

Molte neoplasie o malattie sistemiche possono compromettere la fertilità, perché colpiscono direttamente l’apparato riproduttivo o perché per curarle è necessario ricorrere a terapie antineoplastiche o radianti che potrebbero danneggiare gli organi pelvici e quindi portare infertilità. Le linee guida sottolineano che la discussione di questi argomenti dovrebbe essere parte integrante della valutazione specialistica e la donna dovrebbe essere indirizzata tempestivamente in un centro di riferimento per poter eseguire un colloquio informativo con un medico specialista della fertilità che le illustri le possibili alternative per preservare la possibilità di diventare madre in futuro.

Esistono diverse modalità di preservazione della fertilità che vengono prospettate alle donne nel nostro Centro:

  • crioconservazione degli ovociti
  • crioconservazione del tessuto ovarico (ancora sperimentale)
  • somministrazione di analoghi LH-RH
  • terapia chirurgica conservativa
  • trasposizione ovarica prima della radioterapia

L’entità del danno delle terapie antitumorali all’apparato riproduttivo femminile è variabile e dipende dall’età della paziente, dal tipo di trattamento, dalla dose cumulativa somministrata e dalla dimensione iniziale della riserva follicolare ovarica.

Attualmente le tecniche ritenute gold-standard sono la crioconservazione degli ovociti seguita dalla somministrazione di analoghi del LH-RH durante la terapia gonadotossica.

Per effettuare questo tipo di trattamento è necessario stimolare la crescita multipla dei follicoli ovarici mediante dei farmaci che verranno somministrati per circa 12 giorni a cui seguirà il prelievo degli ovociti contenuti nei follicoli. La risposta ovarica viene attentamente monitorata con ripetute valutazioni ecografiche e ormonali, che permettono una modulazione della terapia, e un prelievo ovocitario, che avviene attraverso una procedura di chirurgia ambulatoriale in sedoanalgesia per via transvaginale ecoguidata.

La durata dell’intera procedura (inizio della stimolazione/prelievo degli ovociti) varia a seconda della fase del ciclo in cui la donna si trova al momento dell’inizio della stimolazione; non è superiore ai 14 giorni. Gli ovociti prelevati vengono congelati in azoto liquido e crioconservati (per 3 anni; e poi per successivi periodi di 3 anni) presso la SODc PMA, fino al momento del loro eventuale utilizzo. È attualmente in uso un protocollo di emergenza che permette di iniziare il trattamento farmacologico in qualsiasi momento del ciclo.

Attualmente è possibile eseguire questo tipo di percorso anche in donne che sono affette da patologia oncologica mammaria mediante l’utilizzo di alcuni farmaci che ridurranno i rischi collegati all’aumento, seppur temporaneo, degli estrogeni.

È possibile poi in caso di chemioterapia l’utilizzo di LH-RH analoghi in concomitanza di tali farmaci per ridurre la tossicità ovarica della chemioterapia che colpisce maggiormente i tessuti con rapido turnover cellulare. Lo stato indotto di inibizione dell’attività ovarica durante la terapia antiblastica potrebbe proteggere le ovaie stesse dall’effetto della chemioterapia.

È importante menzionare la possibilità del ricorso alla crioconservazione del tessuto ovarico eseguita presso il nostro Centro. Tale tecnica è stata validata attraverso una stretta collaborazione con il Centro di ricerca presso l’University Hospital of Copenhagen diretto dal Prof. Claus Yding Andersen. È una tecnica che ha il vantaggio di non richiedere una stimolazione ormonale e che offre importanti prospettive per preservare sia la funzione riproduttiva sia l’attività steroidogenetica. Può essere effettuata in qualsiasi momento del ciclo mestruale, permettendo quindi di evitare il ritardo nell’inizio del trattamento chemioterapico, ma necessita di un intervento chirurgico laparoscopico per il prelievo di frammenti di corticale ovarica. È particolarmente indicata nei casi di adolescenti in età prepubere e in quei rari casi in cui non abbiamo la possibilità di effettuare terapie farmacologiche.

Attualmente la Regione Toscana, da sempre pioniera in questo campo, offre la possibilità di accedere gratuitamente fino al compimento del 40° anno di età a percorsi di preservazione della fertilità secondo le delibere n. 395 del 25 marzo 2019 (e allegato A), n. 1197/2019 del 01/10/2019, n. 33 del 4 agosto 2015, a:

  • donne affette da neoplasie maligne
  • patologie con previsione di chemio/radioterapia o immunosoppressori
  • donne affette da endometriosi severa
  • donne con bassa riserva ovarica (AMH <0.5-1.1 ng/mL, AFC≤ 4)

Nel nostro Centro è disponibile un percorso dedicato in cui la donna verrà accolta senza tempi d’attesa per permettere un intervento tempestivo che non prolunghi eventuali iter terapeutici diagnostici già intrapresi dalla paziente; verrà effettuato un colloquio informativo con uno specialista della fertilità con consulenza oncologica specialistica, grazie anche alla stretta collaborazione con il GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) dell’AOU-Careggi e la Rete Territoriale oncologica.

È inoltre attivo il percorso di preservazione/donazione per le donne che desiderano preservare i propri ovociti e nel contempo donare parte degli ovociti secondo delibera N 395 del 25 marzo 2019 (e allegato A). In casi selezionati è possibile una consulenza di preservazione della fertilità (social freezing).

È possibile chiamare il numero dedicato 055 794 6776 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 08:00 alle ore 14:00 per fissare un appuntamento, o alla mail 

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Ultimo aggiornamento

12 Marzo 2024, 12:25

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