Carta dei diritti del bambino in ospedale

La “Carta dei diritti dei bambini e delle bambine in ospedale”, pubblicata nel 1988 dalla Each-European Association for Children in Hospital (Associazione europea per i bambini in ospedale), è un documento dal quale traggono ispirazione gli ospedali e le associazioni che operano per sostenere i bambini ricoverati in ospedale e le loro famiglie. L’AOUC, pur non essendo un ospedale pediatrico, ospita in alcuni dipartimenti degenti minorenni verso i quali si applicano le attenzioni previste dalla carta dei diritti del bambino.

Di seguito 15 principi della Carta dei diritti dei bambino in ospedale:

  1. Il diritto di stare bene in ospedale – L’ospedale deve assicurare la salute del minore nel miglior modo possibile, raggiungendo il livello massimo di benessere 
    L’ospedale è impegnato anche in fase prenatale attraverso interventi educativi e di assistenza durante la gravidanza ed il parto al fine di promuovere la salute del bambino. Il personale sanitario favorisce l’ inserimento del neonato all’interno del nucleo familiare e promuove l’allattamento al seno mettendo nel complesso in atto interventi di educazione sanitaria, con particolare riferimento alla nutrizione, all’igiene personale e ambientale, alla prevenzione.
  2. Il diritto a essere assistito in modo “globale”, ricevendo le attenzioni, le cure e l’assistenza necessarie al benessere
    L’assistenza dei sanitari “prende in cura” tutti gli aspetti della vita del minore e del suo contesto di vita. Grazie alla convenzione tra l’azienda e l’agenzia regionale dell’istruzione, nelle lunghe degenze, può essere attivato il servizio di “Istruzione domiciliare” per dare continuità al percorso scolastico del paziente-alunno, programmando e coordinando l’attività didattica con docenti dedicati.
    Nell’ottica della globalità delle cure viene tutelato l’aspetto socio-relazionale, come parte integrante della cura, aiutando il paziente a mantenere, oltre alla didattica, relazioni significative con i compagni di scuola.
  3. Il diritto a ricevere l’assistenza da parte di personale preparato e di buon umore e a spazi dedicati
    Il personale si adopera per garantire al bambino ed alla famiglia il migliore livello di cure e di assistenza aggiornando di continuo la competenza professionale, e eventualmente indirizzare la famiglia presso altre strutture che offrano maggiori garanzie di cura e di assistenza.
    L’ospedale predispone, quando è possibile, spazi adeguati al minore ricoverato. Nel tempo sono state create aree ludiche e ricreative con punti di lettura in prossimità di alcuni ambulatori, nelle degenze e al Pronto Soccorso per intrattenere nell’attesa i minori e gli accompagnatori offrendo loro spazi dedicati.
  4. Il diritto al rispetto della propria identità, sia personale che culturale, ed al rispetto della propria fede religiosa.
    Il personale ha il dovere di chiamare il bambino con il suo nome durante la permanenza in ospedale.
  5. Il diritto al rispetto della propria privacy del minore e della famiglia
    Il personale sanitario garantisce il rispetto della privacy e la riservatezza del minore e dei suoi familiari.
  6. Il diritto di continuare a mantenere attivi i rapporti affettivi e vita di relazione anche nei casi in cui necessiti di isolamento
    Il personale assicura e promuove il rispetto delle esigenze affettive, educative e di socializzazione.
    La famiglia viene coinvolta attivamente nel processo di cura, garantendo la permanenza di un familiare, o di una figura di riferimento compatibilmente con le esigenze cliniche e alle condizioni del bambino, alle caratteristiche del reparto/servizio, nel rispetto della privacy di tutti i ricoverati. Il minore può tenere con sé i propri giochi o altro oggetto per lui significativo.
    Viene favorito il collegamento con i servizi socio-educativi del territorio e il coinvolgimento delle associazioni di volontariato accreditate, per garantire al paziente relazioni significative, qualora si trovi in situazione di “abbandono” o di temporanea difficoltà del nucleo familiare.
    Anche nell’area “materno-infantile, l’Ospedale “amico dei bambini” offre la possibilità di un contatto diretto e continuativo madre-neonato (rooming-in) al fine di incoraggiare il reciproco attaccamento. Viene applicato il metodo NIDCAP per la personalizzazione delle cure del neonato pretermine, e la Kangaroo mother care per favorire il contatto tra i piccolissimi pazienti ed i genitori e, più in generale, si applicano i principi della cura incentrata sulla famiglia.
  7. Il diritto di conoscere la malattia e le cure che riceverà con un linguaggio a lui comprensibile
    I sanitari devono informare il minore sulle condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile ed adeguato alla sua età. Per le persone straniere con una scarsa padronanza della lingua italiana l’ospedale attiva i mediatori culturali oltre alle persone di riferimento.
  8. Il diritto di esprimere la propria opinione sulle cure che lo riguardano
    Il minore può esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo riguarda, che sarà presa in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di consapevolezza.
    Il personale si impegna ad instaurare con il minore e la sua famiglia una relazione improntata sul rispetto e sulla collaborazione.
  9. Il diritto di poter dire se sono d’accordo o no a ricevere terapie nuove in sperimentazione
    I sanitari devono informare il minore e i genitori, con un linguaggio comprensibile del percorso di cura (diagnosi, prognosi, tipo di trattamento sperimentale proposto); dovranno opportunamente informare sui rischi e sui benefici, sulle alternative terapeutiche disponibili, sugli effetti collaterali.
  10. Il diritto di esprimere il proprio dolore e di essere supportato dalla famiglia
    Il personale sanitario dedica una particolare attenzione alla prevenzione e alle manifestazioni del dolore. Vengono adottate tutte le procedure volte a prevenirne l’insorgenza e a ridurne al minimo la percezione, a ridurre le situazioni di paura, ansia e stress, anche con il supporto dei familiari.
  11. Il diritto di essere protetto da ogni forma di maltrattamento
    Il personale sanitario ha il dovere di proteggere il minore da ogni forma di violenza, fisica o mentale, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento.
  12. Il diritto di imparare a riconoscere i sintomi della propria malattia per saperli gestire
    Il personale sanitario ha il dovere di fare acquisire al bambino e alla famiglia tutte le conoscenze, le capacità e le abilità richieste per una gestione il più possibile autonoma della malattia.
  13. Il diritto di avere un rapporto privato con il proprio medico
    Il minore ha diritto a un rapporto riservato con il proprio medico, a ricevere informazioni che lo aiutino a comprendere la propria sessualità, i problemi nell’uso di sostanze e tutte le problematiche che possano influenzare la propria sfera emotivo- relazionale. Il personale può indirizzare ai servizi di prevenzione, trattamento o di riabilitazione relativi alle problematiche adolescenziali.
  14. Il diritto di partecipare alla vita ospedaliera
    L’ospedale promuove iniziative finalizzate al miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, coinvolgendo attivamente i bambini, le famiglie e le associazioni di volontariato, favorendo la partecipazione durante la degenza.
  15. Il diritto alle cure palliative
    Ai minori affetti da malattia con esito infausto, l’ospedale deve offrire cure per gestire il dolore e gli altri sintomi che procurano sofferenza, garantendo quando necessario la continuità delle cure al domicilio.

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Ultimo aggiornamento

28 Luglio 2023, 11:05

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